181 Il Ruolo Dellassistenza Infermieristica Nei Servizi Socio Sanitari


Il ruolo dell’assistenza infermieristica nei servizi socio sanitari

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Prese di posizione dell’ICN 

 


 

 

 

L’abolizione delle pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili

 

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
La violenza praticata contro le donne e le ragazze, attraverso le mutilazioni degli organi genitali, costituisce una violazione dei loro diritti umani. L’I.C.N. si oppone attivamente e con fermezza a queste pratiche e al tentativo di “medicalizzarle” cioè praticarle in condizioni sanitarie protette tali da evitare rischi per la salute. L’I.C.N. intende impegnarsi per contribuire all’eradicazione delle mutilazioni genitali femminili praticate da professionisti sanitari in qualunque circostanza.

Contesto
Secondo le valutazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le ragazze e le donne che nel mondo hanno subito mutilazioni sono quantificate tra i 100 e 140 milioni; ogni anno, due milioni di ragazze corrono il rischio di subire tali pratiche2. Le mutilazioni genitali femminili causano inoltre problemi assistenziali complessi per gli infermieri, poiché le donne e le ragazze giovani che le hanno subite rischiano importanti problemi fisici, mentali e psicologici. Gli effetti secondari e le complicazioni sono particolarmente significativi. Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono essere molto informati e particolarmente sensibili per cogliere gli aspetti culturali, collegati a queste pratiche. Per questo motivo i professionisti sanitari devono essere formati non solo sugli aspetti fisici e psicologici inerenti le mutilazioni genitali femminili, ma anche sulle modalità con le quali effettuare la presa in carico, sui fattori economici, sessuali e socioculturali che sono alla base della sensibilizzazione culturale.

Gli infermieri, in quanto rappresentanti delle loro organizzazioni nazionali, possono seguire i programmi di ricerca e di formazione sulla natura e sull’impatto delle mutilazioni genitali femminili nonché sui problemi che i professionisti sanitari devono affrontare. Tali programmi dovrebbero anche essere proposti al pubblico, alle donne, ai dirigenti politici e alle guide religiose, alle comunità interessate. Gli infermieri possono, sia sul piano individuale sia sul piano collettivo tramite le loro organizzazioni, contribuire a scoraggiare, prevenire ed eliminare le mutilazioni. Gli infermieri e le loro organizzazioni possono sensibilizzare il pubblico e gli altri professionisti sui disastrosi effetti fisici e morali delle mutilazioni genitali esercitate sulle donne e sulle ragazze.

Fra gli altri metodi per giungere all’eradicazione di queste pratiche, risulta indispensabile collaborare con gruppi già attivi in questo ambito3 e che promuovono l’integrazione con i servizi sanitari che forniscono informazioni ed assistenza. Infine anche organizzazioni intergovernative, organizzazioni non governative internazionali, associazioni commerciali, guide religiose locali, gruppi di donne e gruppi di pressione locali possono rivelarsi alleati importanti per influenzare l’adozione di politiche, di strategie per ottenere leggi indispensabili all’eradicazione delle mutilazioni genitali femminili.

Posizione adottata nel 1995 ed aggiornata nel 2004.

Prese di posizione
attinenti:

·  L’infermiere e i diritti della persona

·  I diritti dei bambini

·  La salute delle donne.

 

 

La distribuzione e l’utilizzo dei sostituti del latte materno

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’allattamento materno, in tutti i casi, costituisce l’alimento migliore per i neonati: i bambini nutriti al seno, in generale, hanno maggiori probabilità di sopravvivenza e minor rischio di morbosità. L’I.C.N. conferma il suo totale sostegno al Codice internazionale della commercializzazione dei prodotti sostitutivi del latte materno e alla Dichiarazione d’Innocenti . L’I.C.N. inoltre condanna la distribuzione gratuita o sovvenzionata, a qualsiasi livello del sistema sanitario avvenga, dei sostituti del latte materno e degli altri prodotti menzionati nel Codice. L’I.C.N. approva gli sforzi fatti per l’adozione dell’Iniziativa dell’ospedale amico del bambino .

Contesto
L’alimentazione è un fattore molto importante per la salute dei neonati e dei bambini. Si stima che quasi 55% dei decessi di neonati per diarrea ed infezioni respiratorie potrebbero essere imputati ad una malnutrizione . A livello internazionale, meno del 35% dei bambini sono nutriti con il latte materno durante i primi quattro mesi di vita. Si rileva inoltre che gli alimenti complementari sono inseriti spesso nell’alimentazione in un momento di difficoltà delle famiglie e risultano inadeguati e poco sicuri 5. La grande maggioranza delle madri può e dovrebbe allattare e quindi, parallelamente, la maggioranza dei neonati dovrebbe essere allattata.


Quando i sostituti alimentari sono disponibili, accettabili, durevoli e sicuri, le madri sieropositive dovrebbero evitare di allattare. Tuttavia, quando tali sostituti non sono disponibili, l’allattamento al seno esclusivo è raccomandato durante i primi sei mesi di vita.


Gli infermieri e le loro associazioni devono promuovere attivamente le disposizioni del Codice internazionale della commercializzazione dei prodotti sostitutivi del latte materno. Nei paesi nei quali non sono ancora adottate misure per mettere fine alla distribuzione, gratuita o a basso costo, dei sostituti del latte materno, nei servizi sanitari, gli infermieri e le Associazioni nazionali devono collaborare con tutte le parti interessate per assicurare che le misure legislative necessarie siano applicate e rispettate. Dove tali misure già esistono, gli infermieri devono collaborare con le autorità per l’applicazione ed il controllo delle attività in questo campo.

Posizione adottata nel 1995 ed aggiornata nel 2004.

Prese di posizione attinenti:

·  L’allattamento materno

·  I diritti dei bambini

·  La salute delle donne.

 

 

 

Il tabagismo e la salute

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
La diffusione del tabagismo costituisce una seria minaccia per la sanità pubblica e, per questo motivo, le misure rivolte a controllare l’uso del tabacco risultano tragicamente inadeguate.

L’I.C.N. è favorevole a:

  • vietare totalmente l’uso del tabacco;
  • prevenire l’uso del tabacco da parte di infermieri e studenti infermieri;
  • effettuare una politica di divieto del fumo in tutte le riunioni dell’I.C.N. e delle Associazioni nazionali infermieristiche.

L’I.C.N. collabora con altre organizzazioni governative e non governative internazionali, con altre Associazioni di professionisti sanitari per combattere l’epidemia del tabagismo.

L’I.C.N. incoraggia le Associazioni membri a coordinare i loro sforzi con altri gruppi nazionali per sensibilizzare i governi e il pubblico sugli effetti negativi del tabacco sulla salute e consigliare ai governi stessi di ridurre, scoraggiare e sradicare l’uso del tabacco. Più specificamente, le azioni, a livello nazionale, dovrebbero includere:

  • l’appoggio alle politiche che vietano la pubblicità diretta e indiretta del tabacco e che introducono scritte di avvertimento, ben visibili, sugli effetti nocivi, su tutti i prodotti derivanti dal tabacco;
  • l’impegno presso i governi per introdurre misure legislative e fiscali, quali imposte più elevate sui prodotti del tabacco;
  • il sostegno al divieto di fumare nei luoghi pubblici, in particolare nelle scuole, nei posti di lavoro, durante i viaggi in aereo ecc;
  • l’effettuazione di campagne pubbliche di educazione ed informazione;
  • il sostegno ai coltivatori del tabacco affinché scelgano altre coltivazioni;
  • la proposta di programmi specifici per eliminare l’abitudine al fumo, rivolti agli infermieri che ne fanno uso;
  • l’integrazione, a tutti i livelli, nei programmi di formazione infermieristica, di informazioni sul tabacco e i fumatori.

Le informazioni di base
Il Codice1 dell’I.C.N. dichiara che la promozione della salute e la prevenzione della malattia sono fra le responsabilità fondamentali dell’infermiere. Inoltre l’infermiere condivide, con altri cittadini, la responsabilità di iniziare e sostenere azioni dirette a soddisfare esigenze sociali e sanitarie delle collettività.

Nonostante l’effetto devastante del fumo sulla salute, il consumo globale è aumentato costantemente durante gli ultimi due decenni ed il costo, in termini di morti evitabili, ora si avvicina a 3,5 milioni di persone all’anno e si pensa che aumenterà a 10 milioni entro l’anno 2020. Gli infermieri continuano a fumare e l’incremento fra le donne giovani è una preoccupazione a livello mondiale.

I problemi di salute causati dall’uso del tabacco sono largamente prevedibili. La promozione della salute e la prevenzione di malattie derivanti dall’uso del tabacco devono essere rinforzate e gli infermieri sono designati a trattare questa questione, essenziale per la salute.

Posizione adottata nel 1999.

La precedente posizione era intitolata “Il tabacco e la salute”

Prese di posizione attinenti:

·  La riduzione dei danni per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nei luoghi di lavoro.

 

 

 

L’eliminazione dell’abuso di sostanze che creano dipendenza nei giovani


La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. si dichiara allarmata dal numero crescente di giovani che fanno uso di sostanze che creano dipendenza. Gli infermieri, essendo professionisti che operano anche nei servizi rivolti ai giovani, hanno un ruolo cruciale nella risoluzione di questo problema.

L’I.C.N. e la professione infermieristica, in generale, devono impegnarsi con tutti i mezzi per prevenire e ridurre l’abuso di queste sostanze fornendo ai giovani gli strumenti per far fronte agli stress, alla pressione del gruppo e ad altri fattori di rischio.

L’I.C.N. è impegnato nell’eliminazione di questo tipo di abuso ed invita gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche a concentrare i loro sforzi sulla prevenzione, specialmente nei confronti dei giovani, e a:

  • esortare i loro governi, le autorità comunali e scolastiche a diffondere le informazioni sui danni provocati da queste sostanze;
  • collaborare con altre organizzazioni, comprese le scuole infermieristiche, le Associazioni di giovani, i governi e le comunità, per
  • identificare le strategie più efficaci per eliminare questo abuso;
  • collaborare con gli enti nazionali competenti per sviluppare le politiche globali contro l’alcool, il tabacco ed altre sostanze, per
  • ridurre la richiesta delle sostanze psicotrope e minimizzare il danno grazie alla prevenzione ed al trattamento mirato;
  • mobilitare tutte le energie contro il tabagismo ed arrestare l’uso del tabacco;
  • sostenere l’integrazione dei programmi di formazione infermieristica, a tutti i livelli, con le iniziative di prevenzione ed
  • eliminazione del consumo di tabacco, alcool, droghe ed altre sostanze che creano dipendenza;
  • promuovere la ricerca sulle conseguenze, sulla prevalenza e sui modelli di co-morbosità causati dall’abuso e dalla dipendenza degli adolescenti da queste sostanze e, ancora, sui diversi approcci e sugli interventi farmacologici, sugli interventi rivolti ai gruppi ed agli individui a rischio, sugli ostacoli riscontrati nella realizzazione di interventi preventivi efficaci.

Il tabacco, l’alcool e l’uso illecito di droghe rappresentano un grave danno per la salute del tessuto sociale ed economico delle famiglie, delle comunità e delle nazioni.

Un numero crescente di problemi sociali è associato all’uso di tabacco, di alcool e di altre sostanze. Spesso, gli effetti non sono limitati all’individuo, ma si estendono anche alle loro famiglie, amici, colleghi e società nel loro insieme.

I giovani possono far uso di droghe per problemi legati alla famiglia, per difficoltà esistenziali o sotto la pressione del loro gruppo di appartenenza. I cambiamenti biologici dell’adolescenza causano incertezze ed ansie e le droghe sono usate spesso per fare fronte a queste situazioni.

Sta aumentando la prevalenza di HIV/AIDS fra le persone che abusano di alcool, droghe e tra coloro che riutilizzano siringhe usate per iniettarsi sostanze stupefacenti. È valutato che il tabagismo causa il 6% dei decessi a livello mondiale (3 milioni di persone), seguito dall’ alcool (1,5%) e dalle droghe illecite (0.2%) 1.

E’ importante differenziare l’abuso di tabacco da quello di altre sostanze. La ricerca indica che, nei giovani, la dipendenza dalla nicotina e gli effetti conseguenti insorgono molto rapidamente.

L’I.C.N. sostiene tutte le iniziative internazionali tese a ridurre ed eliminare l’uso del tabacco, come il Progetto sul controllo del tabacco dell’O.M.S..

Gli infermieri devono occuparsi degli effetti nocivi dovuti all’abuso di queste sostanze e delle conseguenze fisiche, psicologiche e sociali collegate. Gli infermieri ricoprono, nelle strutture sanitarie, un ruolo cruciale nell’eliminazione dell’uso di sostanze che creano dipendenza.

Posizione adottata nel 1989 ed aggiornata nel 2002.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il tabagismo e la salute

·  La riduzione dei rischi per la salute derivanti all’ambiente e dagli stili di vita

·  La sindrome da immunodeficienza acquisita.

Pubblicazioni dell’I.C.N.:

·  Le infermieri si mobilitano per la lotta contro il tabacco, Ginevra, I.C.N., 2000.

 

 

La gestione dell’assistenza infermieristica e dei servizi socio-sanitari

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
La professione infermieristica ha la responsabilità di contribuire alla politica sanitaria ed alla gestione dei servizi socio-sanitari. L’I.C.N. invita gli infermieri a contribuire alla politica sanitaria a livello locale, nazionale ed internazionale con ruoli di direzione e gestione, anche attraverso le Associazioni professionali infermieristiche. E’ indispensabile promuovere la necessità di una gestione eccellente dei servizi infermieristici e, più in generale, socio-sanitari.

L’I.C.N. sostiene, con forza, che i responsabili infermieristici devono essere direttamente responsabili del controllo dei servizi di assistenza infermieristica e che possono essere competenti anche nel gestire altri servizi socio-sanitari. Nei casi in cui essi siano impiegati nell’ambito di programmi od organizzazioni, in posizione subordinata a responsabili non infermieristici, la professione infermieristica resta comunque responsabile dell’attività svolta e dei livelli assistenziali raggiunti.

La professione infermieristica deve impegnarsi affinché la retribuzione e le opportunità in materia di formazione, finalizzata a ruoli di gestione ed all’elaborazione di politiche, siano uguali a quelle che sono a disposizione di altri professionisti, preparati per le posizioni di maggior rilievo in questo settore.

Le informazioni di base
I ruoli e le funzioni dei responsabili infermieristici sono continuamente ridefiniti stante i cambiamenti del settore sanitario. Nei servizi socio-sanitari ristrutturati, dovrebbero essere direttamente responsabili del controllo dei servizi di assistenza infermieristica. Per tutto ciò che attiene all’assistenza infermieristica, questi responsabili devono fornire direttive anche ad altri responsabili (non infermieri) che possono trovarsi a gestire personale infermieristico. Possono essere responsabili di settori diversi dei servizi socio-sanitari.

La leadership è una componente fondamentale della funzione di direzione. È inoltre essenziale che i dirigenti infermieristici siano dedicati allo sviluppo dell’assistenza infermieristica. La direzione infermieristica consiste nell’essere da modello e nel guidare creando condizioni propizie per lo sviluppo continuo e per la qualità dell’assistenza.

La leadership, esercitata attraverso le Associazioni professionali infermieristiche, contribuisce allo sviluppo della professione e delle sue strategie per influenzare la politica sanitaria.

Lo sviluppo di collaborazioni con i principali protagonisti dell’ambito socio-sanitario, ai diversi livelli, è essenziale per una leadership e una direzione efficaci.

Inoltre risulta particolarmente critica la capacità di valutare continuamente l’ambiente e di controllare i servizi per apportare cambiamenti e adattamenti, sulla base delle esigenze che vanno emergendo.

La formazione rivolta alla gestione varierà a seconda dei percorsi di carriera e dei ruoli ricoperti dai responsabili infermieristici. L’I.C.N. ha un suo ruolo nella promozione della formazione per la direzione e gestione. Le Associazioni professionali infermieristiche possono contribuire a identificare le opportunità più significative promuovendole tra i membri. Gli infermieri, individualmente, devono essere responsabili della loro formazione e sviluppare la capacità di progettare e gestire.

La preparazione degli infermieri nella direzione e gestione deve permettere loro di assumere ruoli di responsabilità nei servizi infermieristici, nella formazione, come responsabili dei altri servizi socio-sanitari e nella politica sanitaria. Promuovendo le capacità di direzione degli infermieri è riconosciuto lo sviluppo della leadership come componente critica nella formazione di queste capacità e rappresenta una priorità importante per gli infermieri.

Gli infermieri devono selezionare i programmi pluridisciplinari più appropriati per prepararsi efficacemente alla gestione, all’elaborazione di politiche sanitarie e all’esercizio della leadership nei vari contesti, stante le differenti fasi del loro sviluppo di carriera e professionale. La preparazione deve sostenere l’importanza dell’aggiornamento continuo per essere in grado di adattarsi ai bisogni ed alle aspettative in continua evoluzione. Deve inoltre rimarcare l’importanza dello sviluppo delle abilità e dei requisiti richiesti per tali ruoli quindi non centrarsi unicamente sulle conoscenze.

I responsabili infermieristici devono essere ricompensati negli stessi modi con i quali lo sono gli altri responsabili. Allo stesso tempo i responsabili infermieristici devono dichiarare i benefici ricevuti nel ricoprire queste posizioni chiave. Le classificazioni di posizione che si utilizzano per altri responsabili allo stesso livello, devono essere applicate ai responsabili infermieristici, conformemente ai loro attributi professionali ed ai livelli di responsabilità ricoperti.

Posizione adottata nel 2002.

Prese di posizioni attinenti:

·  La partecipazione degli infermieri a tutte le modalità di presa di decisione e di elaborazione di politica concernente i servizi socio-sanitari

·  La promozione del valore e della convenienza dei servizi infermieristici

·  I Servizi sanitari accessibili, finanziati da fondi pubblici.

 

 

Gli infermieri e l’organizzazione necessaria per affrontare le catastrofi

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
La preparazione per affrontare le catastrofi, compreso la valutazione dei rischi e le strategie multidisciplinari delle organizzazioni a tutti i livelli del sistema, è essenziale per la realizzazione di risposte efficaci ai bisogni sanitari delle popolazioni, coinvolte in queste situazioni, che si possono manifestare a breve, medio e lungo termine. È, inoltre, molto importante per lo sviluppo sostenibile e continuo di una popolazione.

Per contribuire a garantire servizi di emergenza nel momento caotico che segue una catastrofe, l’I.C.N. ritiene che per predisporre le operazioni di soccorso e i piani di emergenza si debbano prendere in considerazione, come riferimento, scenari realistici.

L’I.C.N. condanna le violazioni dei diritti dell’uomo che si verificano spesso durante e dopo un disastro, minacciando ulteriormente la ripresa.

L’I.C.N. crede fermamente che vi debba essere un collegamento fra i soccorsi e la pianificazione dello sviluppo di una popolazione. Le operazioni di soccorso, inoltre, devono essere guidate da sistemi credibili di responsabilità per impedire un uso improprio delle risorse umane e finanziarie.

L’I.C.N. invita i governi e le organizzazioni di soccorso a stabilire i sistemi di supporto adeguati per rispondere ai bisogni di salute delle vittime di disastri e anche delle persone che forniscono i soccorsi. La ricerca ha documentato che gli infermieri e gli altri operatori possono presentare la sindrome da stress post-traumatica durante e dopo una catastrofe.

L’I.C.N. intende:

  • aiutare i paesi, nella loro progettazione, per integrare sia la prevenzione delle catastrofi sia la riduzione dell’impatto nell’ambito delle strategie e dei sistemi esistenti, stabilendo piani di emergenza affinché le zone sinistrate abbiano un accesso più veloce ai servizi alternativi di assistenza;
  • fare pressione presso le banche e le istituzioni finanziarie internazionali per far ricomprendere la prevenzione e la riduzione dell’impatto delle catastrofi nei loro programmi di aiuto;
  • promuovere la diffusione delle conoscenze, delle informazioni, della formazione e della tecnologia favorendone l’accesso;
  • consigliare l’impiego di sistemi di rete per il funzionamento delle organizzazioni internazionali poiché le catastrofi non conoscono frontiere.

L’I.C.N. sollecita le Associazioni nazionali infermieristiche affinché sia aumentata la capacità della professione nel fornire servizi adeguati durante e dopo il verificarsi di una catastrofe, tramite la partecipazione alla prevenzione, alla riduzione dell’impatto, alla preparazione e realizzazione delle operazioni di soccorso.

Le informazioni di base
Le catastrofi che si verificano nel mondo, su grande scala, dimostrano che nessuna persona e nessun paese possono ritenersi immuni dalla minaccia di calamità naturali o altro. È valutato che tre milioni di persone sono morte a causa di disastri naturali durante gli ultimi 30 anni, le persone rimaste ferite sono ancora più numerose1. La portata, la grandezza e l’effetto di tali disastri richiedono spesso la cooperazione fra organizzazioni sanitarie e sociali, nonché fra i paesi.

La catastrofe può avere un’origine umana (conflitto armato, degradazione ambientale, aumento indiscriminato delle industrie) o naturale (inondazione, terremoto, siccità, eruzione di vulcani). Qualunque tipo di catastrofe può interrompere i servizi essenziali come la sanità, l’elettricità, l’acqua, la rimozione di immondizia e acque inquinate, i trasporti e le comunicazioni procurando danni alle reti sanitarie, sociali ed economiche delle comunità locali e dei paesi, anche dopo molto tempo il verificarsi del disastro. Sono richiesti quattro tipologie di attività per difendere le comunità dalle catastrofi: la prevenzione, l’attenuazione degli effetti, la predisposizione degli interventi di soccorso e la loro realizzazione2.

Esiste un collegamento stretto tra riduzione delle catastrofi e sviluppo durevole dei paesi3. Le nazioni in via di sviluppo richiedono una particolare attenzione, poiché possiedono meno mezzi per finanziare la preparazione dei soccorsi e la ripresa. Di conseguenza, quando il disastro colpisce, i fondi economici sono deviati per i soccorsi di emergenza, la ricostruzione di infrastrutture4. Questo, a sua volta, ostacola ulteriormente lo sviluppo della salute, del tessuto sociale ed economico.

I rischi sono diversamente distribuiti fra paesi e, al loro interno, fra gruppi vulnerabili che richiedono un’attenzione speciale durante e dopo il verificarsi delle catastrofi. Coloro che subiscono questa esperienza possono soffrire ed accusare danni alla loro persona e alle loro proprietà (perdita di beni, del bestiame).

Anche la disuguaglianza tra sessi può rendere le donne con uno statuto giuridico inferiore (per esempio: diritto di proprietà fondiaria), prive di accesso all’educazione scolastica, con minore capacità di mobilità a causa degli obblighi familiari, insicure dal punto di vista economico. Ognuno di questi fattori le rende particolarmente vulnerabili, dopo il verificarsi di una catastrofe5.

Le donne possono anche soffrire a seguito di violenze domestiche e sessuali, soprattutto quando vivono negli accampamenti dei rifugiati e durante le catastrofi provocate dagli uomini, come la guerra. L’I.C.N. promuove le strategie che sostengono la giustizia sociale e l’equità di accesso ai servizi sociali e sanitari necessari.

Gli infermieri, grazie alle loro conoscenze e competenze nell’ambito dell’epidemiologia, della fisiologia, della farmacologia, delle strutture culturali e familiari, in questioni psico-sociali possono portare il loro contribuito nei programmi finalizzati alla preparazione delle attività che seguono le catastrofi nonché durante il loro verificarsi. Gli infermieri, come membri dell’équipe, possono svolgere un ruolo strategico cooperando con altri professionisti sanitari e sociali, con organizzazioni governative, gruppi delle comunità e organizzazioni non governative, compreso le organizzazioni umanitarie.

Occorre, inoltre, segnalare che i soccorritori che affrontano la tragedia umana in prima linea possono, a loro volta, essere stressati e affaticati poiché forniscono servizi con poche risorse, in circostanze fisicamente pericolose.

Le Associazioni nazionali infermieristiche hanno un ruolo rilevante nella prevenzione, nella riduzione degli effetti, nella preparazione dei soccorsi e nella loro realizzazione.

Le attività includono:

  1. Prevenzione, riduzione degli effetti e preparazione dei soccorsi:

a. Conoscere le catastrofi naturali che si possono verificare in una data regione e farle conoscere

alle popolazioni.

b. Essere a conoscenza delle malattie (per esempio: colera) e dei comportamenti sociali

(per esempio: furto) connessi alle catastrofi e che possono essere esacerbati in queste condizioni.

c. Avere conoscenza dei bisogni sanitari di tipo fisico e mentale, dei bisogni socioeconomici e di

quelli relativi all’assistenza infermieristica.

d. Fare pressione sulle istituzioni e sui governi affinché si preparino ad affrontare le catastrofi

valutando i rischi e i punti di debolezza e aumentino la loro capacità di prevedere, allertare e

rispondere alla catastrofe (per esempio: disporre di un piano d’emergenza nazionale, di fondi

economici per l’emergenza).

e. Partecipare attivamente alla progettazione ed alla realizzazione di piani d’emergenza garantendo

ilsupporto della professione infermieristica.

f. Sostenere lo sviluppo di una catena di comando responsabile all’interno della rete delle

organizzazioni di rilievo(per esempio: organo di governo o organizzazione esperta indicata) e della

regione interessata, suddivisa in zone gestibili separatamente per facilitare l’accesso alle risorse

(per esempio: merci e servizi).

g. Raccomandare lo sviluppo e la realizzazione di politiche, procedure (per esempio: esercitazioni<

con simulazione di catastrofi) e una legislazione adeguata.

h. Formare sistematicamente gli infermieri affinché siano efficaci nell’affrontare situazioni

di crisi o di emergenza. Includere momenti dedicati alla preparazione per affrontare le catastrofi,

nell’ambito dei programmi formativi a tutti i livelli, fornendo una formazione permanente per

garantire una base solida di conoscenze valide, lo sviluppo di abilità e il rispetto delle norme

deontologiche.

i. Costituire una risorsa con altri professionisti ed organismi governativi e

non governativi a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale.

j. Celebrare la Giornata mondiale della riduzione delle catastrofi, nel mese di ottobre.

  1. Soccorsi:

a. A breve termine, impegnarsi per mobilitare le risorse necessarie (per esempio: accesso

agli alimenti, all’acqua, alle strutture sanitarie, alle abitazioni), compreso l’assistenza di emergenza,

prestando un’attenzione speciale ai gruppi vulnerabili, quali i malati, le persone con disabilità,

i bambini, le donne e le persone anziane.

b. Lavorare con le capacità, la competenza, le risorse e le strutture esistenti.

c. Nel lungo termine, collaborare nei programmi di riavvio per rispondere ai bisogni psicosociali,

economici e legali.

d. Formare delle collaborazioni con i media indipendenti, con organi del governo locali e nazionali,

con organismi internazionali ed organismi non governativi.

e. Prendersi cura delle persone che forniscono i servizi diretti alle popolazioni che hanno subito

i danni di una catastrofe.


Posizione adottata nel 2001.

Prese di posizioni attinenti:

·  L’assistenza infermieristica e lo sviluppo

·  I servizi sanitari per gli immigrati, i rifugiati e i profughi

·  L’infermiere e i diritti della persona

·  I conflitti armati: il punto di vista degli infermieri.

 

 

 

Le attività delle ostetriche e l’ambito della loro pratica

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.

1. Stante il contributo che la professione infermieristica fornisce alla promozione della salute in tutti i paesi del mondo, l’I.C.N. ricorda, in particolare, l’impegno verso la promozione della maternità sicura.

2. L’I.C.N. riconosce che la pratica dell’ostetrica è organizzata secondo modalità diverse nei vari paesi. In alcuni, l’ostetrica non è tenuta ad essere anche infermiera; in più di ottanta paesi questo requisito è ritenuto indispensabile. In quest’ultimo caso, l’ostetrica è una persona che è autorizzata legalmente e/o registrata per esercitare sia come infermiera sia come ostetrica. Il titolo di ostetrica può essere acquisito prima o dopo quello di infermiera o come risultato di una formazione combinata tra quella in assistenza infermieristica e quella in assistenza ostetrica. Nei paesi in cui questo professionista ha anche una formazione infermieristica, la professione infermieristica ha il dovere di partecipare, con le altre parti interessate, a definire l’ambito della pratica dell’ostetrica, della formazione e le norme per l’esercizio, valide per l’insieme della professione con tutte le sue specialità.

3. L’I.C.N. è impegnato nel promuovere ed aiutare le ostetriche al livello internazionale e per aiutare e consigliare le Associazioni nazionali infermieristiche per fare altrettanto nel loro paese. L’I.C.N. propone alle ostetriche di lavorare all’interno delle Associazioni nazionali infermieristiche per il miglioramento della sanità. L’I.C.N. è, inoltre, impegnato nella cooperazione con altre organizzazioni per promuovere la maternità sicura nonché altri obiettivi comuni, nei paesi di tutto il mondo.

4. L’I.C.N. precisa le seguenti posizioni riguardanti l’attività delle ostetriche e l’ambito della loro pratica:

a) L’infermiere e l’ostetrica hanno in comune un certo numero di obiettivi quali la promozione di salute, la prevenzione delle malattie e l’alleviamento della sofferenza. Nel realizzare questi obiettivi, all’interno del vasto quadro dell’assistenza sanitaria, gli infermieri si interessano, in particolare, alle risposte dell’individuo, della famiglia e del gruppo ai problemi di salute reali o potenziali. Gli infermieri sono soprattutto stati identificati come professionisti fondamentali nel settore dell’assistenza sanitaria primaria. Così la loro pratica comprende l’assistenza infermieristica alla famiglia in cui nascerà un bambino, la promozione della maternità sicura e la salute delle donne e dei bambini nell’arco della loro vita.

b) Le ostetriche che sono qualificate ed autorizzate ad esercitare l’assistenza infermieristica, ma, in quanto ostetriche hanno esperienza e conoscenze specifiche, si interessano dell’assistenza alle donne durante la gravidanza, il parto, il post-partum e della cura del neonato.

c) Gli infermieri e le ostetriche dovrebbero essere preparate secondo programmi formativi che hanno una durata e un contenuto teorico adeguati per consentire loro di esercitare in modo autonomo e sicuro la loro attività.

Posizione adottata dal Consiglio di Amministrazione, ottobre 1996.

 

 

 

La prevenzione e l’assistenza infermieristica alle persone disabili

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
Gli infermieri devono svolgere un ruolo significativo nell’elaborazione e nella progettazione di politiche volte a migliorare la qualità di vita della persone disabili, nonché le cure, l’assistenza infermieristica e la prevenzione. Gli infermieri, svolgendo la loro attività, possono individuare tempestivamente le forme di disabilità; devono inoltre partecipare ad iniziative per la promozione di salute, la prevenzione, la definizione di programmi informativi e di supporto, rivolti alle persone con disabilità e alle loro famiglie. In tutti gli ambiti nei quali gli infermieri esercitano, il loro ruolo educativo dovrebbe sottolineare la responsabilità individuale che ognuno ha nel proteggersi e nell’evitare di procurarsi e procurare una disabilità.

L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche affiliate sostengono programmi destinati ad integrare le persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita quotidiana, nella famiglia, nella scuola, nei posti di lavoro e nella comunità. Per essere efficaci, i programmi di formazione infermieristica devono basarsi sul ruolo dell’infermiere nella prevenzione e nell’assistenza a persone con disabilità.

L’I.C.N. collaborerà, con altre organizzazioni internazionali interessate e con le Associazioni infermieristiche affiliate, per aumentare la cooperazione tra paesi ed all’interno dei paesi stessi, per sostenere la ricerca e le tecnologie in favore delle persone con disabilità.

Le Associazioni nazionali infermieristiche devono svolgere un ruolo visibile nell’influenzare e nel sostenere politiche pubbliche in favore delle cure e dell’assistenza alle persone con disabilità. E’, inoltre, indispensabile sostenere la ricerca nell’assistenza infermieristica in quanto contribuisce all’elaborazione di politiche efficaci in questo ambito.

Le informazioni di base
Una disabilità può essere fisica, mentale, psicologica e sociale. Nel mondo, interessa una percentuale significativa di popolazione, di tutti i gruppi d’età ed in tutti i paesi e regioni.

Le Associazioni Nazionali infermieristiche possono promuovere il valore della collaborazione con campagne pubblicitarie e di integrazione nella società. Possono, inoltre, sostenere programmi di prevenzione della disabilità, di cura ed assistenza collaborando con altri professionisti ed organizzazioni per:

  • identificare le cause principali della disabilità e contribuire a determinare ed applicare le misure necessarie per ridurla ed eliminarla;
  • assicurarsi che i servizi per la prevenzione, la cura, l’assistenza e la riabilitazione siano avviati e sviluppati;
  • informare il pubblico affinché le persone con disabilità possano integrarsi nella società nel miglior modo possibile.


Affinché l’assistenza infermieristica possa essere realmente efficace, si può ricorrere alle seguenti strategie:

  • Fare in modo che la formazione infermieristica acquisti le competenze necessarie per contribuire alla prevenzione della disabilità, all’assistenza e alla riabilitazione delle persone con disabilità; assicurarsi che questa formazione porti alla comprensione completa dei problemi particolari che queste persone e le loro famiglie devono affrontare ed includa le competenze per realizzare campagne di pubblica informazione per la conoscenza di programmi e risorse esistenti nella comunità.
  • Aiutare e sostenere le persone con disabilità, unitamente alle loro famiglie, garantendo loro l’accesso all’informazione e ai servizi di sostegno che possono consentire loro di gestire, in autonomia, la vita.
  • Valutare i servizi sanitari offerti agli adolescenti, ai bambini e alle madri per assicurarsi che non insorgano disabilità proprio a causa di servizi inadeguati per varie cause: malnutrizione, scarsa igiene, mancanza di vaccinazioni, violenze o mancanza di informazioni per i genitori. Valutare anche i servizi sanitari, presenti nei luoghi di lavoro, per accertarsi che si adoperino per far rispettare le misure per la sicurezza. Valutare infine i programmi di salute per la comunità per accertarsi che l’insegnamento sia adeguato per la prevenzione degli incidenti e delle malattie.
  • Effettuare delle ricerche, per esempio, sulla prevenzione, sulla riabilitazione e sull’integrazione delle persone con
    disabilità che vivono nella comunità.

Posizione adottata nel 2000.

Prese di posizione attinenti:

·  La riduzione dei danni per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita.

·  Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base.

 

 

La riduzione della trasmissione delle malattie infettive legate ai viaggi

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
Gli infermieri, stante il loro elevato numero, le loro competenze e le loro regolamentazioni, ricoprono una posizione unica per aiutare i governi ed altre istituzioni per progettare, realizzare e valutare i programmi volti a ridurre la trasmissione di malattie infettive legate ai viaggi.

L’I.C.N. sostiene gli sforzi degli infermieri e delle Associazioni infermieristiche nazionali per:

  • assicurare la rappresentanza della professione presso gli organismi nazionali interessati al problema;
  • integrare, nelle strategie di progettazione, una sorveglianza efficace, la prevenzione, la diagnosi precoce ed il trattamento delle malattie infettive, specialmente quelle di importanza internazionale1;
  • allertare gli infermieri e tutto il pubblico circa l’aumentato rischio di trasmissione delle malattie infettive legate agli spostamenti di persone a livello internazionale;
  • promuovere la consapevolezza, nella varie nazioni, inerente l’importanza delle normative riguardanti i periodi di quarantena delle malattie infettive;
  • promuovere la presenza di informazioni pertinenti, relative ai programmi di formazione di base, post-base e permanente;
  • fare pressione affinché alla nozione di “rischio di trasmissione di malattie” sia data la giusta considerazione nell’ambito delle considerazioni riguardanti i diritti dell’uomo e le limitazione dei viaggi.

Le informazioni di base
I viaggi, in particolare quelli internazionali, continuano ad aumentare ad un tasso considerevole in termini di numeri di viaggiatori, di varietà di gruppi d’età, di ambienti socioeconomici e di paesi d’origine.

Il rischio di trasmissione di malattie infettive, legato a questi spostamenti, ha implicazioni significative per la sanità, così come per lo sviluppo socio-economico e politico. Gli infermieri, presenti in modo diffuso, possono fornire informazioni sui programmi e sulla politica di riduzione del rischio.

Posizione adottata nel 1999.

Prese di posizione attinenti:

·  La sindrome di immunodeficienza acquisita (AIDS).

 

 

La resistenza antimicrobica

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. comunica la sua preoccupazione per l’utilizzo indiscriminato degli antimicrobici e per la resistenza che ne consegue. Questa tendenza costituisce un serio problema di sanità pubblica. L’I.C.N. chiede una regolamentazione e prescrizioni farmacologiche più razionali.

Unitamente alle Associazioni nazionali infermieristiche, l’I.C.N.:

  • collaborerà con i consumatori, i medici, i farmacisti ed i medici veterinari per prevenire l’insorgenza della resistenza antimicrobica; sosterrà la promulgazione di codici di comportamento che governino l’uso di questi prodotti;
  • attuerà attività di sostegno per i governi affinché regolino il riconoscimento, la distribuzione e la vendita degli antimicrobici;
  • collaborerà con i sistemi di formazione infermieristici affinché questi argomenti siano insegnati nei diversi livelli formativi;
  • contribuirà per realizzare un’informazione efficace, diretta al pubblico e ai pazienti, riguardante i fattori che possono prevenire la resistenza agli antimicrobici, come il rispetto dei trattamenti prescritti, l’applicazione di posologie corrette, l’eliminazione di farmaci di qualità non certa;
  • contribuirà alle politiche ed alle pratiche di controllo delle malattie contratte in ambiti ospedalieri e di prevenzione delle infezioni nosocomiali;
  • si impegnerà affinché le infermiere e le loro organizzazioni professionali incidano sulle strategie nazionali inerenti la prevenzione della resistenza agli antimicrobici;
  • si impegnerà per far proibire l’uso degli antimicrobici, assunti dagli essere umani, nell’alimentazione animale.

Contesto
Gli infermieri hanno un ruolo importante nella lotta per la riduzione della resistenza antimicrobica. Tale resistenza è il risultato di particolari pratiche, come la non osservazione dei trattamenti prescritti ai pazienti, posologie errate, il ricorso a farmaci di qualità scadente, l’uso di antimicrobici negli alimenti degli animali sia per accelerare la loro crescita sia come profilassi.

Nel passato, gli antimicrobici si sono rilevati efficaci nei trattamenti di molte malattie infettive. Tuttavia, oggi, troppi microbi sviluppano una resistenza agli antimicrobici1. La nostra capacità di contrastare le malattie è così minacciata. Conseguentemente si rileva una recrudescenza di vecchie malattie, come la malaria e la tubercolosi, e una resistenza alle nuove malattie, come l’A.I.D.S. Gli infermieri sono attori importanti sia nella gestione degli antimicrobici sia nel controllo dei loro effetti.

Fra le conseguenze derivanti dalla resistenza agli antimicrobici, si ricordano l’allungamento della durata delle malattie, la diffusione di germi resistenti, l’incremento dei costi per le cure e l’aumento del numero delle morti evitabili. La propagazione di germi resistenti è facilitata anche da fattori esterni, quali l’urbanizzazione con la sovrappopolazione e le cattive condizioni igieniche che ne derivano, l’inquinamento, i cambiamenti demografici, in particolare l’invecchiamento della popolazione, l’insorgenza di nuove malattie, lo sviluppo del commercio mondiale e dei viaggi.

Posizione adottata nel 2004.

Prese di posizione attinenti:

·  I medicinali contraffatti

·  La gestione dell’assistenza infermieristica e dei servizi socio-sanitari

·  La partecipazione degli infermieri a tutte le fasi dei processi decisionali e dell’elaborazione delle politiche sanitarie

·  La sicurezza dei pazienti

·  L’informazione relativa alla salute: proteggere i diritti dei pazienti

·  L’informazione ai pazienti.

Pubblicazioni dell’I.C.N.

·  Documentazione dell’Alleanza mondiale delle professioni sanitari sulla resistenza antimicrobica

·  Linee guida infermieristiche per l’assistenza, il controllo della tubercolosi e delle resistenze ai farmaci.

 

 

L’allattamento materno

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. ritiene che il latte materno sia il migliore alimento per i neonati. In generale, l’allattamento materno esclusivo dovrebbe essere protetto, promosso e consigliato nei primi sei mesi di vita del bambino. Si tratta di una raccomandazione di sanità pubblica generale1. L’I.C.N. sostiene gli sforzi fatti per realizzare l’Iniziativa per gli ospedali più accessibili per i bambini che, in particolare, riguarda i reparti di ostetricia e i centri per l’allattamento materno2.

L’I.C.N. riafferma il diritto delle madri a prendere le decisioni sulla base di informazioni riguardanti l’alimentazione dei loro bambini. Questo include il mettere a disposizione delle madri, affette da AIDS, informazioni e consigli riguardanti i vantaggi e gli svantaggi dei diversi approcci nutrizionali possibili considerando la loro situazione, in conformità con le raccomandazioni dell’U.N.I.C.E.F., dell’O.N.U.S.I.D.A. e dell’O.M.S.3.

Inoltre, l’I.C.N. approva la revisione della Convenzione 183 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (O.I.L.) sulla protezione della maternità. L’I.C.N., ammette con l’O.I.L, che tutte le donne attive hanno diritto a periodi di pausa dal lavoro retribuiti, in mancanza di ciò devono avere almeno riduzioni dell’orario di lavoro per permettere loro di alimentare il bambino o a facilitazioni sul luogo di lavoro4.

Contesto
I neonati che beneficiano dell’allattamento materno sono meno soggetti alle malattie e sono meglio alimentati rispetto ai bambini nutriti con altri alimenti. La diffusione dell’allattamento esclusivo durante i primi sei mesi di vita permetterebbe di salvare 1.5 milione di neonati; la salute e lo sviluppo di milioni di altre persone sarebbero migliori5. L’utilizzo dei sostituti del latte materno (latte in polvere o di origine animale) può costituire un pericolo serio per la salute del bambino nella misura in cui i suoi genitori non possono acquistare prodotti di buona qualità e/o non hanno acqua potabile per ricostituire il latte in polvere.

Il rischio di trasmissione dell’AIDS da un madre sieropositiva al bambino può aumentare di 15%. Tuttavia, un bambino nutrito con i sostituti del latte materno corre un rischio sei volte maggiore di soffrire di malattie contagiose (diarrea, infezioni respiratorie) durante i primi due mesi di vita. Infine, dovrebbe essere evidenziato che al giorno d’oggi, con la loro aumentata partecipazione nel mondo produttivo, le donne passano la maggior parte del loro tempo lavorando. Secondo l’O.I.L., si è passati dal tasso di occupazione del 54% nel 1950 a quello del 66% del 1990; dovrebbe raggiungere quasi il 70% nel 2010. In questa data, le donne in età fertile costituiranno il segmento della manodopera che conoscerà lo sviluppo più forte nelle imprese6. Gli stati prendono progressivamente coscienza che i vantaggi dell’allattamento materno corrispondono a dei vantaggi economici a livello nazionale così come nelle singole aziende. Ciò è particolarmente evidente quando l’allattamento è sostenuto dalle politiche e dalle azioni adottate per rispondere alle esigenze delle madri.

Posizione adottata nel 2004.

Prese di posizione attinenti:

·  La distribuzione e l’utilizzo dei sostituti del latte materno

·  La salute delle donne

·  I diritti dei bambini.

 

 

Il ruolo degli infermieri nell’assistenza ai malati terminali e alle loro famiglie

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
Gli infermieri sono preparati per assistere i malati terminali e le loro famiglie. Alleviare il dolore e la sofferenza è una responsabilità fondamentale della professione infermieristica e pertanto gli infermieri sono formati e dispongono di competenze nella gestione del dolore, nelle cure palliative per assistere le persone aiutandole ad affrontare la sofferenza, la morte e il dolore. L’I.C.N. sottolinea che gli infermieri sono professionisti indispensabili nelle équipes multidisciplinari, anche per questa loro competenza.

L’I.C.N. sostiene le Associazioni nazionali infermieristiche per:

  • promuovere approcci multidisciplinari nell’assistenza alle persone morenti e alle loro famiglie;
  • sostenere l’integrazione, nell’ambito del programma formativo di base e superiore, delle diverse problematiche esistenti ed, in particolare, le competenze sulla valutazione e gestione del dolore, il rispetto dei valori culturali delle persone assistite, il diritto della persona morente di prendere le decisioni dopo aver ricevuto adeguate informazioni, compreso il diritto di scegliere o rifiutare il trattamento, e il diritto ad una morte dignitosa;
  • fornire il supporto agli infermieri che si occupano di assistenza infermieristica di tipo complesso per il frequente contatto con la sofferenza e la morte; aiutare gli infermieri ad assistere le persone fino al termine della loro vita rispettando le norme deontologiche e la loro dimensione culturale relativamente alla concezione di morte e di dolore; aiutarli nel far fronte ai bisogni dei membri della famiglia a domicilio, negli ospedali, negli hospice, nelle case di cura ed in altri luoghi nei quali sono assistiti i pazienti terminali;
  • promuovere un’assistenza infermieristica che rispetti i principi deontologici, culturali e la legislazione nazionale esistente;
  • favorire la partecipazione e il coinvolgimento degli infermieri nelle discussioni, nella politica e nella formulazione di norme riguardanti le questioni legate alla gestione del dolore e del morire, includendo l’assistenza ai pazienti morenti e alle loro famiglie.

Le informazioni di base
I progressi realizzati nell’accrescere la sopravvivenza delle persone e i cambiamenti intervenuti nei valori della società hanno sollevato dilemmi deontologici nell’ambito dell’assistenza infermieristica.

Il dibattito attuale si concentra principalmente sull’eutanasia e su altre questioni importanti, come il mantenimento o la sospensione dei trattamenti, le indicazioni scientifiche e le scelte dei pazienti (la loro volontà di morire o di continuare a vivere) e l’attenzione per la qualità della vita.

Le persone morenti e le loro famiglie hanno credenze e valori culturali diversi. Gli infermieri devono, per questo, fornire un’assistenza globale, rispettosa degli aspetti culturali e attenta alle dimensioni spirituale e religiosa. Creare così un ambiente privilegiato in cui l’assistenza e il sostegno forniti, riconoscendo l’inevitabilità della morte, aiutino i membri della famiglia ad accettare e a far fronte alla morte e al dolore.

Il ruolo degli infermieri e di altri professionisti sanitari, in questo ambito, continua ad essere dibattuto e gli infermieri devono essere informati sulle questioni in discussione e sulla legislazione corrente riguardanti l’assistenza ai pazienti terminali.

La qualità dell’assistenza infermieristica e delle cure contribuisce notevolmente alla morte serena e dignitosa e fornisce un supporto adeguato ai membri della famiglia nel far fronte al loro dolore.

Posizione adottata nel 2000.

Presa di posizione attinente:

·  Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base.

 

 

Il ruolo degli infermieri nell’assistenza ai prigionieri e ai detenuti

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. sottoscrive la Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite sui diritti dell’Uomo del 1948, la Convenzione di Ginevra del 19491 e i suoi protocolli supplementari.

L’I.C.N. pertanto sostiene quanto segue:

  • i prigionieri ed i detenuti hanno il diritto di ricevere assistenza sanitaria e di essere trattati con umanità; sono condannate le procedure pericolose, per la salute mentale e fisica, qualora siano adottate per eseguire interrogatori;
  • i prigionieri ed i detenuti hanno il diritto di rifiutare un trattamento terapeutico, le procedure diagnostiche, morire con dignità e in modo sereno.

Gli infermieri hanno una precisa responsabilità nel prevenire la malattia, nel promuovere e mantenere la salute, alleviare la sofferenza. La loro responsabilità primaria però riguarda l’assistenza infermieristica. Sono spesso i primi professionisti sanitari a sospettare o rilevare il mal trattamento che detenuti e prigionieri possono subire. È importante, per questo, aderire ai principi deontologici della professione nell’occuparsi di detenuti e prigionieri per essere orientati sui seguenti aspetti:

  • gli infermieri che sono a conoscenza di ingiusti trattamenti nei confronti di detenuti e prigionieri devono intraprendere le azione appropriate per salvaguardare i diritti di queste persone;
  • gli infermieri che operano nei servizi sanitari, all’interno dei penitenziari, non devono assumere le funzioni del personale addetto alla sicurezza della prigione, come, ad esempio, le perquisizioni fatte per la sicurezza del carcere;
  • gli infermieri non devono partecipare a ricerche cliniche sui prigionieri e sui detenuti qualora non sia stato richiesto loro il consenso informato;
  • le Associazioni nazionali infermieristiche e gli infermieri stessi dovrebbero proteggersi da abusi inerenti l’assistenza e le cure rivolte ai detenuti ed ai prigionieri;
  • le Associazioni nazionali infermieristiche dovrebbero far in modo che gli infermieri che operano nelle prigioni abbiano, a loro volta, un accesso privilegiato ai servizi che offrono supporto psicologico.

Le informazioni di base
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite (1948) dichiara che tutte le persone godono di tutti i diritti e delle libertà individuali, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, opinione politica, religione, origine nazionale o sociale, ricchezza, nascita o altra condizione e che nessuno dovrà essere sottoposto a trattamenti crudeli, inumani o degradanti.


La Convenzione di Ginevra del 1949 ed i protocolli supplementari, nel caso di conflitto armato, impongono che i membri delle forze armate, i prigionieri e le persone che non prendono parte alle ostilità siano protetti ed abbiano trattamenti umani.

Posizione adottata nel 1998.

Prese di posizione attinenti:

·  L’infermiere e i diritti della persona

·  I diritti dei bambini

·  Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti

·  La tortura, pena di morte e la partecipazione degli infermieri alle esecuzioni.

 

 

La salute delle donne

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
Le donne hanno diritto alla salute ed al benessere. Tuttavia, la povertà, i rapporti di disuguaglianza fra gli uomini e le donne, le difficoltà d’accesso ai servizi sanitari, la loro formazione inadeguata e una varietà di altri fattori sociali, economici, politici e culturali influenzano negativamente la salute di milioni di donne nel mondo.

L’I.C.N. fa suoi gli obiettivi di salute, definiti dalla Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, “Beijing + 5″1 e dal “Forum ICPD + 5″2, perché ritiene che le due iniziative contribuiscano, in modo importante, al diritto alla salute delle donne.

L’I.C.N. sostiene la protezione dei diritti delle donne e deplora lo sfruttamento sessuale ed il traffico delle donne e delle ragazze per prostituzione e per tutte le forme di violenza, compreso la mutilazione genitale femminile. L’I.C.N. si dichiara particolarmente preoccupato per la prevalenza crescente dell’infezione di HIV tra le donne3.

L’I.C.N. invita i governi ed altri organismi interessati ad accertarsi che le informazioni ed i servizi rivolti alla salute delle donne e alla maternità siano garantiti per abbassare i livelli inaccettabili di morbosità e di mortalità infantili e delle stesse donne che hanno partorito.

L’I.C.N. promuove l’equità tra i due sessi, la formazione, la responsabilizzazione delle donne sia nella vita pubblica sia in quella privata; sostiene le riforme sociali fondamentali, necessarie per rimediare alle disuguaglianze di potere, di status e dei ruoli.

L’I.C.N. favorisce l’integrazione della nozione di genere in tutti gli aspetti sanitari, compresi gli studi di epidemiologia, la ricerca, la presa di decisioni, la pianificazione dei servizi, la cura e l’assistenza infermieristica, affinché si abbia consapevolezza che la maggior parte delle cause di sofferenza delle donne sono radicate nel sistema sociale, comportamentale e culturale4.

L’I.C.N. sostiene fortemente l’istituzione dei servizi che siano accessibili, sensibili ai bisogni delle donne in tutte le fasi del ciclo di vita, in grado di fornire una gamma completa di prestazioni nonché l’educazione sanitaria necessaria.

L’I.C.N. crede che gli infermieri, in quanto professionisti formati ed esperti e data l’alta componente femminile, possano, in modo incisivo, difendere la causa delle donne e fornire servizi di qualità. Essi possono e dovrebbero contribuire direttamente all’elaborazione di politiche sanitarie, alla pianificazione di servizi, allo sviluppo della pratica e alla ricerca sulla salute delle donne. Contesto

La salute delle donne comprende il benessere fisico, mentale e sociale durante l’intero ciclo della vita ed ha un effetto diretto sulla salute dei bambini e delle famiglie.

La povertà colpisce le donne ed, in particolare, le madri nubili, in modo molto rilevante. Il 70% delle persone povere sono donne5.

A livello mondiale, la popolazione anziana che supera i 65 anni sta aumentando di 750.000 al mese. Entro il 2025 ci saranno più di 800 milioni di persone anziane nel mondo. Due terzi di loro vivranno in paesi in via di sviluppo e la maggioranza di queste persone sarà femminile6.

I diritti delle donne alla salute ed al benessere devono essere protetti durante tutta la durata della vita e specialmente durante la fase vulnerabile in cui è cruciale che le ragazze frequentino la scuola e beneficino di un adeguato supporto sanitario e sociale. Durante il periodo dell’età feconda, le donne hanno bisogno dell’accesso ai servizi per poter controllare il loro diritto alla procreazione7.

La mancanza di accesso ai servizi, una bassa condizione socio-economica ed i valori sociali che tollerano la violenza, l’abuso sessuale e ad altre violazioni dei diritti delle donne continuano ad alimentare l’epidemia di HIV nella popolazione femminile8. In paesi con alta prevalenza del HIV, le donne giovani hanno un maggior rischio di contrarre l’AIDS9 rispetto ai ragazzi maschi.

Gli infermieri possono svolgere un ruolo importante nel rinforzare le capacità delle donne di controllare le loro esistenze e le circostanze di vita.

Gli infermieri devono ricevere una formazione teorica e pratica per quanto attiene al rispetto delle diverse specificità dei due sessi; devono acquisire le capacità necessarie per valutare e seguire le politiche, i programmi sanitari anche secondo questa prospettiva, ponendo attenzione, per esempio, agli studi di epidemiologia, alla presa di decisioni e alla pianificazione di servizi.

Posizione adottata nel 1996 ed aggiornata nel 2002.

Prese di posizione attinenti:

·  L’abolizione delle pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili

·  Gli abusi e le violenze contro il personale infermieristico

·  La distribuzione e l’utilizzo dei sostituti del latte materno

·  L’assistenza infermieristica e lo sviluppo.

Pubblicazioni dell’I.C.N.

·  L’I.C.N. e la salute delle donne

·  Dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo al riconoscimento dei diritti di salute delle donne

·  L’osteoporosi, il suo significato sociale

·  L’I.C.N. e le giovani donne

·  La violenza, un’epidemia planetaria

·  Posizione dell’I.C.N. sulla povertà e la malattia

·  Integrare l’aspetto dell’equità tra i sessi nei servizi sanitari

·  L’assistenza infermieristica alle famiglie

·  Strumenti contro la violenza.

 

La salute mentale

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
La salute mentale, componente essenziale del benessere della persona, è, nella maggior parte delle società, trascurata, vi si dedicano poche risorse ed è soggetta a stigmatizzazione. L’I.C.N. deplora che la stigmatizzazione, la discriminazione, le disuguaglianze nel trattamento e la mancanza di accesso alle cure e all’assistenza continue seguitino a permanere.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche sono profondamente preoccupati per la qualità e la continuità delle cure e dell’assistenza alla persone con disturbi mentali e del comportamento. Tale preoccupazione si estendere ai bisogni delle loro famiglie e delle comunità nelle quali queste persone vivono. La stigmatizzazione e la discriminazione che subisco queste persone e i loro caregiver (compresi i professionisti sanitari) sono anch’esse fonte di preoccupazione.

L’I.C.N. valuta che servizi socio-sanitari efficaci, rivolti alle persone affette da disturbi mentali, saranno garantiti soltanto attraverso una strategia coordinata, inter-settoriale, orientata ai bisogni della comunità. L’I.C.N. invita i governi a realizzare questi programmi, centrati sulla promozione della salute mentale, sulla prevenzione, su interventi precoci anziché sui trattamenti prolungati, sull’assistenza infermieristica e sulla riabilitazione a domicilio. L’I.C.N. riconosce inoltre l’importanza del trattamento erogato in ambito istituzionale, basato sulla condizione e sui bisogni delle persone affette da disturbi mentali, così come l’importanza di sistemi di sostegno ai caregiver.

Una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alla salute mentale e alla condizione dei gruppi più vulnerabili (donne, giovani, anziani, persone che hanno subito trattamenti non adeguati, tossicodipendenti, rifugiati ecc), al garantire risorse umane e finanziarie sufficienti per le esigenze dei servizi, all’educazione ed alla formazione di specialisti nella salute mentale.

L’I.C.N. esorta i governi a:

  • adottare politiche e leggi per proteggere e migliorare la salute mentale e per assicurare servizi socio-sanitari efficaci, integrati
  • e orientati alla comunità;
  • realizzare sistemi d’informazione che misurino e valutino gli indicatori riguardanti il settore della salute mentale;
  • fornire le risorse umane e le tecnologie adatte, compreso la terapia farmacologia;
  • identificare e sostenere le priorità in materia di salute mentale;
  • intraprendere una campagna, rivolta in tutte le direzioni, per richiamare l’attenzione sul problema della stigmatizzazione in materia
  • di salute mentale.

L’I.C.N. invita le professioni sanitarie a:

  • lottare contro la stigmatizzazione e la discriminazione in materia di salute mentale;
  • promuovere norme etiche che orientino l’elaborazione di politiche, nei servizi e nella ricerca;
  • promuovere e diffondere la ricerca nel campo della salute mentale;
  • impegnarsi per l’assegnazione di risorse finanziarie, umane e tecnologiche per le cure integrate ed orientate ai bisogni della
  • comunità.

Inoltre l’I.C.N. invita gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche a:

  • partecipare all’elaborazione di politiche per la salute mentale;
  • ottenere l’integrazione della salute mentale, come argomento da affrontare, nei programmi di studi infermieristici ai diversi livelli (di base, post-base e permanente);
  • collaborare con altre discipline ed altri settori sanitari;
  • considerare i problemi di ingresso nella professione e di mantenimento al lavoro dei professionisti;
  • sostenere lo sviluppo continuo dei servizi di salute mentale.

Contesto
Circa 450 milioni di persone, in tutto il mondo, soffrono di disturbi mentali e molte altre sono a rischio1. Queste cifre possono essere il risultato di stili di vita stressanti, di rapporti disfunzionali, di conflitti, di violenze, di malattie fisiche, di infezioni o di traumi. A livello internazionale, si attende un incremento dei problemi legati alla salute mentale stante l’importanza crescente che rivestono le varie questioni sociali ed economiche, quali la disoccupazione, la criminalità, la povertà, l’intolleranza razziale, l’abuso di sostanze che creano dipendenza, la perdita della casa e le violenze di ogni tipo.

La stigmatizzazione e la discriminazione, associate alla malattia mentale, hanno conseguenze negative sulla salute e sul benessere del paziente e della famiglia. La stigmatizzazione è inoltre un ostacolo per la ricerca sulle cure e sull’assistenza, nonché per l’integrazione di queste persone nella comunità.

Gli infermieri devono applicare approcci globali per affrontare le diverse problematiche riguardanti la promozione della salute mentale, la prevenzione delle malattie, l’assistenza, la riabilitazione delle persone con disturbi della salute mentale e il sostegno da dare alle loro famiglie, alla comunità. Gli infermieri, inoltre, hanno un ruolo determinante nel ridurre la stigmatizzazione della malattia mentale. Tuttavia, si rileva una costante penuria di infermieri specializzati nell’assistenza a queste persone. Tale situazione ciò è causata dalle ricorrenti difficoltà esistenti nel reclutamento e nel mantenimento al lavoro degli infermieri. Gli infermieri specializzati, in alcuni paesi, non sono valorizzati; i programmi formativi rivolti all’assistenza, alla direzione, alla ricerca e alla formulazione delle politiche sono inadeguati per questo settore.

I disturbi mentali sono comuni in tutti i contesti sanitari; la malattia fisica è accompagnata spesso da questo tipo di problema. Gli infermieri devono quindi disporre di conoscenze e abilità per rispondere ai bisogni dei loro pazienti affetti da disturbi mentali.

Posizione adottata nel 1995 ed aggiornata nel 2002.

Pubblicazioni dell’I.C.N.:

·  La salute mentale: affrontare le sfide, 2001.

Prese di posizioni attinenti:

·  Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base

·  La ricerca infermieristica

·  L’infermiere e i diritti della persona

·  La gestione dell’assistenza infermieristica e dei servizi socio-sanitari.

 

 

I servizi sanitari per gli immigrati, i rifugiati e i profughi

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali hanno un particolare interesse per i bisogni attualmente presenti e per quelli a lungo termine riguardanti le cure mediche e l’assistenza infermieristica alle persone immigrate, rifugiate, profughe e si ritengono particolarmente responsabili del sostegno agli infermieri rifugiati.

I programmi che affrontano le esigenze di queste persone devono essere coordinati ed implementati con istituzioni governative e non-governative, ai diversi livelli internazionali e nazionali.

L’I.C.N. si adopererà con tutti i mezzi più appropriati per promuovere lo sviluppo dei programmi sanitari e sociali (trattamenti d’urgenza, cure, riparazione/integrazione/insediamento, assistenza infermieristica).

L’I.C.N. condanna le frequenti violazioni dei diritti umani subiti da queste persone ed assicura la promozione di strategie in grado di rinforzare la giustizia sociale.

L’I.C.N. incoraggia le Associazioni nazionali infermieristiche a valutare la dimensione del problema nei loro paesi ed ad intraprendere azioni di cooperazione per fornire un aiuto adeguato, in particolare:

  • far acquisire la consapevolezza al pubblico circa l’esistenza di queste problematiche;
  • identificare i bisogni specifici di cura e di assistenza infermieristica;
  • fare pressione presso i governi affinché forniscano servizi sanitari adeguati;
  • partecipare agli sforzi di mobilizzazione delle risorse necessarie;
  • aiutare i programmi dei soccorsi urgenti e di ripopolamento per i rifugiati prestando un’attenzione speciale ai gruppi vulnerabili;
  • prevedere l’adozione di politiche e di legislazioni adeguate;
  • aiutare gli infermieri rifugiati ad affrontare i loro problemi in quanto rifugiati e in quanto membri della professione;
  • pianificare il finanziamento e la valutazione dei servizi sanitari forniti;
  • predisporre programmi di formazione appropriati per il personale infermieristico;
  • facilitare il contatto e la cooperazione rapida degli infermieri con le organizzazioni che trattano le necessità di queste persone;
  • avvicinarsi alle cause principali di migrazione forzata come povertà e violazioni dei diritti umani.

Le informazioni di base
Un numero di persone che non ha eguali nella storia, è stato soggetto di migrazione, è diventato profugo o rifugiato durante gli ultimi decenni. Al 1° gennaio 1999, vi erano 21.5 milioni di rifugiati nel mondo, cioè una persona su 280. Altri 30 milioni sono classificati come profughi interni.

Lo stato di salute di queste popolazioni è spesso debole e può essere peggiorato dalle privazioni fisiche, dalle difficoltà e dallo stress. La mancanza di risorse nel primo paese che rappresenta, per loro, il primo asilo, costituisce un problema.

Gli infermieri, innanzi tutto come cittadini del loro paese e difensori dei pazienti, possono dare un importante contributo per risolvere i problemi sanitari di queste persone e per aiutarli a adottare un nuovo modo di vivere.

I diritti di base di queste persone sono spesso oggetto di violazioni aggravando circostanze rischiose e non sane (violenza sessuale, detenzione prolungata, bambini appena nati senza nazionalità, non accedere all’educazione, prostituzione infantile, malnutrizione).

Posizione adottata nel 1983 ed aggiornata nel 2000.

Presa di posizione attinenti:

·  Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base.

 

 

L’assistenza infermieristica alle persone anziane

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
Gli infermieri, unitamente alle famiglie dei pazienti e ad altri professionisti sanitari, hanno un ruolo chiave nell’assistenza alle persone più anziane.

L’obiettivo dell’assistenza infermieristica, nei riguardi delle persone anziane, consiste nel rendere possibile il raggiungimento di uno stato ottimale di salute, benessere e qualità di vita promovendo la loro partecipazione e rispettando i loro valori e desideri. La realizzazione di questo obiettivo richiede un numero adeguato di personale qualificato. Se si vogliono assicurare servizi qualitativamente validi per gli anziani, l’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche hanno la responsabilità di impegnarsi per l’inserimento di infermieri giovani nella professione.

L’assistenza infermieristica costituisce l’attività più importante nell’assistenza alle persone fragili, ai malati e alle persone morenti contribuendo, parallelamente, al mantenimento della salute ed alla prevenzione delle malattie. Aiutare le persone ad auto-assistersi e ad esercitare il loro diritto di decidere su stili di vita da adottare e sui trattamenti proposti, sono aspetti importanti del ruolo infermieristico.

Gli infermieri, svolgendo questo ruolo essenziale, hanno la responsabilità di mantenere un ottimo livello di competenza, di progettare ed erogare l’assistenza infermieristica, di assegnare alcuni compiti a personale di supporto garantendone la sicurezza e valutando i servizi forniti nel loro insieme.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche dovrebbero partecipare alla definizione della politica riguardante le cure e l’assistenza alle persone più anziane intervenendo per difendere questa parte di popolazione e facilitando la risoluzione dei problemi nello stesso ambito. L’impegno include lo sviluppo di programmi di formazione infermieristica in geriatria e l’assegnazione di risorse sia al settore sociale sia a quello sanitario. Gli infermieri e le loro organizzazioni possono influenzare i dibattiti riguardanti l’invecchiamento della popolazione mondiale, i fattori determinanti della salute e l’impatto che questi aspetti hanno sul contesto sociale.

Le informazioni di base
A livello mondiale, la popolazione anziana, con oltre 65 anni, sta aumentando di 750.000 persone al mese. Entro 2025 ci saranno più di 800 milioni di persone anziane nel mondo. I due terzi di loro vivranno nei paesi in via di sviluppo e la maggioranza di queste persone saranno donne1.

A seguito dell’allungamento della durata della vita e, conseguentemente, del numero di persone anziane sempre più elevato, risulta necessaria una vasta gamma di servizi sanitari, come la promozione della salute, la prevenzione della malattia, la riabilitazione, le cure e l’assistenza per le forme acute e croniche, le cure palliative.

L’I.C.N., disponendo di conoscenze ed esperienze, sostiene le Associazioni affiliate nello sforzo di risolvere i problemi in questo settore e le possibili implicazioni future.

Le Associazioni nazionali infermieristiche hanno accesso agli organi di decisione che determinano le politiche che interessano direttamente le condizioni di vita delle persone più anziane. Hanno inoltre la possibilità di stabilire delle collaborazioni con le Associazioni di altre professioni sanitarie e con le organizzazioni comunitarie che sostengono o rappresentano le persone anziane.

Posizione adottata nel 1998.

Presa di posizione attinente:

·  Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base.

 

 

La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS)

 

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. deplora la stigmatizzazione e l’emarginazione delle persone affette da HIV/AIDS nonché le conseguenze disastrose, sia sanitarie sia sociali, che derivano da tali condizioni e pertanto richiede cure competenti e umane.

Le Associazioni infermieristiche nazionali, i datori di lavoro e gli infermieri hanno una precisa responsabilità nel garantire quanto segue:

  • tutti i professionisti sanitari devono aver accesso ad informazioni aggiornate su HIV/AIDS, sulle modalità di trasmissione, sulla prevenzione per informare ed orientare le persone verso stili di comportamento sicuri;
  • gli infermieri devono essere competenti nel fornire l’assistenza ai pazienti. Ciò include la conoscenza delle precauzioni universali e l’accettazione dei loro doveri deontologici.
  • un ambiente sicuro, comprese le attrezzature protettive, che consenta un’assistenza adeguata alle persone affette da HIV/AIDS, unitamente alla protezione degli infermieri stessi contro l’esposizione all’HIV, come contro altre malattie quali epatite B e C;
  • incitamento ai governi ed altri organismi, compreso i fornitori di droga, per rendere la terapia antiretrovirale accessibile alla gente che vive con HIV/AIDS.

Le informazioni di base
La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) è una minaccia che grava sulla sanità pubblica e che continua a propagarsi. Esistono oltre 36 milioni di persone che vivono con HIV/AIDS e questo numero continua ad aumentare. L’I.C.N. è preoccupato, in particolare, per la crescita dell’infezione di HIV tra le donne, i giovani ed altri gruppi di popolazione vulnerabile. La mancanza di accesso ai servizi, condizioni socio-economiche scadenti e valori sociali che tollerano le violenze, come l’abuso sessuale ed altre violazioni dei diritti delle donne, continuano ad alimentare l’epidemia tra queste ultime.

Il trattamento irrazionale e discriminatorio delle persone che vivono con HIV/AIDS continua ad essere segnalato in molti paesi, unitamente alle violazioni dei loro diritti riguardanti l’occupazione, l’alloggio, la formazione e perfino l’accesso alle cure e all’assistenza infermieristica.

E’ possibile mantenere la qualità di vita delle persone con HIV/AIDS assicurando interventi infermieristici competenti e personalizzati. Tuttavia, le cure e l’assistenza a queste persone stanno suscitando inquietudini professionali negli infermieri ed in altri professionisti sanitari. Gli infermieri devono esaminare i loro atteggiamenti personali e gli stereotipi esistenti, nella misura in cui questi possono compromettere l’assistenza prestata.

Stante le difficoltà economiche presenti, alcuni paesi non possono stanziare le risorse necessarie per curare ed assistere queste persone. I servizi sanitari, di conseguenza, mancano delle dotazioni adeguate, delle attrezzature protettive personali e di altri materiali indispensabili.

L’uso della terapia antiretrovirale ha migliorato notevolmente la salute e la qualità di vita delle persone con HIV/AIDS. Tuttavia il suo alto costo l’ha resa inaccessibile a molti, in particolare a coloro che vivono nei paesi in via di sviluppo.

L’HIV/AIDS è stata dichiarata una grave minaccia contro la sicurezza delle nazioni e contro lo sviluppo economico.

L’I.C.N. sollecita le Associazioni infermieristiche nazionali membri ad attuare le seguenti azioni:

  • partecipare attivamente alla sensibilizzazione ed all’istruzione della collettività per quanto concerne l’HIV/AIDS;
  • approntare le misure atte a combattere la violenza contro le donne, compreso la violenza carnale, gli abusi sessuali, la prostituzione e il traffico di bambini;
  • impegnarsi per la protezione dei diritti fondamentali delle persone che vivono con HIV/AIDS, delle loro famiglie, della collettività e degli infermieri che si occupano di loro.

Posizione adottata nel 1989 ed aggiornata nel 2001.

Prese di posizione attinenti:

·  La riduzione dei rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita

·  L’infermiere e i diritti della persona

·  La riduzione della trasmissione di malattie infettive legate ai viaggi

·  La salute e sicurezza degli infermieri nell’ambito lavorativo

·  L’impatto dell’AIDS sull’attività degli infermieri e delle ostetriche

·  Il benessere socio-economico degli infermieri.

– Assistenza ai morenti e alle loro famiglie

Gli infermieri hanno una preparazione specifica per erogare un’assistenza compassionevole e qualificata alle persone nella fase finale della loro vita e alle loro famiglie. L’ICN considera il ruolo degli infermieri fondamentale per un approccio di tipo palliativo, mirato a ridurre la sofferenza e a migliorare la qualità di vita dei morenti e delle loro famiglie mediante la valutazione precoce, l’identificazione e la gestione del dolore e dei bisogni fisici, sociali, psicologici, spirituali e culturali. ICN sostiene le associazioni infermieristiche nazionali nei loro sforzi per: Aiutare gli infermieri ad affrontare le tematiche  complesse delle cure palliative in relazione alla morte e al morire, compresa  l’assistenza compassionevole e qualificata durante il fine vita, rispettando la volontà del paziente, gli standard etici e le norme culturali concernenti la morte e il lutto, e rispondendo  al bisogno di  sostegno e di elaborazione del lutto dei membri della famiglia a domicilale, negli hospice, nelle case di cura e negli altri luoghi dove si fornisce assistenza alle persone in fase terminale. Tutelare la partecipazione infermieristica all’interno di gruppi multidisciplinari di assistenza ai morenti e alle loro famiglie.Promuovere un’assistenza infermieristica che rispetti i principi etici e culturali in linea con la normativa infermieristica nazionale.  Aumentare il coinvolgimento degli infermieri nei dibattiti, nelle scelte politiche e legislative che riguardano la morte e il morire compresa l’assistenza infermieristica alle persone morenti e ai loro familiari. Promuovere l’inserimento nella formazione di base e post-base dei seguenti argomenti: l’approccio delle cure palliative, l’acquisizione di abilità nella valutazione e nella gestione del dolore, il rispetto dei valori culturali, il diritto dei pazienti morenti di prendere decisioni informate: compreso il diritto di scegliere o rifiutare un trattamento e il diritto a una morte dignitosa.  Contesto  Un sempre crescente numero di persone vive più a lungo ed è affetto da una gamma di patologie croniche e complesse che tendono a limitarne la vita. Un approccio palliativo ha molto da offrire a loro e alle loro famiglie. Gli infermieri hanno la responsabilità di essere ben informati ed esperti nell’erogare assistenza ai pazienti terminali e alle loro famiglie. Le persone morenti e le loro famiglie hanno credenze e valori sia culturali che personali. Gli infermieri devono offrire un’assistenza olistica e sensibile alla loro cultura, che rispetti le credenze spirituali e religiose. Un ambiente che offre attenzione e aiuto, che riconosce l’inevitabilità della morte, aiuta i membri della famiglia ad accettare e ad affrontare la perdita e il lutto. I progressi nelle procedure tecniche di mantenimento della vita e le modifiche dei valori della società riguardo alla qualità della vita hanno fatto sorgere nell’assistenza infermieristica dei dilemmi etici. Il dibattito attuale si focalizza principalmente sull’eutanasia. Tuttavia sono ugualmente importanti altre tematiche come l’interruzione o il proseguimento dei trattamenti, le direttive anticipate e le scelte del paziente o “testamenti biologici”, nonchè la  preoccupazione per la qualità della vita. Il ruolo degli infermieri e degli altri professionisti della salute nell’assistenza ai pazienti morenti continua a essere discusso e gli infermieri devono conoscere le problematiche e le norme che riguardano  il fine vita. Alleviare il dolore e la sofferenza è una responsabilità infermieristica fondamentale e gli infermieri sono preparati a livello di esperti nella gestione del dolore, nelle cure palliative e nell’aiutare le persone ad affrontare l’angoscia, la morte e il morire. La qualità dell’assistenza durante il fine vita contribuisce in modo sostanziale ad una morte dignitosa e serena e fornisce sostegno ai membri della famiglia nell’affrontare l’intero processo della perdita e del lutto.