185 Le Questioni Sociali


Le questioni sociali

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 Le posizioni dell’ICN

 



I conflitti armati: il punto di vista degli infermieri

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN si oppone fortemente ai conflitti armati, indipendentemente dalle circostanze in cui si verificano. I gravi effetti per i civili, i rifugiati e i profughi, come le violazioni dei diritti fondamentali della persona e le severe conseguenze per la salute sono oggetto di particolare attenzione da parte dell’ICN.

Le donne, i bambini e le persone più anziane che vivono nelle zone di conflitto sono particolarmente vulnerabili; devono disporre dell’accesso ai servizi sanitari e di assistenza psicologica adeguati per essere aiutati a conservare o recuperare la propria salute fisica e psicologica. L’ICN condanna la presenza di un numero crescente di bambini utilizzati come soldati nei conflitto armati, anche se i bambini stessi si ritengono volontari.

L’ICN riconosce il ruolo fondamentale che gli infermieri svolgono nel rispondere ai bisogni sanitari che perdurano nel tempo e nell’affrontare le situazioni di emergenza che si presentano tra i rifugiati, le popolazioni civili e i soldati che sono feriti. Nelle zone nelle quali sono presenti conflitti armati, l’ICN chiede espressamente la protezione per tutti i professionisti sanitari che vi operano e per il personale appartenente alle organizzazioni umanitarie.

Nei casi di conflitto armato, l’ICN consiglia alle Associazioni nazionali infermieristiche di:

  • chiedere ai loro governi di garantire la fornitura immediata di assistenza umanitaria, comprendendo i servizi sanitari ai profughi ed ai rifugiati, e di facilitare l’apertura e il coordinamento degli accessi presso le organizzazioni umanitarie internazionali, presenti nella loro regione;
  • valutare le implicazioni che riguardano i loro paesi e decidere in collegamento con gli enti governativi locali, le organizzazioni delle Nazioni Unite, le organizzazioni non governative nazionali ed internazionali la fornitura di servizi sanitari adeguati ai bisogni, indipendentemente dall’origine etnica delle persone;
  • garantire l’accesso ai servizi sanitari ai militari e ai paramilitari feriti, ai prigionieri di guerra, senza alcuna discriminazione;
  • realizzare sistemi necessari per avere informazioni su massacri di civili e altre gravi violazioni dei diritti della persona affinché inchieste precise e appropriate abbiano luogo; stabilire dei sistemi di controllo dei diritti della persona, se ritenuti necessari;
  • sostenere la creazione di istituzioni nazionali per proteggere e promuovere i diritti della persona;
  • fare pressione per ottenere la riabilitazione ed il reinserimento, in un ambiente sano e sicuro, di tutti i bambini soldato.



Le informazioni di base
Il 90% delle vittime dei conflitti armati che avvengono nell’ambito degli stati, è costituito da civili. Attualmente vi sono oltre 12 milioni di rifugiati e 18 milioni di profughi nel mondo intero. Vi sono, inoltre, circa 300.000 bambini soldato. Nelle zone di conflitto per i civili, i rifugiati e i profughi, sono richieste cura e assistenza adeguate, nonché l’applicazione della giustizia sociale.

L’ICN aderisce alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite e alla Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949, fondamenti della legislazione umanitaria internazionale e strumenti principali per la difesa della dignità umana in tempo di guerra. Richiede la loro applicazione in tutti i conflitti armati.

Posizione adottata nel 1999.

Riferimenti:

  • Nazioni Unite, Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite, adottata il 10 dicembre 1948.
  • Comitato Internazionale della Croce Rossa, Diritti e doveri degli infermieri in base alla Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949, Ginevra ICRC, 1970.

 

I rifiuti sanitari : il ruolo degli infermieri e della professione

La presa di posizione dell’ICN
La professione infermieristica, in tutti i paesi del mondo, riconosce l’importanza della presenza di un ambiente sano e vitale per la salute ed è cosciente dei rischi reali che i rifiuti sanitari possono comportare.
L’I.C.N. ritiene che gli infermieri abbiano il dovere di ridurre, meglio eliminare, l’impatto negativo dei rifiuti sanitari sull’ambiente. In qualità di rappresentanti delle organizzazioni e della professione infermieristiche, l’ICN e le Associazioni membri hanno la responsabilità di orientare le decisioni politiche e professionali su tale argomento.

L’ICN sostiene le iniziative volte a ridurre l’effetto nocivo dei rifiuti sanitari, in particolare sottolinea l’importanza di:

  • adottare politiche per il recupero dei materiali come la carta e altri prodotti per ridurre la tossicità e il volume dei materiali per gli imballaggi,
  • utilizzare materiali prodotti con sostanze meno tossiche (es.:sostituire il PVC, il lattice e il mercurio),
  • diminuire l’uso dei pesticidi,
  • ridurre il volume dei rifiuti che necessitano di trattamenti particolari e facilitare il recupero dei materiali ogni qualvolta ve ne sia la possibilità,
  • adottare metodi di trattamento per i rifiuti che minimizzano l’impiego di sostanze tossiche,
  • adottare metodi di eliminazione dei rifiuti che riducono il ricorso all’incenerimento,
  • sensibilizzare i pazienti sugli effetti che i rifiuti sanitari possono avere sull’ambiente.

Gli infermieri, come tutti i professionisti sanitari, devono essere informati delle conseguenze derivanti dalla produzione di rifiuti sanitari. E’ necessario che le organizzazioni infermieristiche:

  • facilitino l’accesso degli infermieri ai programmi di aggiornamento riguardanti questo argomento,
  • applichino un principio di precauzione nella valutazione e nella selezione dei prodotti per proteggere l’ambiente,
  • sostengano gli infermieri nel partecipare direttamente alle decisioni in questo ambito,
  • promuovono l’adozione di metodi che consentano l’eliminazione dei rifiuti in modo sicuro,
  • collaborino con gli altri professionisti per esigere la sicurezza di tale operazione,
  • definiscano e regolamentino le competenze infermieristiche relativamente alla salubrità dell’ambiente.

 

Contesto

L’assistenza sanitaria di base mettendo l’accento sui principali determinanti della salute, riconosce il ruolo fondamentale dell’ambiente sulla salute delle persone, delle famiglie e delle comunità. L’applicazione del principio di precauzione deve condurre ad analisi preventive ed a scelte alternative nell’uso di prodotti potenzialmente nocivi. Le decisioni politiche e sanitarie influenzano la produzione e l’eliminazione dei rifiuti sanitari. Le scelte effettuate relativamente all’acquisizione, all’uso ed all’eliminazione dei diversi materiali utilizzati influenzano direttamente il volume dei rifiuti che si otterrà, i costi umani ed economici del loro smaltimento. Gli infermieri, durante lo svolgimento della loro attività, producono rifiuti sanitari e partecipano alle procedure di smaltimento dei rifiuti stessi. Gli infermieri che occupano posti gestionali, devono elaborare politiche che riguardano l’acquisizione dei materiali, ma anche l’eliminazione dei rifiuti sanitari.

Posizione adotta nel 1998 e aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

  • Ridurre i rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dai stili di vita
  • L’acqua potabile accessibile a tutti.

 

La clonazione e la salute della persona

La presa di posizione dell’ICN
Il rischio che le tecniche moderne della clonazione possano essere usate a danno dell’essere umano è, attualmente, fonte di preoccupazioni crescenti. L’ICN considera che:

  • la clonazione può essere utile e, nello stesso tempo, danneggiare la salute umana;
  • si richiedono limitazioni su tali tecniche, ma occorre riconoscerne sia i vantaggi sia gli svantaggi;
  • le Associazioni nazionali infermieristiche e gli stessi infermieri dovrebbero partecipare alle discussioni pubbliche riguardanti questo tema sulla base dei dati scientifici disponibili e dei continui approfondimenti etici, giuridici e sociali;
  • i meccanismi regolatori ed i comitati di esperti internazionali (contrariamente ai metodi legislativi) possono fornire un approccio equilibrato per il controllo di queste tecniche e del relativo effetto sulla salute umana;
  • le diverse problematiche sanitarie, etiche, legali e sociali, riguardanti la clonazione umana, non hanno ricevuto riscontri adeguati. Risultano necessari ulteriori informazioni, analisi, dibattiti e controlli.
  • la clonazione umana viola il diritto di ogni persona alla identità genetica unica e alla dignità personale.


L’ICN continuerà a seguire questa problematica, si confronterà con altre organizzazioni ed altre associazioni internazionali di professionisti sanitari per valutare e chiarire le conseguenze della clonazione per la salute umana.

Le informazioni di base
La clonazione sta sollevando nuove sfide, ma apre anche nuovi orizzonti che richiedono valutazioni etiche, giuridiche, sociali e sanitarie. E’ utilizzata da diversi anni nella ricerca sulle malattie che colpiscono l’uomo, in particolare sulla riparazione e rigenerazione degli organi. Gli sviluppi recenti nelle tecniche della clonazione mettono però in evidenza possibili implicazioni per la salute umana.
Vi sono diversi argomenti a sostegno e contro la clonazione. Fra gli argomenti principali contro questa tecnica vengono riportati l’alterazione genetica e l’impatto nocivo sulla salute. La maggior parte delle organizzazioni internazionali sono favorevoli a vietare, attraverso apposita normativa, la clonazione umana.
L’ICN considera le norme deontologiche riguardanti la pratica dell’assistenza infermieristica come il cuore stesso delle sue finalità.
Gli infermieri hanno, come obiettivi, la promozione della salute, la prevenzione della malattia, il ristabilire la salute alleviando le sofferenze delle persone, delle famiglie e delle comunità. E’ necessario che partecipino alla promozione di iniziative rivolte alla creazione di ambienti attenti alla dignità umana e al rispetto verso ogni persona. Le loro conoscenze e i loro obiettivi professionali consentono loro di partecipare pienamente alle valutazioni ed alle decisioni riguardanti la clonazione.

Posizione adotta nel 1998.

Prese di posizioni attinenti:

  • Gli infermieri e i diritti della persona.

 

I diritti dei bambini

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN approva interamente la Dichiarazione dei diritti del Bambino e la Convenzione1 che ne è seguita e sostiene le Associazioni nazionali infermieristiche membri che promuovono i principi enunciati in questi documenti. In particolare l’ICN si impegna:

  • a proteggere il bambino contro tutte le forme di violenza e abuso, contro lo sfruttamento sessuale o lavorativo che possano pregiudicare la salute o il suo sviluppo intellettuale, fisico, sociale o psicologico,
  • a promuovere la salute e il benessere delle famiglie perché è il luogo in cui il bambino deve essere amato e protetto, dove le persone si devono occupare di lui affinché cresca sano e in modo dignitoso,
  • in favore di una distribuzione equa dei beni e dei servizi in modo tale che tutti i bambini siano adeguatamente alimentati, dispongano di un alloggio, siano educati e curati fornendo le stesse opportunità per i maschi e le femmine, la stessa educazione agli orfani e ai membri dei gruppi minoritari,
  • a sollecitare la realizzazione di servizi di assistenza sanitaria di base centrati sulla promozione della salute, la prevenzione delle malattie e dell’handicap,
  • a migliorare la protezione e l’assistenza rivolta ai bambini con bisogni particolari come gli orfani, i bambini vittime di abusi o trascurati e i bambini rifugiati,
  • a promuovere i diritti dei bambini ricoverati in ospedale, con particolare riguardo al coinvolgimento dei genitori e della comunità e all’assistenza da erogare ai bambini malati o accolti nelle istituzioni.


Le informazioni di base
La Convenzione delle Nazioni Unite relativa ai diritti dei bambini stipula che:

  • ogni bambino ha il diritto di godere dei diritti e delle libertà fondamentali, indipendentemente dalla razza, colore, sesso, lingua, religione o altre caratteristiche del bambino, dei suoi familiari o altri sui rappresentanti come l’origine nazionale, etnica o sociale, la situazione economica, la loro nascita o altre condizioni;
  • il bambino deve beneficiare di una protezione speciale e deve avere la possibilità di uno sviluppo fisico, mentale, spirituale e sociale in condizioni di libertà e dignità. Fin dalla sua nascita, ha diritto ad un nome ed una nazionalità.
  • il bambino ha il diritto ad assistenza e protezioni speciali, soprattutto prima e dopo la nascita. Ha diritto a ricevere un’alimentazione sana, un alloggio, a giocare e a servizi sanitari adeguati. I bambini con handicap fisici o mentali devono beneficiare di trattamenti, di istruzione, di cure ed assistenza speciali.
  • al bambino occorre garantire un’atmosfera affettuosa e una serenità morale e materiale. Ogni volta che sarà possibile deve crescere con la cura e sotto la responsabilità dei suoi genitori e, solo in condizioni eccezionali, dovrà essere separato dalla madre. La società e le autorità politiche hanno il dovere di dare un’attenzione particolare ai bambini e alle famiglie soprattutto a quelle che non dispongono di sostegni adeguati.
  • si devono assicurare opportunità uguali nell’accesso all’educazione gratuita e obbligatoria, almeno a livello di scuole elementari. Questo dovrebbe consentire lo sviluppo di capacità del bambino quali il giudizio, il suo senso morale, la sua responsabilità sociale. Si devono garantire inoltre possibilità di gioco; il bambino ha diritto ad essere il primo nel ricevere protezione e soccorso.
  • il bambino deve essere protetto contro tutte le forme di negligenza, di violenza, di sfruttamento e non deve essere sottomesso a nessuna mercificazione. Deve essere fissata un’età minima per iniziare il lavoro e non bisogna tollerare modi di lavorare che possano pregiudicare la salute, l’educazione o avere conseguenze sullo sviluppo fisico, mentale, morale del bambino.
  • il bambino deve essere protetto contro le discriminazioni razziali, religiose o altro e deve crescere in uno spirito di tolleranza, di amicizia tra i popoli, di pace e di consapevolezza per la sua responsabilità verso gli altri esseri umani.


Posizione adotta nel 1979 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

  • Gli infermieri e i diritti della persona
  • La prevenzione e l’assistenza infermieristica delle persone disabili.


L’acqua potabile accessibile a tutti


La presa di posizione dell’ICN

Per l’ICN il diritto all’accesso all’acqua potabile non è negoziabile. L’acqua potabile facilmente accessibile è un bisogno universale come il diritto fondamentale alla salute, alla qualità della vita e allo sviluppo. L’acqua è un bene pubblico e per questo l’ICN si oppone alla privatizzazione dei servizi e dell’acqua.

L’ICN valuta che, qualora vi sia la volontà politica, sia possibile rendere disponibile, a tutte le persone, un’acqua pulita, sicura e gradevole utilizzando tecnologie appropriate.

L’ICN approva l’obiettivo, fissato dalle Nazioni Unite, di ridurre della metà la proporzione della popolazione che, attualmente, risulta priva di accesso all’acqua potabile. Ottenere questo accesso è un elemento determinante nelle strategie per la riduzione della povertà.

L’ICN esorta gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche a:

  • collaborare con i rappresentanti di altri settori (per es.: autorità locali, fornitori di acqua) per garantire approvvigionamenti di acqua sana e facilmente accessibile,
  • fare pressione sui governi affinché le popolazioni possano usufruire di acqua potabile,
  • difendere gli interessi dei poveri e favorire un approccio uguale sia per gli uomini sia per le donne nella gestione dell’acqua.

Inoltre l’ICN chiama gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche a collaborare con quanti, ai livelli nazionali e internazionali, sono chiamati ad occuparsi di questa questione per:

  • rinforzare la vigilanza e garantire la sicurezza della acqua contro attacchi intenzionali attraverso mezzi biologici, chimici o altro,
  • ottenere politiche ragionevoli in grado di garantire l’accesso per tutti all’acqua potabile e far realizzare interventi per le popolazioni più vulnerabili riguardanti la salute pubblica, contro la deregolamentazione e la privatizzazione di questa risorsa.


Contesto
Gli infermieri assistono gli individui, le famiglie e la collettività per promuovere la salute, prevenire la malattia e alleviare le sofferenze. Non potrebbero perseguire queste finalità nei casi in cui le popolazione non disponessero di acqua pulita e sicura.

L’aumento rapido della popolazione, l’industrializzazione, l’urbanizzazione, i metodi intensivi usati in agricoltura, modi di vita dispendiosi per quanto riguarda l’uso dell’acqua costituiscono fattori che conducono verso una crisi mondiale. Circa il 20% della popolazione mondiale non usufruisce di acqua potabile e il 50% non dispone di acquedotti sicuri.

Più di tre milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie che dipendono dalla qualità dell’acqua; milioni di persone soffrono per dissenteria. Due milioni di bambini muoiono ogni anno per queste malattie.

A causa della degradazione e dell’inquinamento crescenti, le sorgenti di acqua sono minacciate da contaminazioni di batteri, prodotti chimici, metalli pesanti e composti organici persistenti.

La mancanza di acqua potabile costituisce una minaccia per la salute pubblica. E’ un aggravio per le donne di molti paesi che devono percorre lunghe distanze per procurarla, portandola sulle spalle con ovvie conseguenze negative sulla salute. Malgrado tutti questi sforzi, l’acqua che trasportano è spesso contaminata da rifiuti animali o umani.

Occorre inoltre provvedere per evitare che le riserve d’acqua siano inquinate da agenti batterici, chimici o altro a seguito di attacchi intenzionali alle popolazioni che le utilizzano.

Infine la tendenza generale verso la deregolamentazione e la privatizzazione costituisce un ostacolo all’accesso universale all’acqua pulita e sicura.

Posizione adotta nel 1995 e aggiornata nel 2002.

Prese di posizioni attinenti:

  • La riduzione dei rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita
  • Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti
  • Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base
  • Gli infermieri e i diritti della persona.


Pubblicazione dell’ICN:

  • L’assistenza infermieristica è importante
  • L’acqua potabile per tutti: tutela della vita.


L’informazione ai pazienti

L’ICN è convinto dell’importanza del diritto di ogni persona ad avere l’informazione, più aggiornata possibile, sulla modalità per conservare la propria salute, prevenire e trattare le malattie. Questa informazione deve essere facilmente accessibile, opportuna, precisa, comprensibile, pertinente, verificata e fondata su basi concrete o sulle migliori pratiche possibili. Tutti hanno diritto ad una informazione precisa, verificata e trasparente sui risultati della ricerca scientifica, sui prodotti farmaceutici e sulle innovazioni tecnologiche.

Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e alla riservatezza sulle informazioni riguardanti la sua salute. La gestione corretta dell’informazione da parte degli infermieri e dei professionisti sanitari è conditio sine qua non per la realizzazione di relazioni franche e improntate alla collaborazione con i pazienti, i loro familiari e le persone a loro vicine.

Tutti hanno il diritto al libero accesso alle informazioni, sottoforma appropriata e nella misura che ognuno decide per sé. Questa informazione deve permettere alla persona di essere parte attiva, con cognizione di causa, nelle decisioni che riguardano la sua salute. L’informazione destinata ai pazienti e a chi sta loro vicino deve essere adeguata ai loro bisogni specifici e alle circostanze particolari che determinano la vita delle persone: religione, cultura, appartenenza etnica, conoscenza della lingua e in materia di salute1. I rischi e i vantaggi degli interventi sanitari, le possibili opzioni disponibili devono essere discusse con i pazienti e, se necessario, i loro familiari o coloro che sono vicini a loro.

Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono collaborare tra loro per fare in modo che i pazienti e il pubblico in generale abbiano accesso all’informazione appropriata riguardante la salute e i servizi sanitari. Questo implica che gli infermieri si impegnino nella ricerca sulla natura, qualità e impatto che l’informazione, data ai pazienti, ha sui risultati degli interventi sanitari e sulla pratica infermieristica.

Le informazioni di base
Le persone che sono parte attiva nel ripristinare la loro salute operano le migliori scelte in materia di automedicazione, hanno modi di vita più sani e sono più soddisfatti dell’assistenza e dei risultati dei trattamenti che ricevono2. Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono tener conto del diritto delle persone di prendere decisioni su ciò che concerne la gestione della propria salute, nonché il diritto di accettare o rifiutare l’assistenza e i trattamenti sanitari. Devono inoltre essere attenti ai bisogni che i pazienti esprimono in materia di informazione utilizzando le loro conoscenze per fornire le risposte attese.

Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono disporre delle conoscenze e delle attitudini necessarie per la gestione dell’informazione; devono aiutare i pazienti ad utilizzare l’informazione di cui dispongono e contribuire ad arricchire le conoscenze riguardanti l’effetto che l’informazione ha sulla salute delle persone assistite.

L’informazione deve essere diffusa attraverso i mezzi di comunicazione adeguati; deve essere formulata conformemente alle norme della qualità ufficialmente riconosciute o raccomandate.

La formazione di base, l’aggiornamento degli infermieri e dei professionisti sanitari devono fornire le competenze necessarie per garantire un’informazione adeguata ai pazienti favorendo così la loro collaborazione per rispondere in maniera ottimale ai bisogni sanitari.

Posizione adotta nel 2003.

Prese di posizioni attinenti:

  • La sicurezza dei pazienti
  • L’informazione relativa alla salute: proteggere i diritti dei pazienti.


Pubblicazione dell’ICN:

  • Il paziente parla! Progetto sull’informazione ai pazienti dell’ICN (2003)

L’infermiere e i diritti della persona

La presa di posizione dell’ICN
In ambito sanitario, i diritti della persona riguardano sia i pazienti sia coloro che forniscono i servizi. L’ICN considera l’assistenza sanitaria come un diritto per tutte le persone, indipendentemente da questioni finanziarie, politiche, geografiche, razziali e religiose. Questo diritto comprende la parità per quanto riguarda l’accesso ai trattamenti sanitari, la scelta di accettare o rifiutare l’assistenza e la cura proposte sulla base delle informazioni ricevute, il rispetto della riservatezza e della dignità, soprattutto nel momento della morte.

I diritti della persone e il ruolo dell’infermiere
Gli infermieri hanno l’obbligo di salvaguardare la salute delle persone in tutte le circostanze e in tutti i luoghi. Questo implica che devono assicurare l’assistenza necessaria nell’ambito delle risorse disponibili e conformemente alla deontologia professionale. L’infermiere è inoltre tenuto ad assicurarsi che il malato riceva informazioni pertinenti prima di accettare un trattamento o determinate procedure come, per esempio, la partecipazione a ricerche.

L’ICN ritiene necessario l’inserimento, a tutti i livelli della formazione infermieristica, dell’argomento riguardanti i diritti della persona e il ruolo dell’infermiere a questo proposito.

Come tutti i professionisti sanitari, gli infermieri sono personalmente responsabili dei loro atti volti a salvaguardare i diritti della persona. Le Associazioni nazionali infermieristiche hanno il dovere di partecipare alla realizzazione di normative sanitarie e sociali riguardanti questo importante aspetto.

I diritti degli infermieri
Gli infermieri hanno il diritto di praticare la loro attività professionale sulla base del codice deontologico e della legislazione infermieristica vigente in ogni paese e il diritto di lavorare in un ambiente in cui viene garantita la loro sicurezza personale contro ogni tipo di violenza, abuso, minaccia o intimidazione.

Occorre che le Associazioni nazionali infermieristiche prevedano un meccanismo efficace che consenta agli infermieri di richiedere un parere riservato, un consiglio, un sostegno, un aiuto per far fronte alle situazioni difficili nelle quali i diritti della persona non sono rispettati.

Le informazioni di base
Gli infermieri si confrontato quotidianamente, in tutti gli ambiti della loro attività, con i problemi che riguardano il rispetto dei diritti della persona. Occorre fare pressione affinché le conoscenze e le competenze che si vanno sviluppando non siano utilizzate in modo pregiudizievole per i pazienti o altre persone. E’ importante più che mai vigilare ed essere informati sulle nuove tecnologie e sperimentazioni che mettono a rischio il rispetto dei diritti della persona. Sempre di più gli infermieri dovranno affrontare questioni complesse inerenti ai diritti umani, conflitti interni ai paesi, disordini politici e guerre. La salvaguardia dei diritti dovrà riguardare innanzitutto i gruppi più vulnerabili come le donne, i bambini, gli anziani, i rifugiati e i gruppi di popolazione con particolari problemi sanitari o sociali.

L’ICN ha predisposto delle schede informative sulla salute e i diritti umani per i principali settori nei quali questi aspetti hanno un impatto sulla popolazione. Sono trattati argomenti quali la salute pubblica, la riforma sanitaria, l’accesso ai servizi e le questioni di parità tra uomo e donna.

L’ICN ratifica la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata nel 1948.

Posizione adotta nel 1998. Prese di posizioni attinenti:

  • Il ruolo dell’infermiere nell’assistenza ai prigionieri e ai detenuti
  • I diritti dei bambini
  • La tortura, la pena di morte e la partecipazione degli infermieri alle esecuzioni
  • Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti


L’informazione relativa alla salute: proteggere i diritti dei pazienti

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN e le sue Associazioni membri sono favorevoli alla realizzazione di misure volte a proteggere la riservatezza delle documentazioni sanitarie dei pazienti nonché l’accesso dei pazienti e/o loro familiari a questi documenti.

L’ICN sostiene inoltre gli sforzi destinati ad elaborare, in ambito nazionale ed internazionale, protocolli e disposizioni per la creazione di documenti sanitari che potrebbero costituire dei riferimenti per migliorare l’informazione, la comprensione e la partecipazione del paziente o di persone che gli sono vicino.

L’ICN ritiene che le persone che ricevono l’assistenza sanitaria devono essere considerate come i primi proprietari dell’informazione concernete la loro salute. Hanno il diritto all’informazione e alla conoscenza di quanto riguarda direttamente i loro problemi sanitari, gli interventi proposti o adottati dai professionisti sanitari nonché le conseguenze per la loro salute.

Gli infermieri, a titolo individuale, e le Associazioni nazionali infermieristiche devono conoscere i diritti, le responsabilità, i protocolli e la legislazione riguardante i diritti dei pazienti e la tutela della privacy nei loro paesi. Le Associazioni infermieristiche devono inoltre aiutare gli infermieri a comprendere e ad esercitare le loro responsabilità su tali questioni.

Le Associazioni sono tenute a seguire tutte le direttive internazionali, predisposte sull’argomento, suscettibili di adattamento in base alle esigenze locali. Devono anche vigilare sull’impatto delle nuove tecnologie sempre in riferimento ai diritti dei loro pazienti.

Le informazioni di base
I sistemi di informazione utilizzati per la pianificazione, la gestione e la fornitura di servizi sanitari possono costituire una minaccia per il diritto di riservatezza dei pazienti nella misura in cui facilitano l’accesso alle informazioni personali. Interventi specifici devono essere adottati per garantire ed assicurare il diritto dei pazienti alla loro privacy.

E’ necessario che gli infermieri comprendano i valori etici sottesi alle loro responsabilità in modo da rispettare il diritto dei pazienti alla riservatezza. Stante l’impatto che l’informazione e la comunicazione possono avere sui pazienti nonché le continue evoluzioni delle tecnologie, gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono porre particolare attenzione nel proteggere il diritto del paziente alla privacy. Nel caso in cui questo diritto sia tutelato anche da un’apposita legislazione nazionale e gli infermieri non ottemperino alle loro responsabilità, dovranno subire le conseguenze previste dalla normativa vigente.

Posizione adotta nel 2000.



I farmaci contraffatti

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN comunica la sua preoccupazione per l’utilizzo di farmaci contraffatti e gli effetti negativi sulla prevenzione e sul trattamento delle malattie. Tra questi effetti, è necessario considerare i risultati negativi in termini di salute, i mancati effetti terapeutici, la perdita di fiducia nelle cure, l’aumentata resistenza agli antibiotici e le intossicazioni provocate da componenti tossici presenti nei farmaci.

L’ICN intende sostenere le iniziative contro la contraffazione e quelle rivolte alla collaborazione degli infermieri e delle Associazioni infermieristiche nazionali con le Associazioni di farmacisti, di medici e di altri soggetti interessati per diffondere le corrette informazioni riguardanti la conservazione e l’eliminazione dei medicinali contraffatti. L’ICN, in particolare:

  • intende rinforzare l’azione delle autorità incaricate di assicurare la qualità e la sicurezza dei farmaci,
  • ricercare ed individuare le origini di farmaci contraffatti;
  • rendere sicuro il rifornimento di farmaci nei servizi sanitari,
  • fornire agli infermieri informazioni sull’argomento e sulla prevenzione degli effetti nocivi,
  • controllare lo sviluppo dei trattamenti per rilevare, in tempi rapidi, le omissioni, le carenze che probabilmente sono alla base di queste contraffazioni,
  • informare e sensibilizzare il pubblico sul problema dei farmaci contraffatti.


Contesto Secondo l’autorità federale degli Stati Uniti, a cui competono questi controlli (Food and Drug Administration, FDA), i farmaci contraffatti rappresentano più di 10% del totale dei farmaci disponibili sul mercato mondiale. E’ un fenomeno che riguarda tutti i paesi, sviluppati o in via di sviluppo. Anche se i dati non sono ancora disponibili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità valuta che un quarto dei medicinali, utilizzato nei paesi in via di sviluppo, sia contraffatto o comunque di qualità scadente1. Tutti i farmaci, compreso i vaccini, possono essere contraffatti, con gravi conseguenze per i pazienti e per le stesse funzioni dei servizi sanitari. I pazienti ed i consumatori sono le prime vittime dei farmaci contraffatti. Per poter individuare gli effetti nocivi, è necessario fornire tutte le informazioni utili al pubblico. Per il ruolo che gli infermieri svolgono, possono contribuire, in un modo decisivo, nel rinforzare la vigilanza sui farmaci contraffatti consigliando il pubblico di segnalare alle autorità i casi verificatisi dubbi. Questi farmaci, prodotti in un senso deliberatamente fraudolento, hanno un’efficacia incerta e costituiscono una minaccia seria per il trattamento o la prevenzione delle malattie. Secondo la definizione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità2, un farmaco contraffatto ha l’etichetta che è stata falsificata deliberatamente e in modo fraudolento impedendo la sua identificazione e/o la conoscenza della sua origine. I farmaci contraffatti possono essere prodotti di marca o prodotti generici. Possono contenere buoni principi attivi, principi attivi inadeguati, essere privi di principi attivi, contenere principi attivi in quantità inadeguata o essere presentati in imballaggi mal conservati. I principi attivi, inoltre, possono essere sostituiti da altri o contenere una quantità troppo elevata di impurità, di sostanze inquinanti o persino veleni. Possono esservi composizioni superate, eliminate durante i processi di produzione o ritirate del mercato quindi recuperate dai contraffattori, identificate in un modo ingannevole ed infine reintrodotte sul mercato. I medicamenti contraffatti uccidono e danneggiano migliaia di persone in tutto il mondo.

Posizione adottata nel 2004.

Prese di posizione attinenti:

  • La resistenza antimicrobica
  • La partecipazione degli infermieri a tutte le fasi dei processi decisionali e dell’elaborazione delle politiche sanitarie
  • La sicurezza dei pazienti
  • L’informazione relativa alla salute: proteggere i diritti dei pazienti
  • L’informazione ai pazienti.


Pubblicazioni dell’ICN

  • Documentazione dell’Alleanza mondiale delle professioni sanitari sulla resistenza antimicrobica.


La riduzione dei rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita


La presa di posizione dell’ICN
Gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche devono svolgere un ruolo strategico affinché si riducano i rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita.

Le Associazioni nazionali infermieristiche possono contribuire a ridurre questi rischi per la salute attraverso:

  • la promozione di uno stile di vita positivo che comprenda l’esercizio fisico, la gestione dello stress, la prevenzione degli incidenti, il mantenimento di un corretto peso e l’educazione alimentare tenendo in considerazione la condizione socio-economica e gli aspetti culturali;
  • la predisposizione e la diffusione, su larga scala, della posizione delle Associazioni nazionali infermieristiche riguardante i rischi per la salute che si possono verificare nelle diverse realtà, derivanti da fattori ambientali e da stili di vita non sani;
  • la collaborazione con i governi e le comunità per creare e mantenere gli ambienti sani prendendo in considerazione il controllo sull’utilizzo degli additivi alimentari, la riduzione delle sostanze tossiche e per organizzare servizi che promuovano la salute;
  • il sostegno ai governi per prevenire e controllare questi rischi sottolineando la necessità di cooperazioni internazionali per affrontare problemi comuni, come l’alimentazione inadeguata, il traffico di droga, la lotta contro l’inquinamento;
  • la creazione, lo sviluppo e la partecipazione :
  • a gruppi che predispongono, coordinano e supervisionano programmi di prevenzione e di controllo dei rischi,
  • alla pianificazione delle attività destinate ad affrontare le catastrofi a livello nazionale e internazionale, qualora più paesi siano colpiti,
  • a ricerche riguardanti l’ampiezza e le conseguenze dei rischi legati all’ambiente e ai luoghi di lavoro nonché gli interventi necessari; le pratiche e le tecniche che permettono ai professionisti di ridurre i rischi per la salute e mantenersi sani; gli indicatori che segnalano l’esistenza di rischi; il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; il controllo dei livelli ambientali delle sostanze inquinanti; la valutazione dell’effetto degli interventi infermieristici sui rischi legati all’ambiente;
  • la verifica circa l’informazione che gli infermieri hanno su tali problematiche per svolgere efficacemente il loro ruolo nei contesti nei quali tali rischi si possono verificare.


L’ICN approva la Dichiarazione mondiale sulla protezione e sullo sviluppo dell’infanzia e il Programma1 che risponde alle necessità di creare e conservare ambienti sani per la salute dei bambini.

Le informazioni di base
I problemi di salute derivanti da stili di vita non sani e dall’ambiente sono una causa crescente della morbosità, della mortalità, degli aumentati costi della sanità e del declino della produttività e della qualità di vita.
Di interesse particolare sono:

  • i rischi legati a particolari stili di vita, quali l’uso di tabacco, alcool e droghe in quanto, a loro volta, provocano l’aumento di varie problematiche, a livello individuale o sociale, come le malattie tumorali, le violenze, gli incidenti stradali ecc. Anche le malattie cardiovascolari ed i disturbi mentali costituiscono questioni che hanno valenza mondiale, unitamente alle malattie sessualmente trasmesse.
  • Gli additivi alimentari ed i prodotti chimici, usati nella produzione degli alimenti, sono elementi che incidono da un punto di vista nutrizionale. In molti paesi industrializzati, le persone soffrono di obesità e di disordini alimentari (es.:l’anoressia e la bulimia) e, nel mondo intero, molte persone sono sottonutrite.


I fattori ambientali, come lo stress, sono cause importanti di molte malattie. L’inquinamento (acqua, aria e terreno) sta facendo aumentare l’incidenza delle malattie acute e croniche.

Sia che derivino da scelte individuali o dall’ambiente, questi rischi richiedono la massima attenzione. Gli infermieri raccomandano, sempre più, la realizzazione di politiche e programmi riguardanti la salubrità degli ambienti: case, scuole, posti di lavoro, comunità ecc. E’ necessario progettare e creare luoghi di lavoro che consentono la riduzione dello stress e l’apporto del più ampio contributo delle persone.

Gli infermieri sono attori importanti nella prevenzione degli incidenti e delle malattie che si sviluppano tra le mura domestiche e nei luoghi di lavoro. La maggior parte dei incidenti potrebbe essere evitata, ma è richiesto un grande impegno nei programmi di educazione sanitaria.

Posizione adotta nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

  • La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambiente lavorativo
  • La riduzione della trasmissione delle malattie infettive legate ai viaggi
  • La sindrome da immunodeficienza acquisita.


La tortura, la pena di morte e la partecipazione degli infermieri alle esecuzioni

La presa di posizione dell’ICN
Gli infermieri, unitamente alle famiglie dei pazienti e ad altri professionisti sanitari, hanno un ruolo chiave nell’assistenza alle persone più anziane.

L’ICN sottoscrive la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite1 ed inoltre afferma:

  • che la responsabilità primaria dell’infermiere consiste nell’assistere le persone che hanno necessità di interventi infermieristici,
  • che gli infermieri hanno il dovere di fornire l’assistenza infermieristica, al livello qualitativo più elevato possibile, alle vittime di atti crudeli, degradanti ed inumani,
  • che gli infermieri non devono partecipare volontariamente ad azioni che infliggono deliberatamente sofferenze fisiche e psichiche,
  • che la responsabilità infermieristica verso i detenuti, condannati alla pena capitale, continua fino all’esecuzione,
  • che la partecipazione degli infermieri, diretta o indiretta, alla preparazione dell’esecuzione costituisce una violazione del codice deontologico della professione infermieristica.


L’ICN sollecita, con forza, le Associazioni nazionali infermieristiche affinché si impegnino in favore dell’abolizione della pena di morte e per realizzare meccanismi volti ad assicurare che gli infermieri siano un sostegno per i prigionieri condannati a morte o sottoposti a tortura.

L’ICN chiede che tutti i programmi formativi infermieristici includano, a tutti i livelli, i seguenti elementi: riconoscimento delle questioni riguardanti i diritti della persona e le loro violazioni, come la tortura e la pena di morte; sensibilizzazione sul fatto che tecnologie mediche sono usate per le esecuzioni; riconoscimento del diritto degli infermieri di rifiutarsi di partecipare alle esecuzioni.

Le informazioni generali
Il Codice dell’infermiere dell’ICN2 definisce che le responsabilità fondamentali dell’infermiere sono la promozione della salute, la prevenzione delle malattie, ristabilire la salute ed alleviare la sofferenza.

Le violazioni dei diritti dell’uomo sono presenti in tutti i paesi e purtroppo i progressi scientifici hanno consentito di realizzare forme molto sofisticate di tortura. Gli infermieri, a volte, sono chiamati a praticare degli esami fisici ai prigionieri, prima che vengano sottoposti ad interrogatori o torture, ad assistervi per fornire assistenza e per trattare le conseguenze fisiche delle torture.

I tentativi di regolamentare, “umanizzare”, anzi “medicalizzare” la pena di morte pongono seri problemi legali ed etici che, tra loro, sono in contraddizione.

Posizione adotta nel 1998.

Prese di posizioni attinenti:

  • L’infermiere e i diritti della persona
  • Il ruolo degli infermieri nell’assistenza ai prigionieri e ai detenuti
  • I diritti dei bambini
  • Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti.


Il lavoro minorile

La presa di posizione dell’ICN
Gli infermieri devono svolgere un ruolo significativo nell’elaborazione e nella progettazione di politiche volte a migliorare la qualità di vita della persone disabili, nonché le cure, l’assistenza infermieristica e la prevenzione. Gli infermieri, svolgendo la loro attività, possono individuare tempestivamente le forme di disabilità; devono inoltre partecipare ad iniziative per la promozione di salute, la prevenzione, la definizione di programmi informativi e di supporto, rivolti alle persone con disabilità e alle loro famiglie. In tutti gli ambiti nei quali gli infermieri esercitano, il loro ruolo educativo dovrebbe sottolineare la responsabilità individuale che ognuno ha nel proteggersi e nell’evitare di procurarsi e procurare una disabilità.

Gli infermieri, insieme a tutti i cittadini del mondo, hanno un ruolo fondamentale nel salvaguardare “l’infanzia ai bambini”.

L’ICN approva la Dichiarazione dei diritti dei bambini e la Convenzione conseguente1.

L’ICN esorta, con forza, ogni paese a ratificare e a realizzare quanto previsto nelle Convenzioni 138 e 182 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui requisiti minimi da rispettare per l’ingresso al lavoro, con particolare attenzione ai bambini.

L’ICN ritiene che lo sviluppo economico e sociale stabile eviterà lo sfruttamento del lavoro minorile che si perpetua nelle regioni più povere del mondo. L’espansione economica non garantisce, da sola, l’eliminazione di questa piaga, a meno che non sia accompagnata dalle misure volte ad assicurare alle famiglie una parte equa della ricchezza nazionale, creata attraverso lo sviluppo.

L’ICN riconosce il valore dell’apprendistato, ma permane la condanna dello sfruttamento del lavoro minorile che minaccia la salute e lo sviluppo intellettuale, fisico, sociale e psicologico dei bambini.

L’ICN, le Associazioni nazionali infermieristiche e gli infermieri, a livello individuale, devono pertanto:

  • promuovere la piena consapevolezza della società su questa grave problematica,
  • mettere in discussione i processi di fabbricazione delle merci, ad uso personale e professionale, che coinvolgono bambini,
  • fare pressione affinché le istituzioni e i governi non facciano ricorso a contratti di lavoro che sfruttano minori,
  • sostenere i datori di lavoro che si impegnano ad eliminare il lavoro minorile e che intendono contribuire allo sviluppo armonioso dei bambini,
  • impegnarsi in favore della ratifica e della realizzazione delle dichiarazioni e convenzioni internazionali,
  • sostenere gli organismi nazionali ed internazionali affinché affrontino urgentemente i fattori che favoriscono il lavoro minorile,
  • appoggiare i progetti che si propongono di creare condizioni di vita adeguate ai bambini (per esempio: la formazione accessibile, gratuita e di buona qualità; una legislazione in grado di tutela gli stipendi minimi o la sicurezza economica della famiglia),
  • intraprendere ricerche sull’impatto che il lavoro minorile può avere sulla salute dei bambini,
  • promuovere lo sviluppo di codici di condotta nei luoghi di lavoro,
  • creare alleanze, a livello nazionale ed internazionale, per la protezione dei bambini,
  • promuovere i diritti sindacali fondamentali per tutti i lavoratori comprendendo quello relativo alla creazione di un ambiente sano e sicuro.

Le informazioni di base
Centonovantuno paesi hanno riconosciuto “il diritto del bambino ad essere protetto dallo sfruttamento economico e dal lavoro che comporta rischi che compromettono la sua educazione o danneggiano la salute o lo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale (l’articolo 32 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino). Tuttavia, vi sono circa 250 milioni di bambini, di età compresa tra i 5 e i 14 anni, che lavorano. Ben 120 milioni lavorano a tempo pieno. In alcuni paesi la percentuale di bambini che lavorano, con un’età inferiore ai 10 anni, supera il 20%.

Il lavoro minorile è prevalente nelle regioni del mondo in via di sviluppo, ma, purtroppo, esiste anche nei paesi industrializzati. E’ più comune nelle comunità rurali e meno nelle agglomerazioni urbane; è presente nell’agricoltura, nel lavoro domestico, nelle miniere, nella pesca, nelle costruzioni, nell’industria e in manifattura, nel lavoro artigianale, nella tessitura e rifinitura di tappeti, nella vendita sulle strade, nelle imprese di pulizia, nell’accattonaggio e nella prostituzione. Ben 250.000 bambini con meno di 18 anni – alcuni non ne hanno neanche 7 – sono nelle forze armate o nei gruppi di opposizione. Sono soldati, spie, messaggeri e portatori. Le missioni più pericolose sono affidate spesso a loro come, per esempio, l’avanzamento in aree minate.

Esiste uno stretto collegamento tra il lavoro minorile e il settore sanitario. Alcune fabbriche, nei paesi in via di sviluppo, sono conosciute per produrre oltre 2.000 tipi differenti di strumenti chirurgici, compreso le forbici, i forcipi, gli scalpelli, i supporti per gli aghi, le lame chirurgiche, gli speculum, i morsetti e le pinze. In un noto paese asiatico, il lavoro minorile è così diffuso che riesce a provvedere quasi alla metà del mercato globale degli strumenti monouso e al 10-15% delle apparecchiature di alta qualità, usate negli interventi chirurgici e odontoiatrici2.

Il lavoro minorile impedisce l’accesso dei bambini alla formazione e la mobilità sociale mantenendo condizioni di povertà. Il lavoro che nuoce alla salute, alla sicurezza e alla socializzazione del bambino ha lo stesso effetto negativo. La ricerca ha dimostrato che la povertà e il lavoro minorile possono rinforzarsi reciprocamente ed impedire lo sviluppo economico e sociale.

I fattori che hanno determinano l’esistenza del lavoro minorile sono:

  • povertà
  • analfabetismo
  • differenze trascurabili tra lo stipendio dell’adulto e quello del bambino
  • morte o assenza permanente del padre
  • sottosviluppo rurale
  • vivere nelle bidonvilles e in altre condizioni urbane simili
  • assenza del sistema educativo a garanzia di una occupazione futura
  • caratteristiche fisiche dei bambini ritenute utili per svolgere alcune operazioni (tessitura tappeti, passaggio tra le mine)
  • abbandono dei bambini
  • famiglia numerosa
  • lavoro dei genitori
  • livello elevato di rischio a seguito della perdita del reddito.


I bambini sono biologicamente diversi dagli adulti trovandosi una fase di sviluppo e di crescita. Sono fisicamente più deboli, mentalmente più vulnerabili e la loro immaturità li rende incapaci di valutare i rischi professionali o l’esigenza delle misure di difesa. L’UNICEF, nel 1991, ha valutato che vi erano 80 milioni di bambini, tra i 10 e i 14 anni, che hanno lavorato così a lungo e faticosamente tanto che il loro sviluppo normale ne ha risentito negativamente.

Gli effetti provocati dal lavoro minorile sullo stato di salute dei bambini sono:

  • ritardo nello sviluppo fino all’arrestato della crescita
  • malformazione ossea
  • perdita di vista e/o dell’udito
  • malnutrizione e disturbi della nutrizione
  • affezioni respiratorie e da inquinamento chimico
  • abuso e molestie sessuali
  • trasmissione di malattie sessualmente trasmesse, AIDS
  • aborto o gravidanze precoci
  • tossicodipendenze
  • comportamenti a rischio
  • difficoltà nello stabilire relazioni sociali
  • disturbi del sonno
  • depressione.


Posizione adotta nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

  • L’infermiere e i diritti della persona
  • I diritti dei bambini.


Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN considera la pace nel mondo come un requisito preliminare per lo sviluppo e per la promozione della salute. Esorta i governi e tutti i dirigenti che operano a livello mondiale a fare quanto è necessario per impedire la guerra ed i conflitti armati.

L’ICN denuncia l’uso, intenzionale e non, di agenti nucleari, chimici e biologici che minacciano la salute e la sopravvivenza dell’umanità.

Per questo motivo l’ICN sostiene:

  • la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo1
  • la Convenzione di Ottawa2 sul divieto di utilizzo, di accumulo, di produzione e di trasporto di mine anti-uomo e sulla loro distruzione
  • agli sforzi volti ad eliminare le armi utilizzate nei conflitti e nelle guerre.


L’ICN chiede alle Associazioni nazionali infermieristiche di:

  • impegnarsi per l’eliminazione delle armi nucleari, chimiche e biologiche e delle mine terrestri. Le Associazioni potranno fare ciò:
  • collaborando con i gruppi che si occupano dei diritti dell’uomo, con gli avvocati, le agenzie nazionali incaricate della prevenzione delle catastrofi nazionali, i gruppi che si occupano di questioni legate alla salute, i mass-media ed altri per creare un fronte unito contro la produzione, la distribuzione e l’uso di queste armi;
  • istruendo il pubblico e gli infermieri circa le conseguenze sulla sanità pubblica e le ripercussioni sociali, economiche, ambientali derivanti dall’impiego di armi nucleari, chimici, biologici e dalle mine;
  • aiutando gli infermieri a sviluppare le strategie per ridurre la minaccia di queste armi;
  • esercitando pressioni sui governi nazionali per fermare la fabbricazione, la distribuzione e l’importazione di armi;
  • collaborando con i gruppi che già lavorano per questi scopi, composti da medici, gruppi di donne, di giovani e altre persone che hanno fatto proprio questo scopo;
  • impegnarsi per la prevenzione delle conseguenze derivanti dall’uso delle armi:
  • contribuendo a realizzare piani di allerta preventiva in caso di catastrofi;
  • preparando personale sanitario, a tutti i livelli, in grado di affrontare i problemi e le richieste che possono presentarsi assistendo le vittime da armi.


Le informazioni di base
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma che tutte le persone hanno il diritto di vivere in modo tale che i diritti e le libertà, enunciate in questo documento, possano trovare piena realizzazione.

Il Codice dell’Infermiere dell’ICN3 afferma che il rispetto della vita e della dignità umana costituiscono parte integrante dell’assistenza infermieristica.

Le armi chimiche, nucleari o biologiche sono una minaccia crescente in guerra, nelle situazioni di conflitto armato o negli atti di terrorismo.

Le mine terrestri rappresentano una minaccia per la vita che perdura anche per molti anni, dopo la fine del conflitto. Il loro uso, per un periodo prolungato, riduce la disponibilità risorse, in campo sanitario o in altri campi, per procedere alle cure, all’assistenza e alla riabilitazione delle vittime.

L’impatto, a volte combinato, tra le mine terrestri e le armi nucleari, chimiche e biologiche può provocare conseguenze catastrofiche per la salute e lo sviluppo a livello mondiale.

I morti, i feriti e le altre devastazioni derivanti dall’uso di queste armi eccedono la capacità di risposta dei sistemi sanitari o dei programmi di protezione civile, a causa dell’inquinamento degli alimenti, dell’acqua, della distruzione delle case, dei servizi sanitari e delle infrastrutture per i trasporti e per le comunicazioni. Gli infermieri hanno la responsabilità di impegnarsi in favore dell’eliminazione di queste minacce per la vita e la salute.

Posizione adotta nel 1999.

Prese di posizioni attinenti:

  • Ridurre i rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita.