183 Il Benessere Socio Economico Degli Infermieri


Il benessere socio-economico degli infermieri

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 Le posizioni dell’I.C.N.


Gli abusi e le violenze rivolti agli infermieri

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. condanna con forza tutte le forme di abuso e violenza rivolte agli infermieri, comprese le molestie sessuali. Gli infermieri hanno diritto al rispetto della loro integrità e dignità nonché il diritto a non soffrire.

L’I.C.N. condanna gli atti di abuso e di violenza commessi nei confronti di tutte le persone, compresi il personale sanitario, i pazienti, i bambini, le persone anziane e tutti i privati cittadini. Si ritiene opportuno tuttavia sottolineare che gli infermieri costituiscono una categoria particolarmente esposta e per questo occorre continuare a porre una speciale attenzione alla necessità di eliminare tutte le forme di abuso e violenza di cui sono vittime.

Per l’I.C.N. non vi è alcun dubbio che la violenza nei luoghi di lavoro minaccia la qualità dei servizi erogati ai malati. Se occorre garantire l’efficacia dei servizi è necessario assicurare agli infermieri un ambiente di lavoro sicuro e un trattamento rispettoso. Carichi di lavoro eccessivi, condizioni di lavoro poco sicure e inappropriate possono essere considerati come forme di violenza e pertanto incompatibili con il concetto di “buona pratica”.

L’I.C.N. intende contribuire all’elaborazione e alla promozione di politiche con tolleranza zero per la violenza comprendenti legislazione e regolamentazione corrette, sanzioni giudiziarie, norme sugli ambienti di lavoro ed indicazioni per la cooperazione con altre organizzazioni che condividono obiettivi contro la violenza.

L’I.C.N. esorta le Associazioni infermieristiche nazionali per:

  • sensibilizzare il pubblico e la comunità degli infermieri contro le diverse manifestazioni di violenza perpetrata nei confronti del personale infermieristico;
  • assicurare l’accesso del personale infermieristico (vittima o autore di violenze) ai servizi idonei per un sostegno, dal momento della denuncia fino alla condanna e all’indennizzo;
  • negoziare l’introduzione e il mantenimento di misure di sicurezza appropriate, procedure di denuncia riservate nell’ambiente di lavoro;
  • facilitare all’accesso all’assistenza legale per gli infermieri che ne hanno bisogno;
  • incontrare i responsabili degli enti sanitari nei quali gli infermieri operano per ottenere il loro aiuto nel garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi;
  • assicurarsi che i datori di lavoro rispettino gli obblighi in materia di sicurezza, garantendo in particolare un livello di coordinamento adeguato ed un impegno nel promuovere modelli di comportamento sicuri e metodi di lavoro rivolti alla qualità dell’assistenza sanitaria nel suo complesso;
  • contribuire a fornire una cultura infermieristica che non perpetui la tendenza degli ultimi anni secondo la quale gli infermieri sono responsabili delle violenze che subiscono;
  • promuovere un’immagine positiva della figura infermieristica e promuovere il rispetto degli infermieri verso la loro dignità e la loro sicurezza insistendo, soprattutto, sull’importanza del ruolo;
  • introdurre nel programma di formazione infermieristica corsi riguardanti l’eliminazione e/o la gestione della violenza;
  • contribuire a costruire una raccolta dati riguardanti le violenze in ambito sanitario.

Le informazioni di base
La malattia e i fattori di rischio potenziale per la vita provocano condizioni di stress ai pazienti, ai loro familiari e al personale sanitario che opera nei servizi. Tali condizioni possono aggravare, a loro volta, i fattori che provocano forme di violenza. Si tratta di aspetti di cui sembra vi sia un livello elevato nella società in generale e nei luoghi di lavoro dei servizi sanitari.

Le condizioni di lavoro in questo settore espongono gli infermieri e gli altri operatori ai rischi di violenza molto critici; le cause sono:

  • impiego del personale (organici e controlli inadeguati; utilizzo di personale a tempo determinato, senza esperienza e con responsabilità rilevanti nelle Unità in cui lavorano);
  • rotazione del personale anche nei turni notturni;
  • mancanza di misure di sicurezza negli stabili in cui si lavora;
  • interventi infermieristici che richiedono un contatto fisico;
  • carichi di lavoro esagerati negli ambiti in cui si vivono spesso stress emotivi;
  • facilità con la quale chiunque può accedere ai luoghi di lavoro;
  • visite a domicilio ed in isolamento.

Le ricerche dimostrano che, nel settore sanitario, gli infermieri sono il personale più esposto alla violenza nei luoghi di lavoro. Ad esempio, le molestie sessuali sono spesso segnalate come il fenomeno più largamente diffuso nel settore sanitario e tra le infermiere in particolare. La prevalenza e l’impatto delle violenze verbali come le ingiurie, non devono essere minimizzati e gli effetti di tali violenze sono simili a quelli delle aggressioni fisiche, soprattutto per quanto riguarda le ripercussioni sull’erogazione dell’assistenza. Se la violenza contro gli infermieri sembra essere meno frequente, non è per questo più tollerabile.

Gli infermieri hanno il dovere di reagire alla violenza, attraverso programmi formativi, per poter identificare le situazioni potenzialmente pericolose e programmi per promuovere meccanismi efficaci di trattamento.

Le pressioni esercitate sulle vittime, per quanto riguarda la richiesta di silenzio, sono grandi. Normalmente molte culture tollerano o nascondono la violenza fisica, le molestie sessuali o le violenze verbali perpetrate contro le donne. Inoltre gli infermieri hanno spesso accettato passivamente gli abusi e le violenze come facenti parte del loro lavoro: un punto di vista a volte condiviso dal pubblico e dalle autorità giudiziarie. Tutto ciò non fa che frenare le segnalazioni, porta a sottostimare gli incidenti da parte dello stesso gruppo professionale, impedisce l’elaborazione di strategie efficaci contro il dolore per la violenza subita.

Tra le conseguenze delle violenze verbali, fisiche e delle molestie sessuali, si possono citare:

  • gli shock, la depressione, i sentimenti di incredulità, rabbia, colpa, paura, impotenza e spogliazione;
  • le ferite psichiche e i disturbi (emicrania, vomito) comprendendo anche i disturbi sessuali;
  • un alto livello di stress e di ansia;
  • una perdita di stima di sé e una perdita di fiducia nelle competenze professionali possedute;
  • un comportamento che porta a ripiegarsi su di sé che, a sua volta, incide negativamente sulla qualità del lavoro e genera assenteismo;
  • effetti negativi sulle relazioni interpersonali;
  • perdita di soddisfazione per il lavoro, morale basso e un tasso di turnover in aumento.

La violenza è distruttiva e ha effetti profondamente negativi sia sulle persone che ne sono testimoni sia sulle persone che ne sono vittime: entrambe sviluppano sintomi da stress post-traumatico. Si può dire che la violenza occupa anche i luoghi di lavoro

Riferimenti
Direttive: come affrontare la violenza nell’ambito lavorativo, Ginevra, I.C.N., 1999.

Posizione rivista ed adottata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il benessere socioeconomico degli infermieri

·  Le modalità per trattenere al lavoro gli infermieri ed evitare i trasferimenti internazionali

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito lavorativo

·  Lo sviluppo delle risorse umane nell’ambito sanitario

·  L’infermiere e i diritti della persona.

 

 

Gli accordi commerciali internazionali

La presa di posizione dell’I.C.N.
Gli accordi commerciali internazionali influenzano i servizi sanitari e il personale che vi opera. L’I.C.N. esorta le Associazioni nazionali infermieristiche, unitamente agli enti governativi e non governativi, a sorvegliare attentamente lo sviluppo e gli effetti di tali accordi sulle politiche sanitarie e sociali.

L’accesso ai servizi sanitari, le possibilità di impiego per il personale sanitario e le norme professionali sono delle questioni che rivestono per gli infermieri una pertinenza e un interesse prioritario. La privatizzazione e lo sviluppo commerciale nel settore sanitario devono essere controllati per mantenere un sistema generale in grado di garantire alla popolazione l’accesso ai servizi. L’I.C.N. poiché è il portavoce degli infermieri, incoraggia la promozione di politiche in grado di migliorare la qualità degli interventi sanitari, compresi quelli rivolti al mondo del lavoro, finanziando strutture e meccanismi corretti. L’I.C.N. denuncia le politiche che hanno un impatto negativo sulla qualità dell’assistenza fornita.

In questa prospettiva l’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche aderiscono al principio di equità per quanto riguarda l’erogazione dei servizi sanitari (la salute per tutti). L’I.C.N. condanna i tentativi di facilitare la mobilità, in paesi diversi da quelli di origine, degli infermieri qualora metta a repentaglio la sicurezza dei pazienti, soprattutto a seguito di pressioni ricevute per abbassare gli standard che governano l’accreditamento o per l’interruzione della loro applicazione.

L’I.C.N. protegge e promuove il diritto della professione infermieristica ad avere una propria autoregolamentazione coerente. Di conseguenza, l’I.C.N. promuove lo sviluppo di normative o politiche per la professione infermieristica in grado di:

  • sostenere la definizione di standard per la pratica e la formazione in grado di consentire confronti internazionali,
  • strutturare gli accordi commerciali internazionali riguardanti i servizi professionali (per es.:accordi di riconoscimento reciproco).

L’erogazione di servizi di qualità dipende da un ambiente di lavoro sano e condizioni operative ottimali. Gli accordi commerciali internazionali devono quindi integrare le norme del lavoro con quelle riguardanti l’ambiente per favorire la qualità dell’assistenza includendo disposizioni per la loro applicazione. Occorre che le Associazioni infermieristiche acquistino una loro forza sociale nelle negoziazioni commerciali internazionali e possano accedere a tutte le informazioni necessarie.

Inoltre, dal punto di vista strategico, l’I.C.N. e le Associazioni membri devono operare di concerto con gli altri attori, presenti nei servizi sanitari, per influenzare gli accordi commerciali internazionali che hanno un impatto sui pazienti, sulla salute pubblica e familiare, sulle risorse umane del settore sanitario e comunque sui sistemi sanitari in generali.

Le informazioni di base
Gli accordi commerciali internazionali hanno tradizionalmente messo l’accento sul commercio di beni e di merci. La portata di tali accordi si è attualmente ampliata per far rientrare la nozione di commercio internazionale nella vasta gamma dei servizi, anche sanitari. E’ opportuno riflettere su una nuova generazione di questioni relative alla regolamentazione, al lavoro, alla competizione e alla sicurezza sulla qualità.

Il settore sanitario è sempre più influenzato dalle politiche e dagli accordi economici nazionali e internazionali (es.:Accordo del libero scambio americano, Cooperazione economica Asia-Pacifico, Accordo generale sulle dogane e sul commercio). Gli strumenti negoziati, a livello internazionale, costituiscono delle risorse, ma anche delle sfide. Ciò che tuttavia rappresenta motivo di preoccupazione è il modo in cui gli accordi di questo tipo indeboliscono e/o limitano il contributo governativo, i meccanismi di regolamentazione professionale e il mantenimento dei servizi sanitari e sociali pubblici non basati sul profitto.

L’evoluzione rapida dell’equilibrio esistente tra il contributo del pubblico e quello del settore sanitario privato incide sull’equità e sulla qualità dell’assistenza, sull’accesso ai servizi sanitari e sulle relazione nell’ambito lavorativo. L’impatto degli interessi economici o commerciali sulle riforme sanitarie deve essere sorvegliato (mancata sostituzione di personale qualificato, forme di de-professionalizzazione, abbandono del mondo del lavoro da parte degli infermieri).

Gli infermieri sono professionisti essenziali nei servizi sanitari. L’assistenza che prestano e le condizioni di lavoro in cui operano sono influenzate dagli accordi commerciali internazionali. Essi devono avere accesso all’informazione e agli organi decisionali a tutti i livelli.

Posizione adottata nel 1999 ed aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

·  La partecipazione degli infermieri a tutti gli stadi delle prese di decisioni e delle elaborazioni delle politiche concernenti i servizi sanitari

·  I servizi sanitari accessibili, finanziati dai fondi pubblici

·  Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base.

 

Il benessere socio-economico degli infermieri

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche sostengono la necessità di disporre di luoghi di lavoro sicuri e in grado di consentire il miglioramento della qualità dell’assistenza infermieristica. Gli infermieri hanno il diritto di esercitare la loro attività in ambienti attenti alla qualità dell’assistenza, alla sicurezza e promozione della salute dei lavoratori, in grado di offrire salari giusti ed equi.

L’I.C.N. difenda la libertà di associarsi degli infermieri, il diritto di costituire sindacati e di riunirsi in organizzazioni, se lo desiderano.

Il lavoro degli infermieri e l’importanza che riveste per la vita, la sicurezza personale e la salute delle persone assistite esigono l’adozione di misure volte ad incoraggiare e a promuovere la piena realizzazione dei meccanismi di negoziazione tra i datori di lavoro, gli infermieri e i loro rappresentanti. Nelle organizzazioni sanitarie dovrebbe essere prevista una modalità ufficiale per raccogliere le lamentele degli infermieri e degli altri operatori.

I principi che assicurano una remunerazione equa ed uguale a fronte di attività di pari valore devono essere rispettati. Questi principi dovrebbero essere sostenuti da una ripartizione dei posti di lavoro, indipendente da considerazioni legate al sesso, agli strumenti di valutazione delle prestazioni e con un accesso libero all’insegnamento ed agli sviluppi di carriera.

E’ pertanto necessario che le Associazioni nazionali infermieristiche:

  • stabiliscano, promuovano e mantengano programmi volti a permettere agli infermieri di aspirare a livelli di remunerazione economica e sociale che siano all’altezza del loro contributo alla società;
  • promuovano opportunità durevoli per lo sviluppo delle carriere infermieristiche e sostengano queste iniziative, considerando anche le attività imprenditoriali;
  • definiscano le attività infermieristiche e partecipino alla messa a punto di strumenti appropriati per la valutazione;
  • si impegnino affinché gli infermieri partecipino alla formazione continua, la formazione complementare e i titoli infermieristici siano riconosciuti e giustamente retribuiti;
  • incoraggino gli infermieri a riconoscere, valorizzare e far capire il loro lavoro;
  • organizzino e mantengano meccanismi destinati a sostenere i diritti di negoziazione degli infermieri, contribuiscano ad assicurare protezione contro tutte le forme di sfruttamento e ad bilanciare le questioni di equità e di occupazione;
  • creino una rete efficace per divulgare le informazioni riguardanti le questioni professionali e quelle lavorative;
  • predispongano programmi di formazione rivolti ai rappresentanti delle Associazioni, ai responsabili della professione e agli infermieri che gestiscono i diversi metodi di negoziazione per essere in grado di rispondere, in modo appropriato, alle preoccupazioni che, in ogni paese, potrebbero insorgere in tema di impiego;
  • promuovano i meccanismi o le procedure che garantiscono una giusta retribuzione agli infermieri, considerando le loro condizioni di lavoro ed, in particolare, gli orari ai quali sono sottoposti;
  • sostengano l’avvio e la conduzione di studi per identificare le eventuali disparità o incongruenze salariali e la promozione di un riesame dei salari;
  • facciano pressione in favore di una legislazione e di una informazione al pubblico orientate all’equità salariale;
  • incoraggino i loro governi affinché ratifichino le convenzioni dell’O.I.T. e sorveglino perché i principi enunciati, in tali convenzioni, siano applicati;
  • apportino il loro sostegno ad altre Associazioni infermieristiche nazionali che, a loro volta, cercano di influenzare i loro governi per ratificare le convenzioni che riguardano l’O.I.T..

Le informazioni di base
La vita di una nazione dipende dalla salute dei suoi cittadini in generale e dei lavoratori in particolare.

Il diritto di accesso all’assistenza sanitaria è un diritto riconosciuto a livello internazionale che dipende in larga misura dalla disponibilità di personale sanitario presente in numero sufficiente, con una adeguata formazione e dalla capacità dei servizi sanitari di mantenere in attività ciascuno degli operatori.

La libertà di associazione, il diritto di negoziazione in materia di impiego e di condizioni di lavoro sono riconosciuti, a livello internazionale, dalla Dichiarazione di Filadelfia dell’Organizzazione internazionale del lavoro (O.I.T.) e dalle sue convenzioni (per esempio, le convenzioni n.100 e n.111) e ancora più precisamente, dalla convenzione n.149 riguardante il personale infermieristico.

Le modalità di remunerazione attuali dipendono spesso dal sesso dell’individuo e non dal valore del suo lavoro per la società. La sottovalutazione dell’importante ruolo che gli infermieri svolgono nell’ambito sanitario, associata ad una generica discriminazione contro le donne, si traduce, per le infermiere, in condizioni economiche e sociali deboli. Un numero crescente di studi hanno documentato questa discriminazione nell’ambito della professione infermieristica. Grazie alle informazioni ora disponibili ed alla sensibilizzazione dell’opinione su questi problemi, nelle realtà più difficili, stanno per essere introdotte politiche e misure pratiche progettate per garantire l’uguaglianza tra i sessi.

Le ricerche indicano che sul 75% dei posti e dei livelli si opera una disparità per il sesso1. L’O.I.T. ha riconosciuto che il valore relativo e il livello di remunerazione associati ad un dato impiego sembrano diversi se riguardano le donne o gli uomini. Infatti gli studi sul valore comparato hanno dimostrato che, in media, gli impieghi nei quali le donne occupano un posto preponderante sono remunerati il 15% in meno rispetto alla remunerazione destinata agli uomini a fronte di livelli di competenza, di impegno e di responsabilità simili2.

Una volta consolidata nel tempo, è raro che la disomogenea articolazione tra stipendi e differenti impieghi muti senza azioni deliberate. L’equità, in tema di salario, deve essere incoraggiata in tutti i paesi del mondo.

Un numero elevato di sistemi di valutazione del lavoro sono influenzati dalle considerazioni legate al sesso dei lavoratori e non sono in grado di comprendere e valorizzare l’attività delle infermiere e di altre lavoratrici perpetuando, in questo modo, le disuguaglianze nei salari. Una recente inchiesta ha confermato che le infermiere erano sotto pagate perché le valutazioni di cui sono state oggetto non hanno considerato le competenze richieste per svolgere la loro attività concependole come qualità intrinseche all’essere donna3, 4. E’ importante che la professione infermieristica definisca la natura della sua attività e partecipi alla realizzazione di strumenti di valutazione pertinenti.

Posizione adottata nel 1999 ed aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

·  Le modalità per trattenere al lavoro gli infermieri ed evitare i trasferimenti internazionali

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

·  Gli abusi e le violenze rivolti agli infermieri

·  Il lavoro a tempo parziale

·  Gli infermieri e il lavoro articolato per turni.

 

Le modalità per trattenere al lavoro gli infermieri ed evitare i trasferimenti internazionali

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le sue Associazioni membri credono fermamente che la qualità dei servizi dipende direttamente dalla presenza di personale infermieristico qualificato.

L’I.C.N. riconosce il diritto individuale degli infermieri di trasferirsi, ma riconosce ugualmente l’effetto negativo che i trasferimenti internazionali possono avere sulla qualità dell’assistenza sanitaria.

L’I.C.N. condanna la pratica che porta ad assumere infermieri nei paesi in cui le autorità non hanno definito il fabbisogno di risorse umane evitando di risolvere i problemi che conducono gli infermieri ad abbandonare la professione senza possibilità di rientro.

Sulla base di quanto sopra esposto, l’I.C.N.:

  • intende diffondere le informazioni riguardanti i bisogni e le disponibilità di personale infermieristico nonché lo sviluppo di piani di carriera soddisfacenti;
  • offre possibilità di formazione sulla negoziazione e sulle questioni riguardanti il benessere economico e sociale;
  • diffonde i dati inerenti al lavoro infermieristico in tutti i paesi del mondo;
  • adotta misure adeguate per contribuire a ridurre gli effetti più negativi derivanti dalla carenza e dalla inefficiente gestione del personale infermieristico;
  • incoraggia l’adesione, a livello nazionale, alla norme del lavoro predisposte in ambito internazionale;
  • condanna l’assunzione di infermieri come mezzo per risolvere le carenze dovute a scioperi;
  • si impegna in favore di sistemi che regolano i trasferimenti, in modo trasparente, riconoscendo che un certo livello di controllo è necessario per assicurare servizi sicuri per gli assistiti;
  • propone un approccio transculturale alla pratica infermieristica;
  • promuove l’introduzione di facilitazioni anche per gli infermieri pensionati che intendono rientrare in attività.

Le Associazioni nazionali infermieristiche possono:

  • incoraggiare le autorità competenti ad adottare una pianificazione corretta per quanto concerne la professione infermieristica;
  • partecipare alla messa a punto di politiche nazionali efficaci in materia di immigrazione ed emigrazione degli infermieri;
  • promuovere la revisione dei programmi formativi infermieristici inerenti agli aspetti amministrativi e gestionali mettendo l’accento sulla leadership infermieristica;
  • diffondere l’informazione sulle condizioni di lavoro infermieristico;
  • dissuadere gli infermieri a cercare lavoro in altri paesi in cui i salari e le condizioni non sono accettati dagli infermieri e dalle Associazioni professionali locali;
  • assicurarsi che gli infermieri stranieri godano di condizioni di lavoro uguali a quelle di cui beneficiano gli infermieri del paese ospitante facendo appello allo stesso livello di competenze che implicano i medesimi doveri e le medesime responsabilità;
  • assicurarsi che non vi siano distinzioni tra infermieri stranieri provenienti da paesi diversi;
  • controllare le attività delle agenzie che gestiscono le assunzioni;
  • offrire servizi di consulenza non solo per aiutare i singoli infermieri ad interpretare i contratti proposti, ma anche a supportare gli infermi stranieri nel far fronte a problemi di tipo personale e professionale impegnandosi, per esempio, contro il razzismo istituzionale, contro le violenze e la discriminazione sessuale;
  • guidare gli infermieri stranieri per tutte le questioni inerenti ai valori culturali, sociali e politici, il sistema sanitario e la lingua nazionale del paese ospitante;
  • far comprendere agli infermieri che i diplomi, acquisiti in un dato paese, potrebbero non essere riconosciuti in un altro;
  • aiutare gli infermieri a superare i problemi che possono incontrare in un quadro di migrazione internazionale o di rimpatrio.

Le informazioni generali
La maggior parte degli stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala la carenza e l’inefficiente gestione degli infermieri.

I vincoli economici hanno obbligato alcuni governi a chiudere dei centri sanitari nonostante il crescente bisogno di servizi e creando disoccupazione tra gli infermieri.

Le modalità utilizzate in materia di gestione e di remunerazione influenzano grandemente la carenza di personale, in particolare nelle istituzioni sanitarie.

In numerosi paesi, i piani di carriera per gli infermieri sono inadeguati. Alcuni governi non hanno provveduto ad affrontare i problemi, nonostante siano stati chiaramente identificati, come gli orari di lavoro, la formazione continua, i programmi di reintegrazione.

Vaste campagne di assunzioni di infermieri stranieri sono state lanciate da alcuni governi e da alcune agenzie private. Queste campagne hanno l’effetto di ritardare, a livello locale, l’adozione di misure efficaci che permettano di migliorare l’assunzione e il mantenimento in servizio degli infermieri unitamente alla pianificazione, a lungo termine, delle risorse umane.

Alcune agenzie che si occupano di assunzioni usano metodi poco etici impedendo agli infermieri di prendere decisioni in piena consapevolezza.

Si può osservare che trattamenti discriminatori per quanto concerne il salario o le condizioni di lavoro, per esempio, esistono tra infermieri del paese, infermieri stranieri e tra gli stessi stranieri provenienti da paesi diversi. Il riconoscimento internazionale dei diplomi infermieristici e dei programmi di studi non è ancora totalmente assicurato. Tutto questo può costituire una fonte di frustrazione per gli infermieri che scelgono di emigrare per lavoro o per studio.

L’immigrazione o il rimpatrio possono tradursi con la perdita di alcuni benefici o prestazioni (per esempio, il trattamento pensionistico o l’anzianità) e gli infermieri assunti possono ignorare queste conseguenze.

Posizione adottata nel 1999.

Prese di posizioni attinenti:

·  Gli abusi e le violenze rivolti agli infermieri

·  Il benessere socioeconomico degli infermieri

·  L’utilizzo dello sciopero.

 

Il lavoro a tempo parziale

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le sue Associazioni membri denunciano fermamente la proliferazione di impieghi a tempo parziale per infermieri che sono unicamente motivati da misure tese al contenimento dei costi, senza tenere conto degli effetti indotti sulla qualità dei servizi forniti e sullo sviluppo professionale del singolo infermiere. L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali si oppongono a queste soluzioni volte a ridurre i costi delle prestazioni, dovuti ai salari, sostituendo gli infermieri che lavorano a tempo pieno con altri che lavorano a tempo parziale o con contratti a tempo determinato.

L’I.C.N. è estremamente favorevole all’applicazione del principio di uguaglianza dei salari (benefici inclusi) a fronte del medesimo lavoro sia per chi è impiegato a tempo pieno sia per coloro che sono impiegati a tempo parziale2 3 . L’I.C.N. difende il diritto degli infermieri a lavorare a tempo pieno o a parziale in condizioni di equità.
L’I.C.N. continuerà a :

  • promuovere la qualità della vita professionale degli infermieri,
  • difendere il diritto dei lavoratori a tempo parziale di avere condizioni di lavoro e opportunità di sviluppo professionale eque,
  • identificare le tendenze aventi un impatto negativo sulla continuità e qualità dell’assistenza infermieristica,
  • esortare le Associazioni nazionali infermieristiche affinché sorveglino l’impatto del lavoro, svolto da infermieri aventi il contratto a tempo parziale, sulla continuità e qualità dell’assistenza infermieristica, unitamente ai risultati dal punto di vista dei malati,
  • sottolineare la necessità, per le Associazioni nazionali infermieristiche, di valutare i vantaggi del lavoro svolto con contratto a tempo pieno rispetto a quello a tempo parziale, per i servizi sanitari e per i professionisti stessi.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche devono fornire informazioni e negoziare le modalità che permettono di ottimizzare il tempo parziale nei differenti ambiti di lavoro nei servizi sanitari.

Le Associazioni nazionali infermieristiche devono attivamente negoziare, sostenere e difendere le condizioni di lavoro qui indicate:

  • il carattere volontario dell’eventuale decisione di optare per il lavoro a tempo parziale,
  • le procedure concertate rivolte a riprendere il tempo pieno, se questo è desiderato,
  • il salario, le condizioni di lavoro ed i benefici equivalenti a quelli offerti per il lavoro a tempo pieno,
  • le medesime opportunità in materia di sviluppo di carriera e sviluppo professionale per gli infermieri a tempo parziale,
  • la necessità di assicurare un equilibrio tra gli infermieri a tempo parziale e quelli a tempo pieno per garantire la continuità e la qualità dell’assistenza infermieristica,
  • la sicurezza dell’impiego.



Le informazioni di base
I datori di lavoro, come gli infermieri, considerano favorevolmente l’impiego a tempo parziale. E’ spesso accolto con soddisfazione dagli infermieri e lo si considera indice di soddisfazione professionale e personale. Il lavoro a tempo parziale è inoltre considerato un mezzo per avviare e mantenere la flessibilità.

L’introduzione del lavoro a tempo parziale non dovrebbe determinare conseguenze negative. Può in effetti compromettere le condizioni di lavoro per gli infermieri che hanno scelto il tempo pieno se le due condizioni non sono adeguatamente gestite. Il potere di negoziazione del personale a tempo pieno diminuisce nella misura in cui si riduce il loro numero.

I lavoratori a tempo parziale sono spesso meno protetti dalla legislazione e dalle diverse regolamentazioni in termini di salario, copertura sociale, sicurezza dell’impiego, accessi ai fondi pensioni, educazione continua e promozione.

L’I.C.N. è cosciente del fatto che l’impiego degli infermieri a tempo parziale può influenzare in modo negativo la continuità e la qualità dell’assistenza infermieristica e ritiene importante mantenere un equilibrio tra il personale a tempo pieno e quello a tempo parziale. Questa questione deve essere tenuta in considerazione quando si assegnano gli infermieri ai diversi servizi.

L’I.C.N. ha, come obiettivo, l’aiuto alle Associazioni nazionali infermieristiche per migliorare le norme dell’assistenza infermieristica, la competenza degli infermieri e la situazione professionale, sociale ed economica degli infermieri.

Posizione adottata nel 1995 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  Le modalità per trattenere al lavoro ed evitare i trasferimenti degli infermieri

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

 

L’impatto dell’AIDS sull’attività degli infermieri e delle ostetriche

La presa di posizione dell’I.C.N.
Occorre ridurre al più basso livello possibile il rischio degli infermieri di contrarre l’AIDS assistendo i malati affetti da questa patologia. Devono essere adottate misure per prevenire, nei luoghi di lavoro, la propagazione dell’AIDS e di altre patologie attraverso la via ematica, soprattutto riducendo le ferite provocate da aghi di siringa e da altri strumenti taglienti.

I datori di lavoro, le Associazioni nazionali infermieristiche e delle ostetriche hanno una precisa responsabilità nell’assicurare, agli infermieri e alle ostetriche, di poter lavorare in modo sicuro. In particolare risultano utili le seguenti iniziative:

  • l’accesso all’informazione sulla prevenzione dell’AIDS e delle infezioni trasmesse per via ematica, come le epatiti B e C;
  • l’accesso alle direttive, ai protocolli concernenti l’esposizione professionale all’AIDS e alle epatiti B e C, come ad altre patologie che possono essere contratte nei luoghi di lavoro;
  • un ambiente di lavoro sicuro con mezzi di protezione sufficienti ed idonei;
  • assistenza e controlli appropriati nel caso di esposizione, soprattutto un primo aiuto e una documentazione immediata;
  • coloro che sono sieropositivi, indipendentemente dal modo in cui si sono infettati, devono aver accesso ad un supporto psicologico e devono essere autorizzati a lavorare svolgendo attività, nel caso in cui si rendesse necessario, meno impegnative, per ridurre i rischio per i pazienti o per gli infermieri;
  • coloro che sono sieropositivi non devono subire discriminazioni nell’ottenere un lavoro e un alloggio.

Le informazioni di base
L’AIDS è una questione di sanità pubblica che riguarda un’ampia gamma di aspetti individuali e sociali in rapporto alla protezione, prevenzione della trasmissione e assistenza, in particolare per gli infermieri e le ostetriche che assistono persone affette da AIDS.

La messa all’indice (stigmatizzazione) a causa dell’AIDS, il lungo periodo di incubazione della malattia, sapere se l’infezione è dovuta a comportamenti a rischio (per es.: trasmissione sessuale) o ad esposizione professionale, non fa comprendere la complessità del problema AIDS nei luoghi di lavoro.

L’emergenza largamente diffusa per altre malattie infettive, come la tubercolosi, le epatiti B e C, ha fatto crescere il rischio di esposizione professione per gli infermieri e le ostetriche. Questo rende necessaria la disponibilità di mezzi appropriati per la protezione, così come il ricorso costante alle precauzioni universali.

Tra le misure preventive che devono essere prese, si cita:

  • il rispetto delle precauzioni universali,
  • la disponibilità e l’utilizzo razionale dei mezzi di protezione personale,
  • evitare iniezioni, attività di laboratorio ed episiotomie quando non sono necessarie,
  • il trasporto adeguato di siringhe, campioni di sangue, rifiuti e biancheria sporca,
  • la creazione di ambienti di lavoro meno stressanti per gli infermieri e le ostetriche.

L’intensa assistenza che le persone affette da AIDS richiedono, costituisce un rischio reale e percepito come aspetto stressante nell’ambiente lavorativo. Può inoltre avere un impatto negativo sulla professione provocando condizioni di burnout e l’abbandono dell’attività. Anche questo aspetto ha influito sulla carenza di infermieri e di ostetriche incidendo negativamente sulla qualità dell’assistenza. I provvedimenti destinati ad affrontare lo stress ed altre questioni (esaurimento, stanchezza) dovrebbero essere considerati nell’ambito della gestione dei sistemi sanitari.

L’incidenza sul lavoro non è ancora stabilita in modo molto chiaro mancando dati basati sulla ricerca, come studi longitudinali sull’esposizione all’AIDS nei luoghi di lavoro, sulle ferite e imbrattamenti dovuti all’uso di siringhe o altri taglienti non segnalati.

Posizione adottata nel 1995 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  La sindrome da immunodeficienza acquisita

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  La riduzione dei rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

 

L’assistenza infermieristica e lo sviluppo

La presa di posizione dell’I.C.N.
Impegnato sostenitore di uno sviluppo durevole in favore di comunità sane, l’I.C.N. collabora, in modo particolare, con le organizzazioni incaricate dell’assistenza sanitaria ed infermieristica per identificare i bisogni sanitari delle popolazioni esposte. A livello strategico, l’I.C.N. promuove l’azione degli infermieri per definire e perseguire obiettivi che tengano conto dei bisogni locali, delle condizioni socio-politiche, demografiche ed economiche unitamente ai diversi contesti culturali.

L’I.C.N. investe le sue risorse per produrre i maggiori benefici possibili per l’ambito sanitario e per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria ed infermieristica. Apporta il suo sostegno ad iniziative locali rivolte al miglioramento dei sistemi sanitari con particolare attenzione ai trattamenti equi e sicuri. Per quanto concerne l’assistenza infermieristica, l’I.C.N. mette l’accento sul sostegno da dare alle Associazioni nazionali infermieristiche per aumentare la loro indipendenza e migliorare la loro capacità di aiuto.

L’I.C.N. propone, per lo sviluppo, un approccio “a cascata”, in base al quale l’aiuto fornito costituirà il riferimento per un’ulteriore azione rivolta ad altri. Tutto questo implica ugualmente l’assunzione di responsabilità e la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo locale in un quadro che insiste sui principi di giustizia, equità, non discriminazione, trasparenza e flessibilità.

L’I.C.N. è favorevole a politiche e strategie di sviluppo che:

  • consentano la crescita di risorse e, nel contempo, assicurino una prosperità adeguata in grado di migliorare la salute e il benessere, di risolvere le iniquità in materia sanitaria e di fornire un accesso alle cure e all’assistenza a tutte le persone che ne hanno bisogno;
  • rinforzino la capacità delle donne e dei bambini nel controllare le loro condizioni di vita;
  • incoraggino la collaborazione interdisciplinare e intersettoriale;
  • proteggano l’ambiente naturale;
  • appoggino lo sviluppo di infrastrutture nell’ambito sanitario;
  • portino i gruppi ad aiutarsi al loro interno, attraverso le risorse disponibili, e ad aiutare altri gruppi.

Le informazioni di base
La visione dell’I.C.N. è di un mondo sano dove l’accesso all’assistenza sanitaria è un diritto fondamentale della persona. L’I.C.N. lavora con i governi e le organizzazioni nazionali ed internazionali per aiutare le popolazioni a raggiungere un livello che permetta loro di condurre una vita produttiva dal punto di vista sociale ed economico.

L’I.C.N. vede lo sviluppo come un progresso volto a creare le condizioni che consentano alle popolazioni di rispondere ai bisogni del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro necessità1 . Secondo l’I.C.N. lo sviluppo durevole consiste nel creare un contesto nel quale i gruppi sociali e gli individui hanno accesso alle risorse e alle opportunità, esercitano i loro diritti realizzando infrastrutture rivolte alla promozione di comunità sane.

Il sostegno alla professione infermieristica è essenziale per migliorare la salute in tutti i paesi. Adempiendo il suo mandato che consiste nel rappresentare gli infermieri nel mondo, nel promuovere la professione ed influenzare positivamente le politiche sanitarie, l’I.C.N. si impegna a fare in modo che, per una buona riuscita, i suoi programmi e le sue iniziative si fondino su una leadership rivolta all’integrazione, alla collaborazione e alla flessibilità.

Posizione adottata nel 2000.

 

Gli infermieri e il lavoro articolato per turni

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. riconosce che un numero elevato di servizi infermieristici deve essere accessibile 24 ore su 24. Questo rende necessaria l’articolazione della presenza infermieristica su diversi turni di lavoro. Parallelamente l’I.C.N. è particolarmente preoccupato poiché questo tipo di lavoro può avere un impatto negativo sulla salute del singolo infermiere, del suo gruppo di riferimento e sulla continuità dell’assistenza. Si tratta di altrettanti parametri che interessano i servizi forniti.

L’I.C.N. ritiene che l’articolazione delle presenze, secondo una turnistica prefissata, deve assolutamente prendere in considerazione le implicazioni riguardanti la vita professionale, unitamente a quanto di seguito specificato:

  • i bisogni dei pazienti,
  • il numero di infermieri necessari per rispondere ai bisogni dei pazienti o della comunità,
  • i bisogni personali degli infermieri,
  • le disposizioni della legge e/o gli accordi o contratti collettivi.

L’I.C.N. promuove la realizzazione di nuovi modelli di lavoro, considerando un periodo di prova di almeno sei mesi, per potere intraprendere una valutazione approfondita del processo considerato. E’ necessario aiutare gli infermieri a prendere coscienza delle implicazioni riguardanti la salute e la professione, stante i diversi sistemi di turistica, per poter contribuire ad un miglioramento delle politiche riguardanti la gestione del personale.

L’I.C.N. è fermamente impegnato a:

  • identificare le tendenze riguardanti la gestione dei turni di lavoro;
  • diffondere presso le Associazioni nazionali infermieristiche, membri dell’I.C.N., le informazioni riguardanti gli effetti dei turni di lavoro e le strategie possibili, integrandole nei programmi di formazione e di orientamento;
  • ottenere il riconoscimento dei rischi professionali derivanti dai turni;
  • aiutare le Associazioni nazionali infermieristiche a prepararsi per le negoziazioni riguardanti questa organizzazione del lavoro.

Le Associazioni nazionali infermieristiche devono negoziare e sostenere delle condizioni di lavoro adeguate per gli infermieri turnisti. Ad esempio:

  • programmazione dei turni prevedendo periodi di riposo alternati alle presenze,
  • effettivo adeguamento del numero degli infermieri,
  • accesso ai servizi che si occupano della salute dei lavoratori,
  • programmi per la riduzione dello stress,
  • accesso alla formazione continua,
  • accesso ai servizi per l’infanzia,
  • mezzi di trasporto sicuri,
  • accesso alla mensa,
  • uso di divise,
  • protezione contro tutte le pratiche discriminanti.

Le informazioni di base
La natura stessa del lavoro infermieristico implica la presenza 24 ore su 24, attraverso turni di lavoro. Questo tipo di organizzazione esige che gli infermieri trovino modalità di adattamento fisico, psicologico e sociale.

L’effettuazione dei turni di lavoro possono, a volte, essere richiesti dagli infermieri per poter aumentare il loro stipendio. Tuttavia, in genere, si possono rilevare particolari sofferenze in infermieri che lavorano, con questa organizzazione, in ambienti complessi e in situazioni nelle quali l’aspetto relazionale è particolarmente importante. I turni effettuati nel periodo serale e notturno generalmente vedono la presenza di un numero inferiore di personale e gli infermieri hanno difficoltà, in queste fasce orarie, nell’utilizzo di mezzi di trasporto sicuri e di altri comfort elementari come può essere alimentarsi con cibi caldi. Lo stress dovuto ai turni accresce l’assenteismo e la rotazione del personale influenzando la qualità dell’assistenza infermieristica.

Dal lavoro organizzato per turni derivano disturbi del sonno, disturbi digestivi, affaticamento, a volte anche problemi di alcolismo, compresa l’insoddisfazione per la propria salute psicologica e per il proprio lavoro. Gli infermieri che effettuano i turni dovrebbero avere maggiori agevolazioni nell’usufruire di permessi e di periodi di malattia in quanto, normalmente, accusano disturbi più seri rispetto al personale che lavora unicamente durante il giorno.

La remunerazione per questi lavoratori turnisti non tiene conto a sufficienza dei rischi per la salute. Tra i diversi approcci attuati per ridurre gli effetti negativi, si possono citare:

  • l’utilizzo di turni individualizzati,
  • la riduzione del numero di ore effettuate settimanalmente nelle fasce orarie serali e notturne,
  • la realizzazione di programmi formativi centrati su queste problematiche.

L’assegnazione degli infermieri nei diversi turni di lavoro definisce l’effettiva dotazione organica del servizio. Il gruppo infermieristico così composto determina un insieme articolato di operatori con livelli e competenze professionali diversi. Questa combinazione influenza necessariamente la qualità dell’assistenza infermieristica fornita, come l’organizzazione per turni influenzerà la fatica fisica e mentale che gli infermieri dovranno affrontare.

Posizione adottata nel 1995 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Gli abusi e le violenze contro il personale infermieristico

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

Pubblicazioni dell’I.C.N.:

·  Direttive sulla sicurezza del lavoro infermieristico, Ginevra, I.C.N., 1989

·  Gli infermieri: salute e sicurezza, Ginevra, I.C.N., 1989

·  Direttive sulle leggi applicabili nei luoghi di lavoro, Ginevra, I.C.N., 1991.

 

L’utilizzo dello sciopero

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. ritiene indispensabile che gli infermieri abbiano diritto ad una remunerazione giusta e a condizioni di lavoro accettabili e sicure. Essendo lavoratori, gli infermieri hanno il diritto di costituire sindacati, negoziare collettivamente con i datori di lavoro e fare sciopero1. Scioperare costituisce l’ultima misura alla quale ricorrere e deve essere adottata solo quando tutte le altre modalità possibili per pervenire ad un accordo sono state esplorate, ma senza successo. L’I.C.N. definisce lo sciopero come la sospensione delle attività o il rifiuto a continuare a lavorare, con lo scopo di ottenere condizioni di lavoro che non possono essere conseguite mediante la negoziazione.

Un’azione rivendicativa concreta2 è compatibile con la continuità dei servizi in quanto quelli essenziali sono sempre assicurati. L’abbandono dei malati è incompatibile con l’obiettivo e la filosofia dell’assistenza infermieristica e delle organizzazioni professionali che si riferiscono al Codice deontologico dell’I.C.N.

Durante uno sciopero, viene garantire un servizio pubblico ridotto.

Si rispetteranno ugualmente i seguenti principi:

  • continuare a fornire i servizi infermieristici essenziali ad un numero ridotto di pazienti;
  • assicurare gli interventi infermieristici nel caso in cui si verifichino delle emergenze;
  • assicurare un servizio infermieristico continuo nei casi in cui le persone assistite non siano in grado di provvedere a se stesse;
  • assicurare l’erogazione dei servizi infermieristici indispensabili per sostenere le procedure terapeutiche che, qualora interrotte, potrebbero mettere a repentaglio la vita dei malati;
  • mantenere un numero di presenze per assicurare le procedure diagnostiche urgenti necessarie a valutare le situazioni in cui la vita potrebbe essere messa a repentaglio;
  • rispettare la legislazione nazionale e regionale che riguarda l’effettuazione dello sciopero.

Il diritto degli infermieri di fare sciopero, nei casi di rottura delle trattative, può essere limitato unicamente se è un meccanismo non collegato ai metodi della negoziazione3.

Le Associazioni nazionali infermieristiche sono organizzazioni sociali responsabili e devono elaborare dei programmi di formazione che preparino adeguatamente i rappresentanti, i responsabili infermieristici e il personale infermieristico nel suo complesso per utilizzare, in modo adeguato, i diversi metodi della negoziazione (conciliazione, confronto, negoziazione collettiva) per affrontare i problemi relativi al rapporto di lavoro4.

Gli infermieri, a livello individuale, dovrebbero mantenere contatti con le loro Associazioni nazionali infermieristiche affinché le politiche e le decisioni adottate siano reali e coerenti con la pratica quotidiana.

L’I.C.N. apporta un sostegno tecnico alle Associazioni nazionali infermieristiche che trattano di questioni sindacali. Incoraggia l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ad influenzare positivamente le politiche nazionali. Le Associazioni infermieristiche, come altre associazioni professionali e/o sindacali, sono interessate all’utilizzo dello sciopero nel settore sanitario. Esse devono realizzare politiche dinamiche e preventive affinché le strutture che orientano le attitudini e i comportamenti dei loro membri siano in grado di affrontare tali situazioni. Nello stesso tempo, devono proiettarsi nel futuro e agire in modo determinato per migliorare le condizioni di impiego e di lavoro degli infermieri, prima quindi che lo sciopero diventi necessario. E’ opportuno procedere con la valutazioni degli scioperi avvenuti (soprattutto dal punto di vista della responsabilità delle parti interessate) per trarne insegnamenti e migliorare le future negoziazioni.

L’I.C.N. condanna tutte le forme di discriminazione contro gli organizzatori dei movimenti per lo sciopero, nel momento in cui tutte gli aspetti legali previsti sono stati rispettati.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche riconoscono la forza potenziale che possono rappresentare, durante le negoziazioni dei lavoratori con i datori di lavori pubblici e privati, le collaborazioni interdisciplinari nell’ambito dei settori sociali e sanitari.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche si oppongono all’utilizzo di lavoratori che non si astengono dal lavoro, in sostituzione di coloro che hanno scelto di scioperare in quanto viene così indebolita la pressione esercitata per stabilire un dialogo sociale credibile.

Le informazioni di base
Le responsabilità fondamentali dell’infermiere sono promuovere la salute, prevenire la malattia, ristabilire la salute e alleviare la sofferenza5. In certi casi, gli infermieri possono trovarsi nelle condizioni di dover scioperare poiché non viene garantita l’erogazione di servizi di qualità attraverso personale qualificato.

Il dialogo sociale è sicuramente considerato il mezzo principale per risolvere i problemi professionali che insorgono nei luoghi di lavoro. I lavoratori possono utilizzare lo sciopero quando la negoziazione con il datore di lavoro risulta insoddisfacente, interrotta o rifiutata. Nel caso in cui i problemi riguardanti la qualità del lavoro e le competenze economiche risultino particolarmente gravi tanto da prospettare, sul lungo periodo, il mancato rispetto di livelli qualitativamente validi nell’assistenza infermieristica, gli infermieri possono scegliere di scioperare per provocare i cambiamenti necessari. In situazioni estreme, gli scioperi hanno prodotto un dibattito nell’opinione pubblica e nella professione stessa.

Nel passato, per iniziare un dialogo sociale, per migliorare la qualità dell’assistenza e la qualità delle condizioni di lavoro degli infermieri e degli operatori della sanità in generale, i sindacati delle professioni sanitarie sono ricorsi, con successo, allo sciopero mantenendo i servizi essenziali.

E’ possibile ricorre a diverse modalità per attuare uno sciopero. “Scioperi limitati”6 hanno avuto impatti decisivi nel fare avanzare negoziazioni che da mesi turbavano il regolare svolgimento dell’attività infermieristica. In alcuni casi, anche scioperi simbolici della durata, per esempio, di un’ora, sono stati sufficienti per riavviare le trattative e il dialogo sociale. Come misura iniziale o complementare, lo sciopero può limitarsi all’annullamento di tutti gli interventi elettivi o al rifiuto di svolgere attività non infermieristiche, come attività domestiche, amministrative e di trasporto.

Il processo di negoziazione e lo sciopero devono essere valutati dai diversi punti di vista e sulla base dei risultati raggiunti, con particolare riguardo alle ricadute su tutte le parti coinvolte e alle conseguenze sociali, prevedendo supporti finanziari e psicologici destinati alle parti implicate, in ogni stadio dell’azione intrapresa.

Nel caso in cui venga decisa l’effettuazione di uno sciopero, la legislazione nazionale o regionale deve determinare le condizioni lavorative da garantire. I servizi essenziali sono spesso assicurati dalla turnazione delle équipes, dall’utilizzo di personale che lavora prevalentemente nei fine settimana con protocolli che sono comunemente accettati.

Posizione adottata nel 1999 e aggiornata nel 2004.

Presa di posizione attinente:

·  Il benessere socio-economico degli infermieri.

 

La corretta assunzione degli infermieri

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali membri sono pienamente convinti che la qualità dell’assistenza infermieristica sia direttamente collegata al numero di infermieri effettivamente presenti, nonché alla loro formazione qualificata. L’I.C.N. sottoscrive l’evidenza del legame esistente tra le buone condizioni di lavoro e i servizi di qualità.

L’I.C.N. riconosce il diritto di ogni infermiere a trasferirsi da un paese all’altro e conferma che le conseguenze potenzialmente positive dei servizi multiculturali e le opportunità di apprendimento sono favorite da questi trasferimenti. L’I.C.N. riconosce anche le conseguenze negative che possono verificarsi sulla qualità dei servizi in quei paesi che registrano una grave carenza di personale infermieristico.

L’I.C.N. condanna la pratica dell’assunzione di infermieri da paesi in cui le autorità non hanno pianificato le risorse umane, necessarie al settore sanitario, in modo razionale e non hanno seriamente tentato di risolvere i problemi che spingono gli infermieri a lasciare la loro professione ostacolandone il rientro.

L’I.C.N. denuncia le pratiche di assunzione eticamente non corrette che portano gli infermieri ad accettare responsabilità professionali e condizioni di lavoro incompatibili con le loro qualifiche, competenze ed esperienze.

L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali membri chiedono l’introduzione di un processo di assunzione regolare, fondato su principi etici, per orientare i processi decisionali e rinforzare le politiche di impiego dei governi, dei datori di lavoro e degli infermieri favorendo giuste e convenienti pratiche di assunzione e di mantenimento al lavoro.

Questi principi chiari comprendono i seguenti elementi:

  • L’efficacia della pianificazione e dello sviluppo delle risorse umane: le strategie di pianificazione e di sviluppo efficaci devono essere introdotte, esaminate regolarmente e mantenute per equilibrare la domanda e l’offerta di personale infermieristico. Queste strategie devono essere intraprese a livello locale e nazionale. Tuttavia la globalizzazione metterà in evidenza l’importanza anche di un livello internazionale per procedere alla pianificazione e sviluppo delle risorse umane. Una dimensione essenziale di tale sviluppo è la formazione continua. E’ necessario garantire che gli infermieri abbiano accesso ai programmi di aggiornamento e formazione continua.
  • Una regolamentazione infermieristica credibile: la legislazione in materia di assistenza infermieristica deve autorizzare l’organismo, deputato alla regolamentazione, a fissare standard formativi, di competenze e di esercizio riguardanti gli infermieri. Tali organismi devono garantire che le persone che rispondono a questi requisiti sono autorizzare ad esercitare come infermieri.
  • Il diritto al lavoro: l’assistenza infermieristica di qualità è direttamente collegata al numero di infermieri presenti. Gli infermieri che ricercano un lavoro in una data regione o in un dato paese dovrebbero essere informati delle offerte esistenti. Qualora fosse necessario, gli attori più significativi del settore sanitario (governi e professionisti) dovrebbero esaminare politiche che facilitino la partecipazione attiva degli infermieri.
  • Libertà di movimento: gli infermieri hanno il diritto di emigrare a condizione di rispettare i regolamenti riguardanti l’immigrazione e il lavoro (per esempio, i permessi di soggiorno) nei paesi ospitanti e quanto previsto dai paesi di origine (per esempio, pagamenti di imposta). Stante la presenza di popolazioni di pazienti sempre più multiculturali, un mezzo per sostenere servizi sanitari sensibili alle differenze culturali è proprio la creazione di équipe multiculturali.
  • Diritto alla uguaglianza: gli infermieri hanno diritto a trattamenti giusti riguardanti, ad esempio, le condizioni di lavoro, le promozioni e l’accesso alla formazione continua.
  • Assunzione in buona fede: gli infermieri hanno il diritto ad essere tutelati dal ricevere informazioni sbagliate o dal non riceverle affatto, da dichiarazioni ingannevoli e da tutte le forme di sfruttamento. Per esempio, le responsabilità descritte devono essere corrette, le agevolazioni, le assegnazioni e i premi devono essere specificati per iscritto; i diplomi devono essere autentici. L’accesso alle agevolazioni deve essere garantito con particolare riguardo agli alloggi, ai congedi e ai periodi di malattia.
  • Per un lavoro uguale, stipendio uguale: non dovrebbero esservi discriminazioni tra occupazioni diverse che richiedono però lo stesso livello di responsabilità, qualificazione, esperienza professionale, competenza. Allo stesso modo non dovrebbero esservi discriminazioni tra professionisti appartenenti allo stesso gruppo professionale con i medesimi livelli di responsabilità, qualificazione, esperienza professionale, competenza.
  • Accesso alle procedure di rimostranza: nel caso in cui i diritti, le agevolazioni contrattuali o acquisite, da parte degli infermieri, sono minacciati o non sono rispettati, deve essere predisposta una struttura adeguata per esaminare le rimostranze nei tempi previsti e a costi ragionevoli.
  • Sicurezza nei luoghi di lavoro: gli infermieri hanno diritto ad essere protetti contro gli incidenti sul lavoro e i rischi per la loro salute, soprattutto la violenza (es.: molestie sessuali). Devono essere informati dei rischi esistenti nei luoghi di lavoro. Devono essere predisposti meccanismi efficaci di prevenzione, di sorveglianza e di allerta. Devono inoltre essere stabilite procedure per interrompere le attività lavorative qualora si verificassero condizioni pericolose per la vita.
  • Qualità dell’orientamento e della supervisione: la qualità dell’assistenza, stante la complessità dell’attuale contesto, dipende dal sostegno ufficiale e informale delle infrastrutture che si occupano della supervisione. Gli infermieri hanno il diritto a ricevere un orientamento e una supervisione continui e costruttivi nel quadro delle loro funzioni.
  • Periodo di prova: i contratti di assunzione devono specificare l’esistenza del periodo di prova durante il quale i firmatari hanno il diritto di recedere il contratto senza penalità. Nei casi immigrazione internazionale, la responsabilità sui costi del rimpatrio deve essere stabilita chiaramente.
  • Libertà di associarsi: gli infermieri hanno il diritto di associarsi e di farsi rappresentare da associazioni professionali o da sindacati per difendere i loro diritti e la loro professionalità. Collaborazioni tra associazioni e sindacati nei paesi che assumono infermieri stranieri e i loro paesi di provenienza possono facilitare lo scambio di informazioni corrette e il sostegno di ambienti di lavoro professionalmente favorevoli.
  • Regolamentazione delle assunzioni: le agenzie (pubbliche o private) che provvedono alle assunzioni devono essere regolamentate così come devono essere stabiliti meccanismi per la sorveglianza (rendimento, quantità, tasso di successo, tasso di mantenimento in servizio, criteri di equità, soddisfazione degli utenti). Opportune misure disciplinari devono sanzionare le agenzie che non rispettano le procedure stabilite.

Questi principi costituiscono, a livello internazionale, la base per procedere ad assunzioni eticamente corrette. L’assunzione e il mantenimento degli infermieri in servizio sono diventati una priorità urgente e causa di crescenti spese. Gli attori principali del settore sanitario – pazienti, governi, datori di lavoro, gli infermieri, altri professionisti sanitari – beneficeranno dell’applicazione sistematica di questo quadro.

Contesto
La mobilità dei professionisti è importante sia per gli infermieri e le loro prospettive di carriera sia per la società perché consente alla professione di adattarsi ed affrontare i cambiamenti riguardanti i bisogni sanitari. In particolare consente agli infermieri di raggiungere obiettivi professionali personali e di contribuire allo sviluppo delle competenze della professione. Permette, inoltre, di affrontare i cambiamenti scientifici, tecnologici, sociali, politici ed economici modificando e sviluppando i ruoli, la composizione e la disponibilità di personale infermieristico per soddisfare i bisogni di salute identificati.

Attualmente un insieme di fattori causa la carenza di personale infermieristico (vedere schema). La situazione è pertanto caratterizzata da una domanda crescente e un’offerta ridotta: il risultato è l’esistenza di una concorrenza accresciuta per assumere gli infermieri disponibili sia all’interno del singolo paese sia tra paesi diversi. I trasferimenti da una nazione all’altra sono considerati dalle nazioni stesse o dalle strutture sanitarie come una strategia per risolvere la carenza, ma sul breve termine. Vi sono molte esperienze nei paesi industrializzati che assumono infermieri provenienti dai paesi in via di sviluppo, in genere presenti nella stessa area geografica. Questa tendenza, inoltre, non riguarda solo gli infermieri neoformati, ma anche gli studenti infermieri a tutti i livelli.

Un numero importante di infermieri che lavorano nei paesi in cui sono emigrati, avrebbero preferito rimanere nei loro paesi di origine, con le loro famiglie e i loro amici, in un contesto e una cultura a loro familiari. La qualità della vita professionale in alcuni paesi deve essere migliorata prima che i trasferimenti riducano drasticamente gli infermieri di questi stessi paesi. I governi e i lavoratori che si confrontano sulle cause di questa carenza devono tener conto dei fattori che determinano tale condizioni prima di avviare campagne di assunzioni “aggressive”.

In alcuni casi, gli agenti che provvedono alle assunzioni, senza alcun scrupolo, abusano della buona fede degli infermieri male informati. In risposta a carenze croniche (e spesso cicliche) alcuni servizi sanitari nazionali o organizzazioni sanitarie indipendenti hanno ottenuto la possibilità di assumere sia all’interno del proprio paese sia in paesi stranieri. Le agenzie private che operano a scopo di lucro sono le più implicate nell’assunzione di personale infermieristico. Recentemente i metodi di assunzione “aggressiva” a livello internazionale sono diventati i più frequenti. Queste modalità hanno l’obiettivo di effettuare un numero elevato di contratti, a volte riducendo le presenze in alcuni servizi sanitari particolari o assumendo un gran numero di infermieri neoformati in istituti che qualificano le persone individualmente. Al momento nessun organismo è stato designato per regolamentare o sorvegliare il contenuto dei contratti offerti. Gli infermieri possono essere assunti con condizioni fraudolenti o ingannati sulle condizioni di lavoro, sulla remunerazione e sulle agevolazioni possibili. Gli infermieri assunti in paesi diversi sono particolarmente vulnerabili e quindi possono subire sfruttamenti ed abusi; la difficoltà di verificare le condizioni di assunzione sono dovute a varie cause (distanza, lingue diverse, costi). La richiesta di disporre di un quadro di riferimento, eticamente corretto, per le procedure di assunzione è diventata sempre più pressante. I principi sottesi a questo quadro sono in linea con quelli ritenuti validi a livello nazionale e internazionale. La loro efficacia, validità e universalità nell’applicazione dipenderanno dalla volontà politica degli attori del settore sanitario e dai meccanismi di regolamentazione che saranno stabili per la loro applicazione e il conseguente controllo.

Schema : Fattori che determinano la crisi nell’assunzione e nel mantenimento in servizio del personale infermieristico.

Crescita della domanda

  • tempi di degenza ridotti, a seguito dell’uso delle moderne tecnologie e dei nuovi sistemi di finanziamento, che accentuano le necessità di personale poiché sono intensificate le cure e l’assistenza;
  • sostituzione delle cure e dell’assistenza ospedaliere con quelle ambulatoriali, domiciliari e nelle comunità producendo un mercato del lavoro che si sviluppa rapidamente per gli infermi fuori dai servizi ospedalieri;
  • invecchiamento della popolazione anziana con necessità di servizi di assistenza a lungo termine, di approcci multidisciplinari e di assistenza più intensiva;
  • aumento recente di centri e di programmi di formazione in assistenza infermieristica con conseguente domanda di aumento del personale insegnante;
  • numero crescente di specializzazioni;
  • espansione del settore privato;
  • numero crescente di opportunità per la creazione di imprese condotte da infermieri;
  • globalizzazione;
  • gli infermieri sono considerati con rispetto e godono di una stima maggiore e quindi sono scelti, dagli utenti, come prima “tappa” per l’ingresso nel sistema sanitario;
  • aumento delle opportunità per gli infermieri in ambiti diversi, come quello dell’amministrazione.

Offerta ridotta

  • numero ridotto di studenti;
  • prospettiva di carriera più varie per le donne;
  • “invecchiamento” degli infermieri in servizio;
  • “invecchiamento” del corpo insegnante;
  • elevato numero di studenti adulti con conseguente riduzioni degli anni che resteranno in servizio;
  • riduzione dei finanziamenti per le scuole infermieristiche e carico economico accresciuto per gli studenti;
  • decisioni, assunte anni prima, riguardanti la riduzione del numero di posti disponibili nelle scuole infermieristiche;
  • numero ridotto di infermieri interessati alla carriera o all’insegnamento;
  • obblighi familiari accresciuti (es.: assistenza ad un familiare anziano);
  • condizioni di lavoro mediocri, soprattutto per quanto riguarda la remunerazione;
  • migliori prospettive di carriera in settori diversi da quello sanitario, soprattutto migliori condizioni di lavoro ed economiche;
  • carenza di alloggi e di trasporti;
  • rischi per la salute;
  • esaurimento fisico e mentale degli infermieri;
  • sostegno inadeguato;
  • immagine mediocre delle prospettive professionali.

Posizione adottata nel 2001.

Prese di posizioni attinenti:

·  Le modalità per mantenere in servizio ed evitare il trasferimento degli infermieri

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  Gli accordi commerciali internazionali.

 

La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito lavorativo

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. deplora la mancanza di legislazioni appropriate, a livello nazionale, riguardanti la salute e la sicurezza degli infermieri nei luoghi di lavoro. L’I.C.N. condanna l’inadeguatezza dei meccanismi che dovrebbero consentire ai lavoratori di partecipare alla sorveglianza e all’eliminazione dei rischi professionali. Deplora inoltre l’insufficienza delle risorse impegnate per assicurare i servizi rivolti alla protezione della sicurezza e della salute.

L’I.C.N. promuove l’elaborazione e la messa in atto di politiche e di strategie internazionali in grado di salvaguardare il diritto degli infermieri ad avere un ambiente di lavoro privo di rischi comprendendovi la formazione continua, le vaccinazioni, gli abbigliamenti adatti per la protezione. L’I.C.N. riafferma che il suo mandato consiste soprattutto nell’incoraggiare la ricerca in questo campo e a diffondere le informazioni pertinenti in modo regolare attraverso le Associazioni membri.

L’I.C.N. sostiene fermamente le diverse convenzioni dell’O.I.T. che trattano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e ritiene che le Associazioni nazionali infermieristiche devono:

  • esortare i loro rispettivi governi a fare in modo che tutte le istituzioni sanitarie rispettino le disposizioni legislative riguardanti questi argomenti. A tale scopo le Associazioni potrebbero unirsi insieme e condurre decise azioni politiche.
  • lanciare o sostenere ricerche, nei loro paesi, sulla sicurezza e la pertinenza degli ambienti di lavoro degli infermieri considerando i comportamenti, le attitudini, le procedure e le attività a rischio;
  • sensibilizzare il personale infermieristico, i datori di lavoro, il pubblico sui rischi professionali esistenti in ambito sanitario comprendendo anche gli abusi e le violenze;
  • accrescere la presa di coscienza degli infermieri sui loro diritti (in quanto lavoratori) ad un ambiente di lavoro sano e privo di rischi e sui loro doveri per quanto attiene alla protezione della loro stessa sicurezza personale nonché quella degli altri;
  • convincere i governi e i datori di lavoro per adottare e mettere in atto tutte le misure necessarie per proteggere la salute e il benessere degli infermieri esposti nel loro ambiente di lavoro;
  • esortare i governi e i datori di lavoro per assicurare l’accesso del personale infermieristico, senza costi supplementari per il personale stesso, a misure di protezione (es.: abbigliamento, strumentazione);
  • incoraggiare gli infermieri a sottoporsi alle vaccinazioni;
  • cooperare con le autorità competenti per assicurare l’aggiornamento della lista delle malattie professionali e valutare periodicamente la pertinenza di questa lista per il personale infermieristico;
  • sostenere le domande di indennizzo, fatte dagli infermieri, in rapporto a malattie legate al lavoro;
  • raccogliere e diffondere l’informazione sull’incidenza di infortuni, ferite e malattie legate al lavoro e che affliggono gli infermieri;
  • collaborare con altre organizzazioni che sostengono il diritto del lavoratore ad un ambiente sano e privo di rischi;
  • riconoscere il collegamento importante che esiste tra lavoratori e le loro famiglie per l’elaborazione di politiche e di programmi, rispettosi delle diverse culture, in tema di salute e sicurezza sul lavoro;
  • apportare il loro sostegno al diritto degli infermieri di non essere intimiditi nell’esercizio delle loro funzioni di consiglieri nei confronti dei malati;
  • impegnarsi in favore della realizzazione di meccanismi di controllo adeguati, a tutti i livelli, per assicurare la attuazione appropriate delle politiche;
  • diffondere le informazioni riguardanti la rilevazione di nuovi rischi sui luoghi di lavoro:
  • diffondere le informazioni sul mancato rispetto, da parte dei datori di lavoro, della legislazione vigente su tale materia.

Le informazioni di base
L’I.C.N. riconosce il ruolo essenziale che hanno la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro sulla promozione della salute in generale. Riconosce inoltre la crescente esperienza che gli infermieri hanno accumulato in questo ambito unitamente a quella nei servizi sanitari che si rivolgono alla protezione della salute dei lavoratori.

L’I.C.N. sostiene il ruolo fondamentale, svolto dagli infermieri in questo ambito, nel rispondere ai bisogni di salute dei lavoratori. Richiede una remunerazione equa e possibilità di carriera adeguate per garantire il loro sviluppo professionale.

L’ambiente di lavoro dell’infermiere è spesso pericoloso per:

  • la contaminazione dovuta a rifiuti derivanti dalle attività umane ed industriali,
  • i rischi chimici, biologici, fisici, legati al rumore, alle radiazioni, al carattere ripetitivo del lavoro,
  • la tecnologia medica, soprattutto per l’insufficiente manutenzione o formazione sull’uso della tecnologia stessa,
  • la mancanza di abbigliamento e strumentazione adeguata per la protezione,
  • le aumentate sollecitazioni che creano, per l’infermiere, tensioni a livello emotivo, sociale, psicologico e spirituale,
  • gli incidenti per violenza, comprese le molestie sessuali,
  • i problemi derivanti dall’assunzione di posture ergonomicamente scorrette,
  • le allocazioni inadeguate di risorse umane e finanziarie,
  • l’isolamento.

L’assistenza infermieristica ai malati è influenzata dall’ambiente di lavoro sano e privo di rischi per il personale sanitario. L’I.C.N. rileva che la maggior parte dei governi non dispone di informazioni precise ed aggiornate sull’incidenza degli infortuni, lesioni e malattie riguardanti il personale infermieristico nonostante che, tali dati, dovrebbero essere alla base della formulazione delle politiche inerenti questo ambito. La mancanza di dati pertinenti è argomento di grande preoccupazione.

In alcuni paesi non esiste la legislazione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. In altri esistono mezzi per la sorveglianza e meccanismi disciplinari appropriati, ma si rileva l’inosservanza dei datori di lavoro. In altri paesi ancora la legislazione esclude gli ospedali e altre istituzioni sanitarie da tali tutele

La Convenzione n.149 dell’O.I.T. sul personale infermieristico demanda agli Stati membri il miglioramento delle leggi e delle regolamentazioni esistenti su tale materia adattandole alla specificità del lavoro infermieristico e dell’ambiente in cui si esercita. Il capitolo IX della Raccomandazione n.157 sviluppa le misure considerate necessarie per garantire la salute e la sicurezza degli infermieri nei loro luoghi di lavoro.

Posizione adottata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Ridurre i danni per la salute legati all’ambiente e agli stili di vita

·  Il tabagismo e la salute.