Posizioni

Posizioni

In questa nuova area, sono inserite le Dichiarazioni di Posizione (Position Statement) dell'I.C.N. Se vuoi vedere i documenti originali (molti sono disponibili oltre che in inglese anche in spagnolo e francese) vai sul sito I.C.N. 

 

Traduzioni a cura di: Monica Bianchi, Angela Lolli, Piera Sisti


Il ruolo degli infermieri nell’assistenza ai morenti e alle loro famiglie

 

Le posizioni dell’I.C.N.

ruolo degli infermieri nell’assistenza ai morenti e alle loro famiglie

 

 

Gli infermieri hanno una preparazione specifica per erogare un’assistenza compassionevole e qualificata alle persone nella fase finale della loro vita e alle loro famiglie. L’ICN considera il ruolo degli infermieri fondamentale per un approccio di tipo palliativo, mirato a ridurre la sofferenza e a migliorare la qualità di vita dei morenti e delle loro famiglie mediante la valutazione precoce, l’identificazione e la gestione del dolore e dei bisogni fisici, sociali, psicologici, spirituali e culturali.

 

 

ICN sostiene le associazioni infermieristiche nazionali nei loro sforzi per:

 

Aiutare gli infermieri ad affrontare le tematiche complesse delle cure palliative in relazione alla morte e al morire, compresa l’assistenza compassionevole e qualificata durante il fine vita, rispettando la volontà del paziente, gli standard etici e le norme culturali concernenti la morte e il lutto, e rispondendo al bisogno di sostegno e di elaborazione del lutto dei membri della famiglia a domicilio, in ospedale, negli hospice, nelle case di cura e negli altri luoghi dove si fornisce assistenza alle persone in fase terminale.

 

Tutelare la partecipazione infermieristica all’interno di gruppi multidisciplinari di assistenza ai morenti e alle loro famiglie

 

Promuovere un’assistenza infermieristica che rispetti i principi etici e culturali in linea con la normativa infermieristica nazionale.

 

Aumentare il coinvolgimento degli infermieri nei dibattiti, nelle scelte politiche e legislative che riguardano la morte e il morire compresa l’assistenza infermieristica alle persone morenti e ai loro familiari

 

Promuovere l’inserimento nella formazione di base e post-base dei seguenti argomenti: l’approccio delle cure palliative, l’acquisizione di abilità nella valutazione e nella gestione del dolore, il rispetto dei valori culturali, il diritto dei pazienti morenti di prendere decisioni informate: compreso il diritto di scegliere o rifiutare un trattamento e il diritto a una morte dignitosa.

 

 

Contesto

 

Un sempre crescente numero di persone vive più a lungo ed è affetto da una gamma di patologie croniche e complesse che tendono a limitarne la vita. Un approccio palliativo ha molto da offrire a loro e alle loro famiglie. Gli infermieri hanno la responsabilità di essere ben informati ed esperti nell’erogare assistenza ai pazienti terminali e alle loro famiglie.

 

Le persone morenti e le loro famiglie hanno credenze e valori sia culturali che personali. Gli infermieri devono offrire un’assistenza olistica e sensibile alla loro cultura, che rispetti le credenze spirituali e religiose. Un ambiente che offre attenzione e aiuto, che riconosce l’inevitabilità della morte, aiuta i membri della famiglia ad accettare e ad affrontare la perdita e il lutto

 

I progressi nelle procedure tecniche di mantenimento della vita e le modifiche dei valori della società riguardo alla qualità della vita hanno fatto sorgere nell’assistenza infermieristica dei dilemmi etici. Il dibattito attuale si focalizza principalmente sull’eutanasia. Tuttavia sono ugualmente importanti altre tematiche come l’interruzione o il proseguimento dei trattamenti, le direttive anticipate e le scelte del paziente o “testamenti biologici”, nonchè la preoccupazione per la qualità della vita.

 

Il ruolo degli infermieri e degli altri professionisti della salute nell’assistenza ai pazienti morenti continua a essere discusso e gli infermieri devono conoscere le problematiche e le norme che riguardano il fine vita.

 

Alleviare il dolore e la sofferenza è una responsabilità infermieristica fondamentale e gli infermieri sono preparati a livello di esperti nella gestione del dolore, nelle cure palliative e nell’aiutare le persone ad affrontare l’angoscia, la morte e il morire.

 

La qualità dell’assistenza durante il fine vita contribuisce in modo sostanziale ad una morte dignitosa e serena e fornisce sostegno ai membri della famiglia nell’affrontare l’intero processo della perdita e del lutto.

 

 


Le questioni sociali

 Le posizioni dell’ICN

 



I conflitti armati: il punto di vista degli infermieri

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN si oppone fortemente ai conflitti armati, indipendentemente dalle circostanze in cui si verificano. I gravi effetti per i civili, i rifugiati e i profughi, come le violazioni dei diritti fondamentali della persona e le severe conseguenze per la salute sono oggetto di particolare attenzione da parte dell’ICN.

Le donne, i bambini e le persone più anziane che vivono nelle zone di conflitto sono particolarmente vulnerabili; devono disporre dell’accesso ai servizi sanitari e di assistenza psicologica adeguati per essere aiutati a conservare o recuperare la propria salute fisica e psicologica. L’ICN condanna la presenza di un numero crescente di bambini utilizzati come soldati nei conflitto armati, anche se i bambini stessi si ritengono volontari.

L’ICN riconosce il ruolo fondamentale che gli infermieri svolgono nel rispondere ai bisogni sanitari che perdurano nel tempo e nell’affrontare le situazioni di emergenza che si presentano tra i rifugiati, le popolazioni civili e i soldati che sono feriti. Nelle zone nelle quali sono presenti conflitti armati, l’ICN chiede espressamente la protezione per tutti i professionisti sanitari che vi operano e per il personale appartenente alle organizzazioni umanitarie.

Nei casi di conflitto armato, l’ICN consiglia alle Associazioni nazionali infermieristiche di:

  • chiedere ai loro governi di garantire la fornitura immediata di assistenza umanitaria, comprendendo i servizi sanitari ai profughi ed ai rifugiati, e di facilitare l’apertura e il coordinamento degli accessi presso le organizzazioni umanitarie internazionali, presenti nella loro regione;
  • valutare le implicazioni che riguardano i loro paesi e decidere in collegamento con gli enti governativi locali, le organizzazioni delle Nazioni Unite, le organizzazioni non governative nazionali ed internazionali la fornitura di servizi sanitari adeguati ai bisogni, indipendentemente dall’origine etnica delle persone;
  • garantire l’accesso ai servizi sanitari ai militari e ai paramilitari feriti, ai prigionieri di guerra, senza alcuna discriminazione;
  • realizzare sistemi necessari per avere informazioni su massacri di civili e altre gravi violazioni dei diritti della persona affinché inchieste precise e appropriate abbiano luogo; stabilire dei sistemi di controllo dei diritti della persona, se ritenuti necessari;
  • sostenere la creazione di istituzioni nazionali per proteggere e promuovere i diritti della persona;
  • fare pressione per ottenere la riabilitazione ed il reinserimento, in un ambiente sano e sicuro, di tutti i bambini soldato.



Le informazioni di base
Il 90% delle vittime dei conflitti armati che avvengono nell’ambito degli stati, è costituito da civili. Attualmente vi sono oltre 12 milioni di rifugiati e 18 milioni di profughi nel mondo intero. Vi sono, inoltre, circa 300.000 bambini soldato. Nelle zone di conflitto per i civili, i rifugiati e i profughi, sono richieste cura e assistenza adeguate, nonché l’applicazione della giustizia sociale.

L’ICN aderisce alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite e alla Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949, fondamenti della legislazione umanitaria internazionale e strumenti principali per la difesa della dignità umana in tempo di guerra. Richiede la loro applicazione in tutti i conflitti armati.

Posizione adottata nel 1999.

Riferimenti:

  • Nazioni Unite, Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Nazioni Unite, adottata il 10 dicembre 1948.
  • Comitato Internazionale della Croce Rossa, Diritti e doveri degli infermieri in base alla Convenzione di Ginevra del 12 agosto 1949, Ginevra ICRC, 1970.

 

I rifiuti sanitari : il ruolo degli infermieri e della professione

La presa di posizione dell’ICN
La professione infermieristica, in tutti i paesi del mondo, riconosce l’importanza della presenza di un ambiente sano e vitale per la salute ed è cosciente dei rischi reali che i rifiuti sanitari possono comportare.
L’I.C.N. ritiene che gli infermieri abbiano il dovere di ridurre, meglio eliminare, l’impatto negativo dei rifiuti sanitari sull’ambiente. In qualità di rappresentanti delle organizzazioni e della professione infermieristiche, l’ICN e le Associazioni membri hanno la responsabilità di orientare le decisioni politiche e professionali su tale argomento.

L’ICN sostiene le iniziative volte a ridurre l’effetto nocivo dei rifiuti sanitari, in particolare sottolinea l’importanza di:

  • adottare politiche per il recupero dei materiali come la carta e altri prodotti per ridurre la tossicità e il volume dei materiali per gli imballaggi,
  • utilizzare materiali prodotti con sostanze meno tossiche (es.:sostituire il PVC, il lattice e il mercurio),
  • diminuire l’uso dei pesticidi,
  • ridurre il volume dei rifiuti che necessitano di trattamenti particolari e facilitare il recupero dei materiali ogni qualvolta ve ne sia la possibilità,
  • adottare metodi di trattamento per i rifiuti che minimizzano l’impiego di sostanze tossiche,
  • adottare metodi di eliminazione dei rifiuti che riducono il ricorso all’incenerimento,
  • sensibilizzare i pazienti sugli effetti che i rifiuti sanitari possono avere sull’ambiente.

Gli infermieri, come tutti i professionisti sanitari, devono essere informati delle conseguenze derivanti dalla produzione di rifiuti sanitari. E’ necessario che le organizzazioni infermieristiche:

  • facilitino l’accesso degli infermieri ai programmi di aggiornamento riguardanti questo argomento,
  • applichino un principio di precauzione nella valutazione e nella selezione dei prodotti per proteggere l’ambiente,
  • sostengano gli infermieri nel partecipare direttamente alle decisioni in questo ambito,
  • promuovono l’adozione di metodi che consentano l’eliminazione dei rifiuti in modo sicuro,
  • collaborino con gli altri professionisti per esigere la sicurezza di tale operazione,
  • definiscano e regolamentino le competenze infermieristiche relativamente alla salubrità dell’ambiente.

 

Contesto

L’assistenza sanitaria di base mettendo l’accento sui principali determinanti della salute, riconosce il ruolo fondamentale dell’ambiente sulla salute delle persone, delle famiglie e delle comunità. L’applicazione del principio di precauzione deve condurre ad analisi preventive ed a scelte alternative nell’uso di prodotti potenzialmente nocivi. Le decisioni politiche e sanitarie influenzano la produzione e l’eliminazione dei rifiuti sanitari. Le scelte effettuate relativamente all’acquisizione, all’uso ed all’eliminazione dei diversi materiali utilizzati influenzano direttamente il volume dei rifiuti che si otterrà, i costi umani ed economici del loro smaltimento. Gli infermieri, durante lo svolgimento della loro attività, producono rifiuti sanitari e partecipano alle procedure di smaltimento dei rifiuti stessi. Gli infermieri che occupano posti gestionali, devono elaborare politiche che riguardano l’acquisizione dei materiali, ma anche l’eliminazione dei rifiuti sanitari.

Posizione adotta nel 1998 e aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

  • Ridurre i rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dai stili di vita
  • L’acqua potabile accessibile a tutti.

 

La clonazione e la salute della persona

La presa di posizione dell’ICN
Il rischio che le tecniche moderne della clonazione possano essere usate a danno dell’essere umano è, attualmente, fonte di preoccupazioni crescenti. L’ICN considera che:

  • la clonazione può essere utile e, nello stesso tempo, danneggiare la salute umana;
  • si richiedono limitazioni su tali tecniche, ma occorre riconoscerne sia i vantaggi sia gli svantaggi;
  • le Associazioni nazionali infermieristiche e gli stessi infermieri dovrebbero partecipare alle discussioni pubbliche riguardanti questo tema sulla base dei dati scientifici disponibili e dei continui approfondimenti etici, giuridici e sociali;
  • i meccanismi regolatori ed i comitati di esperti internazionali (contrariamente ai metodi legislativi) possono fornire un approccio equilibrato per il controllo di queste tecniche e del relativo effetto sulla salute umana;
  • le diverse problematiche sanitarie, etiche, legali e sociali, riguardanti la clonazione umana, non hanno ricevuto riscontri adeguati. Risultano necessari ulteriori informazioni, analisi, dibattiti e controlli.
  • la clonazione umana viola il diritto di ogni persona alla identità genetica unica e alla dignità personale.


L’ICN continuerà a seguire questa problematica, si confronterà con altre organizzazioni ed altre associazioni internazionali di professionisti sanitari per valutare e chiarire le conseguenze della clonazione per la salute umana.

Le informazioni di base
La clonazione sta sollevando nuove sfide, ma apre anche nuovi orizzonti che richiedono valutazioni etiche, giuridiche, sociali e sanitarie. E’ utilizzata da diversi anni nella ricerca sulle malattie che colpiscono l’uomo, in particolare sulla riparazione e rigenerazione degli organi. Gli sviluppi recenti nelle tecniche della clonazione mettono però in evidenza possibili implicazioni per la salute umana.
Vi sono diversi argomenti a sostegno e contro la clonazione. Fra gli argomenti principali contro questa tecnica vengono riportati l’alterazione genetica e l’impatto nocivo sulla salute. La maggior parte delle organizzazioni internazionali sono favorevoli a vietare, attraverso apposita normativa, la clonazione umana.
L’ICN considera le norme deontologiche riguardanti la pratica dell’assistenza infermieristica come il cuore stesso delle sue finalità.
Gli infermieri hanno, come obiettivi, la promozione della salute, la prevenzione della malattia, il ristabilire la salute alleviando le sofferenze delle persone, delle famiglie e delle comunità. E’ necessario che partecipino alla promozione di iniziative rivolte alla creazione di ambienti attenti alla dignità umana e al rispetto verso ogni persona. Le loro conoscenze e i loro obiettivi professionali consentono loro di partecipare pienamente alle valutazioni ed alle decisioni riguardanti la clonazione.

Posizione adotta nel 1998.

Prese di posizioni attinenti:

  • Gli infermieri e i diritti della persona.

 

I diritti dei bambini

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN approva interamente la Dichiarazione dei diritti del Bambino e la Convenzione1 che ne è seguita e sostiene le Associazioni nazionali infermieristiche membri che promuovono i principi enunciati in questi documenti. In particolare l’ICN si impegna:

  • a proteggere il bambino contro tutte le forme di violenza e abuso, contro lo sfruttamento sessuale o lavorativo che possano pregiudicare la salute o il suo sviluppo intellettuale, fisico, sociale o psicologico,
  • a promuovere la salute e il benessere delle famiglie perché è il luogo in cui il bambino deve essere amato e protetto, dove le persone si devono occupare di lui affinché cresca sano e in modo dignitoso,
  • in favore di una distribuzione equa dei beni e dei servizi in modo tale che tutti i bambini siano adeguatamente alimentati, dispongano di un alloggio, siano educati e curati fornendo le stesse opportunità per i maschi e le femmine, la stessa educazione agli orfani e ai membri dei gruppi minoritari,
  • a sollecitare la realizzazione di servizi di assistenza sanitaria di base centrati sulla promozione della salute, la prevenzione delle malattie e dell’handicap,
  • a migliorare la protezione e l’assistenza rivolta ai bambini con bisogni particolari come gli orfani, i bambini vittime di abusi o trascurati e i bambini rifugiati,
  • a promuovere i diritti dei bambini ricoverati in ospedale, con particolare riguardo al coinvolgimento dei genitori e della comunità e all’assistenza da erogare ai bambini malati o accolti nelle istituzioni.


Le informazioni di base
La Convenzione delle Nazioni Unite relativa ai diritti dei bambini stipula che:

  • ogni bambino ha il diritto di godere dei diritti e delle libertà fondamentali, indipendentemente dalla razza, colore, sesso, lingua, religione o altre caratteristiche del bambino, dei suoi familiari o altri sui rappresentanti come l’origine nazionale, etnica o sociale, la situazione economica, la loro nascita o altre condizioni;
  • il bambino deve beneficiare di una protezione speciale e deve avere la possibilità di uno sviluppo fisico, mentale, spirituale e sociale in condizioni di libertà e dignità. Fin dalla sua nascita, ha diritto ad un nome ed una nazionalità.
  • il bambino ha il diritto ad assistenza e protezioni speciali, soprattutto prima e dopo la nascita. Ha diritto a ricevere un’alimentazione sana, un alloggio, a giocare e a servizi sanitari adeguati. I bambini con handicap fisici o mentali devono beneficiare di trattamenti, di istruzione, di cure ed assistenza speciali.
  • al bambino occorre garantire un’atmosfera affettuosa e una serenità morale e materiale. Ogni volta che sarà possibile deve crescere con la cura e sotto la responsabilità dei suoi genitori e, solo in condizioni eccezionali, dovrà essere separato dalla madre. La società e le autorità politiche hanno il dovere di dare un’attenzione particolare ai bambini e alle famiglie soprattutto a quelle che non dispongono di sostegni adeguati.
  • si devono assicurare opportunità uguali nell’accesso all’educazione gratuita e obbligatoria, almeno a livello di scuole elementari. Questo dovrebbe consentire lo sviluppo di capacità del bambino quali il giudizio, il suo senso morale, la sua responsabilità sociale. Si devono garantire inoltre possibilità di gioco; il bambino ha diritto ad essere il primo nel ricevere protezione e soccorso.
  • il bambino deve essere protetto contro tutte le forme di negligenza, di violenza, di sfruttamento e non deve essere sottomesso a nessuna mercificazione. Deve essere fissata un’età minima per iniziare il lavoro e non bisogna tollerare modi di lavorare che possano pregiudicare la salute, l’educazione o avere conseguenze sullo sviluppo fisico, mentale, morale del bambino.
  • il bambino deve essere protetto contro le discriminazioni razziali, religiose o altro e deve crescere in uno spirito di tolleranza, di amicizia tra i popoli, di pace e di consapevolezza per la sua responsabilità verso gli altri esseri umani.


Posizione adotta nel 1979 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

  • Gli infermieri e i diritti della persona
  • La prevenzione e l’assistenza infermieristica delle persone disabili.


L’acqua potabile accessibile a tutti


La presa di posizione dell’ICN

Per l’ICN il diritto all’accesso all’acqua potabile non è negoziabile. L’acqua potabile facilmente accessibile è un bisogno universale come il diritto fondamentale alla salute, alla qualità della vita e allo sviluppo. L’acqua è un bene pubblico e per questo l’ICN si oppone alla privatizzazione dei servizi e dell’acqua.

L’ICN valuta che, qualora vi sia la volontà politica, sia possibile rendere disponibile, a tutte le persone, un’acqua pulita, sicura e gradevole utilizzando tecnologie appropriate.

L’ICN approva l’obiettivo, fissato dalle Nazioni Unite, di ridurre della metà la proporzione della popolazione che, attualmente, risulta priva di accesso all’acqua potabile. Ottenere questo accesso è un elemento determinante nelle strategie per la riduzione della povertà.

L’ICN esorta gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche a:

  • collaborare con i rappresentanti di altri settori (per es.: autorità locali, fornitori di acqua) per garantire approvvigionamenti di acqua sana e facilmente accessibile,
  • fare pressione sui governi affinché le popolazioni possano usufruire di acqua potabile,
  • difendere gli interessi dei poveri e favorire un approccio uguale sia per gli uomini sia per le donne nella gestione dell’acqua.

Inoltre l’ICN chiama gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche a collaborare con quanti, ai livelli nazionali e internazionali, sono chiamati ad occuparsi di questa questione per:

  • rinforzare la vigilanza e garantire la sicurezza della acqua contro attacchi intenzionali attraverso mezzi biologici, chimici o altro,
  • ottenere politiche ragionevoli in grado di garantire l’accesso per tutti all’acqua potabile e far realizzare interventi per le popolazioni più vulnerabili riguardanti la salute pubblica, contro la deregolamentazione e la privatizzazione di questa risorsa.


Contesto
Gli infermieri assistono gli individui, le famiglie e la collettività per promuovere la salute, prevenire la malattia e alleviare le sofferenze. Non potrebbero perseguire queste finalità nei casi in cui le popolazione non disponessero di acqua pulita e sicura.

L’aumento rapido della popolazione, l’industrializzazione, l’urbanizzazione, i metodi intensivi usati in agricoltura, modi di vita dispendiosi per quanto riguarda l’uso dell’acqua costituiscono fattori che conducono verso una crisi mondiale. Circa il 20% della popolazione mondiale non usufruisce di acqua potabile e il 50% non dispone di acquedotti sicuri.

Più di tre milioni di persone muoiono ogni anno a causa di malattie che dipendono dalla qualità dell’acqua; milioni di persone soffrono per dissenteria. Due milioni di bambini muoiono ogni anno per queste malattie.

A causa della degradazione e dell’inquinamento crescenti, le sorgenti di acqua sono minacciate da contaminazioni di batteri, prodotti chimici, metalli pesanti e composti organici persistenti.

La mancanza di acqua potabile costituisce una minaccia per la salute pubblica. E’ un aggravio per le donne di molti paesi che devono percorre lunghe distanze per procurarla, portandola sulle spalle con ovvie conseguenze negative sulla salute. Malgrado tutti questi sforzi, l’acqua che trasportano è spesso contaminata da rifiuti animali o umani.

Occorre inoltre provvedere per evitare che le riserve d’acqua siano inquinate da agenti batterici, chimici o altro a seguito di attacchi intenzionali alle popolazioni che le utilizzano.

Infine la tendenza generale verso la deregolamentazione e la privatizzazione costituisce un ostacolo all’accesso universale all’acqua pulita e sicura.

Posizione adotta nel 1995 e aggiornata nel 2002.

Prese di posizioni attinenti:

  • La riduzione dei rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita
  • Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti
  • Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base
  • Gli infermieri e i diritti della persona.


Pubblicazione dell’ICN:

  • L’assistenza infermieristica è importante
  • L’acqua potabile per tutti: tutela della vita.


L’informazione ai pazienti

L’ICN è convinto dell’importanza del diritto di ogni persona ad avere l’informazione, più aggiornata possibile, sulla modalità per conservare la propria salute, prevenire e trattare le malattie. Questa informazione deve essere facilmente accessibile, opportuna, precisa, comprensibile, pertinente, verificata e fondata su basi concrete o sulle migliori pratiche possibili. Tutti hanno diritto ad una informazione precisa, verificata e trasparente sui risultati della ricerca scientifica, sui prodotti farmaceutici e sulle innovazioni tecnologiche.

Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e alla riservatezza sulle informazioni riguardanti la sua salute. La gestione corretta dell’informazione da parte degli infermieri e dei professionisti sanitari è conditio sine qua non per la realizzazione di relazioni franche e improntate alla collaborazione con i pazienti, i loro familiari e le persone a loro vicine.

Tutti hanno il diritto al libero accesso alle informazioni, sottoforma appropriata e nella misura che ognuno decide per sé. Questa informazione deve permettere alla persona di essere parte attiva, con cognizione di causa, nelle decisioni che riguardano la sua salute. L’informazione destinata ai pazienti e a chi sta loro vicino deve essere adeguata ai loro bisogni specifici e alle circostanze particolari che determinano la vita delle persone: religione, cultura, appartenenza etnica, conoscenza della lingua e in materia di salute1. I rischi e i vantaggi degli interventi sanitari, le possibili opzioni disponibili devono essere discusse con i pazienti e, se necessario, i loro familiari o coloro che sono vicini a loro.

Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono collaborare tra loro per fare in modo che i pazienti e il pubblico in generale abbiano accesso all’informazione appropriata riguardante la salute e i servizi sanitari. Questo implica che gli infermieri si impegnino nella ricerca sulla natura, qualità e impatto che l’informazione, data ai pazienti, ha sui risultati degli interventi sanitari e sulla pratica infermieristica.

Le informazioni di base
Le persone che sono parte attiva nel ripristinare la loro salute operano le migliori scelte in materia di automedicazione, hanno modi di vita più sani e sono più soddisfatti dell’assistenza e dei risultati dei trattamenti che ricevono2. Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono tener conto del diritto delle persone di prendere decisioni su ciò che concerne la gestione della propria salute, nonché il diritto di accettare o rifiutare l’assistenza e i trattamenti sanitari. Devono inoltre essere attenti ai bisogni che i pazienti esprimono in materia di informazione utilizzando le loro conoscenze per fornire le risposte attese.

Gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono disporre delle conoscenze e delle attitudini necessarie per la gestione dell’informazione; devono aiutare i pazienti ad utilizzare l’informazione di cui dispongono e contribuire ad arricchire le conoscenze riguardanti l’effetto che l’informazione ha sulla salute delle persone assistite.

L’informazione deve essere diffusa attraverso i mezzi di comunicazione adeguati; deve essere formulata conformemente alle norme della qualità ufficialmente riconosciute o raccomandate.

La formazione di base, l’aggiornamento degli infermieri e dei professionisti sanitari devono fornire le competenze necessarie per garantire un’informazione adeguata ai pazienti favorendo così la loro collaborazione per rispondere in maniera ottimale ai bisogni sanitari.

Posizione adotta nel 2003.

Prese di posizioni attinenti:

  • La sicurezza dei pazienti
  • L’informazione relativa alla salute: proteggere i diritti dei pazienti.


Pubblicazione dell’ICN:

  • Il paziente parla! Progetto sull’informazione ai pazienti dell’ICN (2003)

L’infermiere e i diritti della persona

La presa di posizione dell’ICN
In ambito sanitario, i diritti della persona riguardano sia i pazienti sia coloro che forniscono i servizi. L’ICN considera l’assistenza sanitaria come un diritto per tutte le persone, indipendentemente da questioni finanziarie, politiche, geografiche, razziali e religiose. Questo diritto comprende la parità per quanto riguarda l’accesso ai trattamenti sanitari, la scelta di accettare o rifiutare l’assistenza e la cura proposte sulla base delle informazioni ricevute, il rispetto della riservatezza e della dignità, soprattutto nel momento della morte.

I diritti della persone e il ruolo dell’infermiere
Gli infermieri hanno l’obbligo di salvaguardare la salute delle persone in tutte le circostanze e in tutti i luoghi. Questo implica che devono assicurare l’assistenza necessaria nell’ambito delle risorse disponibili e conformemente alla deontologia professionale. L’infermiere è inoltre tenuto ad assicurarsi che il malato riceva informazioni pertinenti prima di accettare un trattamento o determinate procedure come, per esempio, la partecipazione a ricerche.

L’ICN ritiene necessario l’inserimento, a tutti i livelli della formazione infermieristica, dell’argomento riguardanti i diritti della persona e il ruolo dell’infermiere a questo proposito.

Come tutti i professionisti sanitari, gli infermieri sono personalmente responsabili dei loro atti volti a salvaguardare i diritti della persona. Le Associazioni nazionali infermieristiche hanno il dovere di partecipare alla realizzazione di normative sanitarie e sociali riguardanti questo importante aspetto.

I diritti degli infermieri
Gli infermieri hanno il diritto di praticare la loro attività professionale sulla base del codice deontologico e della legislazione infermieristica vigente in ogni paese e il diritto di lavorare in un ambiente in cui viene garantita la loro sicurezza personale contro ogni tipo di violenza, abuso, minaccia o intimidazione.

Occorre che le Associazioni nazionali infermieristiche prevedano un meccanismo efficace che consenta agli infermieri di richiedere un parere riservato, un consiglio, un sostegno, un aiuto per far fronte alle situazioni difficili nelle quali i diritti della persona non sono rispettati.

Le informazioni di base
Gli infermieri si confrontato quotidianamente, in tutti gli ambiti della loro attività, con i problemi che riguardano il rispetto dei diritti della persona. Occorre fare pressione affinché le conoscenze e le competenze che si vanno sviluppando non siano utilizzate in modo pregiudizievole per i pazienti o altre persone. E’ importante più che mai vigilare ed essere informati sulle nuove tecnologie e sperimentazioni che mettono a rischio il rispetto dei diritti della persona. Sempre di più gli infermieri dovranno affrontare questioni complesse inerenti ai diritti umani, conflitti interni ai paesi, disordini politici e guerre. La salvaguardia dei diritti dovrà riguardare innanzitutto i gruppi più vulnerabili come le donne, i bambini, gli anziani, i rifugiati e i gruppi di popolazione con particolari problemi sanitari o sociali.

L’ICN ha predisposto delle schede informative sulla salute e i diritti umani per i principali settori nei quali questi aspetti hanno un impatto sulla popolazione. Sono trattati argomenti quali la salute pubblica, la riforma sanitaria, l’accesso ai servizi e le questioni di parità tra uomo e donna.

L’ICN ratifica la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, adottata nel 1948.

Posizione adotta nel 1998. Prese di posizioni attinenti:

  • Il ruolo dell’infermiere nell’assistenza ai prigionieri e ai detenuti
  • I diritti dei bambini
  • La tortura, la pena di morte e la partecipazione degli infermieri alle esecuzioni
  • Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti


L’informazione relativa alla salute: proteggere i diritti dei pazienti

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN e le sue Associazioni membri sono favorevoli alla realizzazione di misure volte a proteggere la riservatezza delle documentazioni sanitarie dei pazienti nonché l’accesso dei pazienti e/o loro familiari a questi documenti.

L’ICN sostiene inoltre gli sforzi destinati ad elaborare, in ambito nazionale ed internazionale, protocolli e disposizioni per la creazione di documenti sanitari che potrebbero costituire dei riferimenti per migliorare l’informazione, la comprensione e la partecipazione del paziente o di persone che gli sono vicino.

L’ICN ritiene che le persone che ricevono l’assistenza sanitaria devono essere considerate come i primi proprietari dell’informazione concernete la loro salute. Hanno il diritto all’informazione e alla conoscenza di quanto riguarda direttamente i loro problemi sanitari, gli interventi proposti o adottati dai professionisti sanitari nonché le conseguenze per la loro salute.

Gli infermieri, a titolo individuale, e le Associazioni nazionali infermieristiche devono conoscere i diritti, le responsabilità, i protocolli e la legislazione riguardante i diritti dei pazienti e la tutela della privacy nei loro paesi. Le Associazioni infermieristiche devono inoltre aiutare gli infermieri a comprendere e ad esercitare le loro responsabilità su tali questioni.

Le Associazioni sono tenute a seguire tutte le direttive internazionali, predisposte sull’argomento, suscettibili di adattamento in base alle esigenze locali. Devono anche vigilare sull’impatto delle nuove tecnologie sempre in riferimento ai diritti dei loro pazienti.

Le informazioni di base
I sistemi di informazione utilizzati per la pianificazione, la gestione e la fornitura di servizi sanitari possono costituire una minaccia per il diritto di riservatezza dei pazienti nella misura in cui facilitano l’accesso alle informazioni personali. Interventi specifici devono essere adottati per garantire ed assicurare il diritto dei pazienti alla loro privacy.

E’ necessario che gli infermieri comprendano i valori etici sottesi alle loro responsabilità in modo da rispettare il diritto dei pazienti alla riservatezza. Stante l’impatto che l’informazione e la comunicazione possono avere sui pazienti nonché le continue evoluzioni delle tecnologie, gli infermieri e gli altri professionisti sanitari devono porre particolare attenzione nel proteggere il diritto del paziente alla privacy. Nel caso in cui questo diritto sia tutelato anche da un’apposita legislazione nazionale e gli infermieri non ottemperino alle loro responsabilità, dovranno subire le conseguenze previste dalla normativa vigente.

Posizione adotta nel 2000.



I farmaci contraffatti

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN comunica la sua preoccupazione per l’utilizzo di farmaci contraffatti e gli effetti negativi sulla prevenzione e sul trattamento delle malattie. Tra questi effetti, è necessario considerare i risultati negativi in termini di salute, i mancati effetti terapeutici, la perdita di fiducia nelle cure, l’aumentata resistenza agli antibiotici e le intossicazioni provocate da componenti tossici presenti nei farmaci.

L’ICN intende sostenere le iniziative contro la contraffazione e quelle rivolte alla collaborazione degli infermieri e delle Associazioni infermieristiche nazionali con le Associazioni di farmacisti, di medici e di altri soggetti interessati per diffondere le corrette informazioni riguardanti la conservazione e l’eliminazione dei medicinali contraffatti. L’ICN, in particolare:

  • intende rinforzare l’azione delle autorità incaricate di assicurare la qualità e la sicurezza dei farmaci,
  • ricercare ed individuare le origini di farmaci contraffatti;
  • rendere sicuro il rifornimento di farmaci nei servizi sanitari,
  • fornire agli infermieri informazioni sull’argomento e sulla prevenzione degli effetti nocivi,
  • controllare lo sviluppo dei trattamenti per rilevare, in tempi rapidi, le omissioni, le carenze che probabilmente sono alla base di queste contraffazioni,
  • informare e sensibilizzare il pubblico sul problema dei farmaci contraffatti.


Contesto Secondo l’autorità federale degli Stati Uniti, a cui competono questi controlli (Food and Drug Administration, FDA), i farmaci contraffatti rappresentano più di 10% del totale dei farmaci disponibili sul mercato mondiale. E’ un fenomeno che riguarda tutti i paesi, sviluppati o in via di sviluppo. Anche se i dati non sono ancora disponibili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità valuta che un quarto dei medicinali, utilizzato nei paesi in via di sviluppo, sia contraffatto o comunque di qualità scadente1. Tutti i farmaci, compreso i vaccini, possono essere contraffatti, con gravi conseguenze per i pazienti e per le stesse funzioni dei servizi sanitari. I pazienti ed i consumatori sono le prime vittime dei farmaci contraffatti. Per poter individuare gli effetti nocivi, è necessario fornire tutte le informazioni utili al pubblico. Per il ruolo che gli infermieri svolgono, possono contribuire, in un modo decisivo, nel rinforzare la vigilanza sui farmaci contraffatti consigliando il pubblico di segnalare alle autorità i casi verificatisi dubbi. Questi farmaci, prodotti in un senso deliberatamente fraudolento, hanno un’efficacia incerta e costituiscono una minaccia seria per il trattamento o la prevenzione delle malattie. Secondo la definizione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità2, un farmaco contraffatto ha l’etichetta che è stata falsificata deliberatamente e in modo fraudolento impedendo la sua identificazione e/o la conoscenza della sua origine. I farmaci contraffatti possono essere prodotti di marca o prodotti generici. Possono contenere buoni principi attivi, principi attivi inadeguati, essere privi di principi attivi, contenere principi attivi in quantità inadeguata o essere presentati in imballaggi mal conservati. I principi attivi, inoltre, possono essere sostituiti da altri o contenere una quantità troppo elevata di impurità, di sostanze inquinanti o persino veleni. Possono esservi composizioni superate, eliminate durante i processi di produzione o ritirate del mercato quindi recuperate dai contraffattori, identificate in un modo ingannevole ed infine reintrodotte sul mercato. I medicamenti contraffatti uccidono e danneggiano migliaia di persone in tutto il mondo.

Posizione adottata nel 2004.

Prese di posizione attinenti:

  • La resistenza antimicrobica
  • La partecipazione degli infermieri a tutte le fasi dei processi decisionali e dell’elaborazione delle politiche sanitarie
  • La sicurezza dei pazienti
  • L’informazione relativa alla salute: proteggere i diritti dei pazienti
  • L’informazione ai pazienti.


Pubblicazioni dell’ICN

  • Documentazione dell’Alleanza mondiale delle professioni sanitari sulla resistenza antimicrobica.


La riduzione dei rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita


La presa di posizione dell’ICN
Gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche devono svolgere un ruolo strategico affinché si riducano i rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita.

Le Associazioni nazionali infermieristiche possono contribuire a ridurre questi rischi per la salute attraverso:

  • la promozione di uno stile di vita positivo che comprenda l’esercizio fisico, la gestione dello stress, la prevenzione degli incidenti, il mantenimento di un corretto peso e l’educazione alimentare tenendo in considerazione la condizione socio-economica e gli aspetti culturali;
  • la predisposizione e la diffusione, su larga scala, della posizione delle Associazioni nazionali infermieristiche riguardante i rischi per la salute che si possono verificare nelle diverse realtà, derivanti da fattori ambientali e da stili di vita non sani;
  • la collaborazione con i governi e le comunità per creare e mantenere gli ambienti sani prendendo in considerazione il controllo sull’utilizzo degli additivi alimentari, la riduzione delle sostanze tossiche e per organizzare servizi che promuovano la salute;
  • il sostegno ai governi per prevenire e controllare questi rischi sottolineando la necessità di cooperazioni internazionali per affrontare problemi comuni, come l’alimentazione inadeguata, il traffico di droga, la lotta contro l’inquinamento;
  • la creazione, lo sviluppo e la partecipazione :
  • a gruppi che predispongono, coordinano e supervisionano programmi di prevenzione e di controllo dei rischi,
  • alla pianificazione delle attività destinate ad affrontare le catastrofi a livello nazionale e internazionale, qualora più paesi siano colpiti,
  • a ricerche riguardanti l’ampiezza e le conseguenze dei rischi legati all’ambiente e ai luoghi di lavoro nonché gli interventi necessari; le pratiche e le tecniche che permettono ai professionisti di ridurre i rischi per la salute e mantenersi sani; gli indicatori che segnalano l’esistenza di rischi; il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro; il controllo dei livelli ambientali delle sostanze inquinanti; la valutazione dell’effetto degli interventi infermieristici sui rischi legati all’ambiente;
  • la verifica circa l’informazione che gli infermieri hanno su tali problematiche per svolgere efficacemente il loro ruolo nei contesti nei quali tali rischi si possono verificare.


L’ICN approva la Dichiarazione mondiale sulla protezione e sullo sviluppo dell’infanzia e il Programma1 che risponde alle necessità di creare e conservare ambienti sani per la salute dei bambini.

Le informazioni di base
I problemi di salute derivanti da stili di vita non sani e dall’ambiente sono una causa crescente della morbosità, della mortalità, degli aumentati costi della sanità e del declino della produttività e della qualità di vita.
Di interesse particolare sono:

  • i rischi legati a particolari stili di vita, quali l’uso di tabacco, alcool e droghe in quanto, a loro volta, provocano l’aumento di varie problematiche, a livello individuale o sociale, come le malattie tumorali, le violenze, gli incidenti stradali ecc. Anche le malattie cardiovascolari ed i disturbi mentali costituiscono questioni che hanno valenza mondiale, unitamente alle malattie sessualmente trasmesse.
  • Gli additivi alimentari ed i prodotti chimici, usati nella produzione degli alimenti, sono elementi che incidono da un punto di vista nutrizionale. In molti paesi industrializzati, le persone soffrono di obesità e di disordini alimentari (es.:l’anoressia e la bulimia) e, nel mondo intero, molte persone sono sottonutrite.


I fattori ambientali, come lo stress, sono cause importanti di molte malattie. L’inquinamento (acqua, aria e terreno) sta facendo aumentare l’incidenza delle malattie acute e croniche.

Sia che derivino da scelte individuali o dall’ambiente, questi rischi richiedono la massima attenzione. Gli infermieri raccomandano, sempre più, la realizzazione di politiche e programmi riguardanti la salubrità degli ambienti: case, scuole, posti di lavoro, comunità ecc. E’ necessario progettare e creare luoghi di lavoro che consentono la riduzione dello stress e l’apporto del più ampio contributo delle persone.

Gli infermieri sono attori importanti nella prevenzione degli incidenti e delle malattie che si sviluppano tra le mura domestiche e nei luoghi di lavoro. La maggior parte dei incidenti potrebbe essere evitata, ma è richiesto un grande impegno nei programmi di educazione sanitaria.

Posizione adotta nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

  • La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambiente lavorativo
  • La riduzione della trasmissione delle malattie infettive legate ai viaggi
  • La sindrome da immunodeficienza acquisita.


La tortura, la pena di morte e la partecipazione degli infermieri alle esecuzioni

La presa di posizione dell’ICN
Gli infermieri, unitamente alle famiglie dei pazienti e ad altri professionisti sanitari, hanno un ruolo chiave nell’assistenza alle persone più anziane.

L’ICN sottoscrive la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite1 ed inoltre afferma:

  • che la responsabilità primaria dell’infermiere consiste nell’assistere le persone che hanno necessità di interventi infermieristici,
  • che gli infermieri hanno il dovere di fornire l’assistenza infermieristica, al livello qualitativo più elevato possibile, alle vittime di atti crudeli, degradanti ed inumani,
  • che gli infermieri non devono partecipare volontariamente ad azioni che infliggono deliberatamente sofferenze fisiche e psichiche,
  • che la responsabilità infermieristica verso i detenuti, condannati alla pena capitale, continua fino all’esecuzione,
  • che la partecipazione degli infermieri, diretta o indiretta, alla preparazione dell’esecuzione costituisce una violazione del codice deontologico della professione infermieristica.


L’ICN sollecita, con forza, le Associazioni nazionali infermieristiche affinché si impegnino in favore dell’abolizione della pena di morte e per realizzare meccanismi volti ad assicurare che gli infermieri siano un sostegno per i prigionieri condannati a morte o sottoposti a tortura.

L’ICN chiede che tutti i programmi formativi infermieristici includano, a tutti i livelli, i seguenti elementi: riconoscimento delle questioni riguardanti i diritti della persona e le loro violazioni, come la tortura e la pena di morte; sensibilizzazione sul fatto che tecnologie mediche sono usate per le esecuzioni; riconoscimento del diritto degli infermieri di rifiutarsi di partecipare alle esecuzioni.

Le informazioni generali
Il Codice dell’infermiere dell’ICN2 definisce che le responsabilità fondamentali dell’infermiere sono la promozione della salute, la prevenzione delle malattie, ristabilire la salute ed alleviare la sofferenza.

Le violazioni dei diritti dell’uomo sono presenti in tutti i paesi e purtroppo i progressi scientifici hanno consentito di realizzare forme molto sofisticate di tortura. Gli infermieri, a volte, sono chiamati a praticare degli esami fisici ai prigionieri, prima che vengano sottoposti ad interrogatori o torture, ad assistervi per fornire assistenza e per trattare le conseguenze fisiche delle torture.

I tentativi di regolamentare, “umanizzare”, anzi “medicalizzare” la pena di morte pongono seri problemi legali ed etici che, tra loro, sono in contraddizione.

Posizione adotta nel 1998.

Prese di posizioni attinenti:

  • L’infermiere e i diritti della persona
  • Il ruolo degli infermieri nell’assistenza ai prigionieri e ai detenuti
  • I diritti dei bambini
  • Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti.


Il lavoro minorile

La presa di posizione dell’ICN
Gli infermieri devono svolgere un ruolo significativo nell’elaborazione e nella progettazione di politiche volte a migliorare la qualità di vita della persone disabili, nonché le cure, l’assistenza infermieristica e la prevenzione. Gli infermieri, svolgendo la loro attività, possono individuare tempestivamente le forme di disabilità; devono inoltre partecipare ad iniziative per la promozione di salute, la prevenzione, la definizione di programmi informativi e di supporto, rivolti alle persone con disabilità e alle loro famiglie. In tutti gli ambiti nei quali gli infermieri esercitano, il loro ruolo educativo dovrebbe sottolineare la responsabilità individuale che ognuno ha nel proteggersi e nell’evitare di procurarsi e procurare una disabilità.

Gli infermieri, insieme a tutti i cittadini del mondo, hanno un ruolo fondamentale nel salvaguardare “l’infanzia ai bambini”.

L’ICN approva la Dichiarazione dei diritti dei bambini e la Convenzione conseguente1.

L’ICN esorta, con forza, ogni paese a ratificare e a realizzare quanto previsto nelle Convenzioni 138 e 182 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui requisiti minimi da rispettare per l’ingresso al lavoro, con particolare attenzione ai bambini.

L’ICN ritiene che lo sviluppo economico e sociale stabile eviterà lo sfruttamento del lavoro minorile che si perpetua nelle regioni più povere del mondo. L’espansione economica non garantisce, da sola, l’eliminazione di questa piaga, a meno che non sia accompagnata dalle misure volte ad assicurare alle famiglie una parte equa della ricchezza nazionale, creata attraverso lo sviluppo.

L’ICN riconosce il valore dell’apprendistato, ma permane la condanna dello sfruttamento del lavoro minorile che minaccia la salute e lo sviluppo intellettuale, fisico, sociale e psicologico dei bambini.

L’ICN, le Associazioni nazionali infermieristiche e gli infermieri, a livello individuale, devono pertanto:

  • promuovere la piena consapevolezza della società su questa grave problematica,
  • mettere in discussione i processi di fabbricazione delle merci, ad uso personale e professionale, che coinvolgono bambini,
  • fare pressione affinché le istituzioni e i governi non facciano ricorso a contratti di lavoro che sfruttano minori,
  • sostenere i datori di lavoro che si impegnano ad eliminare il lavoro minorile e che intendono contribuire allo sviluppo armonioso dei bambini,
  • impegnarsi in favore della ratifica e della realizzazione delle dichiarazioni e convenzioni internazionali,
  • sostenere gli organismi nazionali ed internazionali affinché affrontino urgentemente i fattori che favoriscono il lavoro minorile,
  • appoggiare i progetti che si propongono di creare condizioni di vita adeguate ai bambini (per esempio: la formazione accessibile, gratuita e di buona qualità; una legislazione in grado di tutela gli stipendi minimi o la sicurezza economica della famiglia),
  • intraprendere ricerche sull’impatto che il lavoro minorile può avere sulla salute dei bambini,
  • promuovere lo sviluppo di codici di condotta nei luoghi di lavoro,
  • creare alleanze, a livello nazionale ed internazionale, per la protezione dei bambini,
  • promuovere i diritti sindacali fondamentali per tutti i lavoratori comprendendo quello relativo alla creazione di un ambiente sano e sicuro.

Le informazioni di base
Centonovantuno paesi hanno riconosciuto “il diritto del bambino ad essere protetto dallo sfruttamento economico e dal lavoro che comporta rischi che compromettono la sua educazione o danneggiano la salute o lo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale (l’articolo 32 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del bambino). Tuttavia, vi sono circa 250 milioni di bambini, di età compresa tra i 5 e i 14 anni, che lavorano. Ben 120 milioni lavorano a tempo pieno. In alcuni paesi la percentuale di bambini che lavorano, con un’età inferiore ai 10 anni, supera il 20%.

Il lavoro minorile è prevalente nelle regioni del mondo in via di sviluppo, ma, purtroppo, esiste anche nei paesi industrializzati. E’ più comune nelle comunità rurali e meno nelle agglomerazioni urbane; è presente nell’agricoltura, nel lavoro domestico, nelle miniere, nella pesca, nelle costruzioni, nell’industria e in manifattura, nel lavoro artigianale, nella tessitura e rifinitura di tappeti, nella vendita sulle strade, nelle imprese di pulizia, nell’accattonaggio e nella prostituzione. Ben 250.000 bambini con meno di 18 anni – alcuni non ne hanno neanche 7 – sono nelle forze armate o nei gruppi di opposizione. Sono soldati, spie, messaggeri e portatori. Le missioni più pericolose sono affidate spesso a loro come, per esempio, l’avanzamento in aree minate.

Esiste uno stretto collegamento tra il lavoro minorile e il settore sanitario. Alcune fabbriche, nei paesi in via di sviluppo, sono conosciute per produrre oltre 2.000 tipi differenti di strumenti chirurgici, compreso le forbici, i forcipi, gli scalpelli, i supporti per gli aghi, le lame chirurgiche, gli speculum, i morsetti e le pinze. In un noto paese asiatico, il lavoro minorile è così diffuso che riesce a provvedere quasi alla metà del mercato globale degli strumenti monouso e al 10-15% delle apparecchiature di alta qualità, usate negli interventi chirurgici e odontoiatrici2.

Il lavoro minorile impedisce l’accesso dei bambini alla formazione e la mobilità sociale mantenendo condizioni di povertà. Il lavoro che nuoce alla salute, alla sicurezza e alla socializzazione del bambino ha lo stesso effetto negativo. La ricerca ha dimostrato che la povertà e il lavoro minorile possono rinforzarsi reciprocamente ed impedire lo sviluppo economico e sociale.

I fattori che hanno determinano l’esistenza del lavoro minorile sono:

  • povertà
  • analfabetismo
  • differenze trascurabili tra lo stipendio dell’adulto e quello del bambino
  • morte o assenza permanente del padre
  • sottosviluppo rurale
  • vivere nelle bidonvilles e in altre condizioni urbane simili
  • assenza del sistema educativo a garanzia di una occupazione futura
  • caratteristiche fisiche dei bambini ritenute utili per svolgere alcune operazioni (tessitura tappeti, passaggio tra le mine)
  • abbandono dei bambini
  • famiglia numerosa
  • lavoro dei genitori
  • livello elevato di rischio a seguito della perdita del reddito.


I bambini sono biologicamente diversi dagli adulti trovandosi una fase di sviluppo e di crescita. Sono fisicamente più deboli, mentalmente più vulnerabili e la loro immaturità li rende incapaci di valutare i rischi professionali o l’esigenza delle misure di difesa. L’UNICEF, nel 1991, ha valutato che vi erano 80 milioni di bambini, tra i 10 e i 14 anni, che hanno lavorato così a lungo e faticosamente tanto che il loro sviluppo normale ne ha risentito negativamente.

Gli effetti provocati dal lavoro minorile sullo stato di salute dei bambini sono:

  • ritardo nello sviluppo fino all’arrestato della crescita
  • malformazione ossea
  • perdita di vista e/o dell’udito
  • malnutrizione e disturbi della nutrizione
  • affezioni respiratorie e da inquinamento chimico
  • abuso e molestie sessuali
  • trasmissione di malattie sessualmente trasmesse, AIDS
  • aborto o gravidanze precoci
  • tossicodipendenze
  • comportamenti a rischio
  • difficoltà nello stabilire relazioni sociali
  • disturbi del sonno
  • depressione.


Posizione adotta nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

  • L’infermiere e i diritti della persona
  • I diritti dei bambini.


Verso l’eliminazione delle armi utilizzate nelle guerre e nei conflitti

La presa di posizione dell’ICN
L’ICN considera la pace nel mondo come un requisito preliminare per lo sviluppo e per la promozione della salute. Esorta i governi e tutti i dirigenti che operano a livello mondiale a fare quanto è necessario per impedire la guerra ed i conflitti armati.

L’ICN denuncia l’uso, intenzionale e non, di agenti nucleari, chimici e biologici che minacciano la salute e la sopravvivenza dell’umanità.

Per questo motivo l’ICN sostiene:

  • la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo1
  • la Convenzione di Ottawa2 sul divieto di utilizzo, di accumulo, di produzione e di trasporto di mine anti-uomo e sulla loro distruzione
  • agli sforzi volti ad eliminare le armi utilizzate nei conflitti e nelle guerre.


L’ICN chiede alle Associazioni nazionali infermieristiche di:

  • impegnarsi per l’eliminazione delle armi nucleari, chimiche e biologiche e delle mine terrestri. Le Associazioni potranno fare ciò:
  • collaborando con i gruppi che si occupano dei diritti dell’uomo, con gli avvocati, le agenzie nazionali incaricate della prevenzione delle catastrofi nazionali, i gruppi che si occupano di questioni legate alla salute, i mass-media ed altri per creare un fronte unito contro la produzione, la distribuzione e l’uso di queste armi;
  • istruendo il pubblico e gli infermieri circa le conseguenze sulla sanità pubblica e le ripercussioni sociali, economiche, ambientali derivanti dall’impiego di armi nucleari, chimici, biologici e dalle mine;
  • aiutando gli infermieri a sviluppare le strategie per ridurre la minaccia di queste armi;
  • esercitando pressioni sui governi nazionali per fermare la fabbricazione, la distribuzione e l’importazione di armi;
  • collaborando con i gruppi che già lavorano per questi scopi, composti da medici, gruppi di donne, di giovani e altre persone che hanno fatto proprio questo scopo;
  • impegnarsi per la prevenzione delle conseguenze derivanti dall’uso delle armi:
  • contribuendo a realizzare piani di allerta preventiva in caso di catastrofi;
  • preparando personale sanitario, a tutti i livelli, in grado di affrontare i problemi e le richieste che possono presentarsi assistendo le vittime da armi.


Le informazioni di base
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma che tutte le persone hanno il diritto di vivere in modo tale che i diritti e le libertà, enunciate in questo documento, possano trovare piena realizzazione.

Il Codice dell’Infermiere dell’ICN3 afferma che il rispetto della vita e della dignità umana costituiscono parte integrante dell’assistenza infermieristica.

Le armi chimiche, nucleari o biologiche sono una minaccia crescente in guerra, nelle situazioni di conflitto armato o negli atti di terrorismo.

Le mine terrestri rappresentano una minaccia per la vita che perdura anche per molti anni, dopo la fine del conflitto. Il loro uso, per un periodo prolungato, riduce la disponibilità risorse, in campo sanitario o in altri campi, per procedere alle cure, all’assistenza e alla riabilitazione delle vittime.

L’impatto, a volte combinato, tra le mine terrestri e le armi nucleari, chimiche e biologiche può provocare conseguenze catastrofiche per la salute e lo sviluppo a livello mondiale.

I morti, i feriti e le altre devastazioni derivanti dall’uso di queste armi eccedono la capacità di risposta dei sistemi sanitari o dei programmi di protezione civile, a causa dell’inquinamento degli alimenti, dell’acqua, della distruzione delle case, dei servizi sanitari e delle infrastrutture per i trasporti e per le comunicazioni. Gli infermieri hanno la responsabilità di impegnarsi in favore dell’eliminazione di queste minacce per la vita e la salute.

Posizione adotta nel 1999.

Prese di posizioni attinenti:

  • Ridurre i rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita.



I servizi sanitari

Le posizioni dell’I.C.N.


 

Lo sviluppo delle risorse umane nell’ambito dei servizi sanitari

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. ritiene che lo sviluppo delle risorse umane nei servizi sanitari richieda un approccio interdisciplinare ed intersettoriale che riconosca i ruoli complementari dei diversi protagonisti e metta in luce il contributo delle diverse discipline. I protagonisti, in particolare, sono identificabili nei consumatori, nei professionisti, negli insegnanti, nei ricercatori, nei datori di lavoro, nei dirigenti, negli organismi governativi e finanziari, negli organismi professionali.

Nello stesso modo, l’I.C.N. riconosce che, in questa materia, modelli di pianificazione e sistemi informativi integrati e globali costituiscano il risultato dei processi di consultazione nelle diverse realtà.

Nel caso in cui si istituiscano nuove categorie di operatori sanitari o siano introdotti cambiamenti nell’assegnazione dei ruoli, le conseguenze che possono derivarne per le risorse umane, a livello locale e nazionale, devono essere identificate e previste fin dall’inizio, comprendendo l’impegno economico necessario e il loro impatto sull’organizzazione. La pianificazione di nuove categorie dovrà tenere conto:

  • dei bisogni e delle priorità nella cura e nell’assistenza,
  • delle competenze dei singoli professionisti sanitari presenti,
  • dei cambiamenti apportati nell’ambito di tali competenze, conseguenti all’introduzione di nuovi ruoli,
  • delle conseguenze nell’ambito della formazione e nel campo di applicazione,
  • dei fattori di qualità ed efficacia quando si assumono decisioni relativamente all’ambito infermieristico,
  • del concetto di equità come valore fondamentale del sistema sanitario,
  • delle conseguenze indotte nell’organizzazione, gestione, fornitura e finanziamento dei servizi,
  • delle implicazioni nell’ambito della regolamentazione,
  • degli effetti sulle responsabilità dei professionisti che già operano nei sistemi sanitari,
  • dell’effetto provocato sui piani di carriera dei professionisti sanitari già esistenti stante i piani di carriera di cui disporranno le nuove categorie.

Per assicurare una partecipazione efficace della professione infermieristica allo sviluppo delle risorse umane, impiegate nel settore sanitario, occorre identificare quanto è fondamentale l’assistenza infermieristica e il modo in cui si articola per evitare sovrapposizioni tra il lavoro svolto dall’infermiere e quello svolto da altre professionalità.

L’I.C.N. ritiene che la professione deve costantemente valutare le conseguenze, per l’assistenza infermieristica e gli infermieri, dei cambiamenti, previsti e non previsti, che i servizi sanitari subiscono. Una valutazione continua del contributo degli infermieri alla tutela della salute così come la ricerca permanente, in questo campo, costituisce una parte significativa dei processi di sviluppo delle risorse umane nel settore sanitario. Questo approccio dovrebbe, in particolare, includere la raccolta di dati riguardanti la pratica e la sperimentazione, sulla base di prove di efficacia.

Le Associazioni nazionali infermieristiche, membri dell’I.C.N., unitamente alle altre organizzazioni professionali, devono:

  • identificare i principali argomenti di riflessione inerenti alla domanda e l’offerta di personale infermieristico prendendo in considerazione i fattori che influenzano le assunzioni, il mantenimento al lavoro e i trasferimenti;
  • comprendere il significato della presenza degli infermieri nell’ambito della politica sanitaria, nelle decisioni assunte, nella progettazione, nell’amministrazione e nel controllo, a tutti i livelli, dello sviluppo delle risorse umane nel settore sanitario. Gli infermieri dovrebbero partecipare agli studi e alle valutazione riguardanti i ruoli delle diverse figure che operano in ambito sanitario e, conseguentemente, ai momenti decisionali riguardanti queste stesse figure, siano esse di istituzione non recente o nuova.
  • aiutare gli infermieri ad acquisire o migliorare le competenze nel campo della ricerca per intraprendere indagini e quindi utilizzare i risultati come riferimento per decisioni riguardanti lo sviluppo delle risorse umane in ambito sanitario;
  • avviare una discussione pubblica sulle risposte da fornire alle richieste riguardanti i servizi sanitari;
  • promuovere come misura positiva, all’interno dei programmi di assunzione e mantenimento del personale, la realizzazioni di rapporti professionali qualitativamente validi, soprattutto per quanto concerne le opportunità offerte nell’ambito della valutazione e dello sviluppo professionale unitamente a sistemi di remunerazioni giusti;
  • riconoscere la diversità culturale presente nella società anche nello sviluppo delle risorse umane del settore sanitario.

Le informazioni di base
La capacità di un paese di raggiungere il miglior livello sanitario possibile dipende, in larga misura, dalla disponibilità di personale sanitario sufficiente, sia come quantità sia come qualità, per fornire prestazioni efficaci. L’obiettivo dello sviluppo delle risorse umane è quello di assicurare la qualità, la quantità, la corretta distribuzione per poter rispondere ai bisogni sanitari, nell’ambito di un contesto favorevole, attraverso una pratica sicura ed efficace. Fra i fattori che influenzano le decisioni concernenti le quantità, le categorie e la distribuzione delle diverse figure sanitarie, si rilevano:

  • il progresso nel campo delle scienze e della tecnologia, le trasformazioni subite dai sistemi sanitari ospedalieri e territoriali, i cambiamenti demografici e la comparsa di nuovi problemi sanitari,
  • una maggior consapevolezza del pubblico per quanto attiene alla disponibilità di servizi sanitari che, a sua volta, si traduce in una maggior domanda di servizi;
  • l’alto costo delle cure e dell’assistenza infermieristica, la riduzione delle risorse destinate all’ambito sanitario con conseguente rivalutazione delle priorità e istituzione di nuove categorie di operatori;
  • le leggi sul lavoro, i requisiti derivanti dalla regolamentazione professionale, le norme e i regolamenti del servizio pubblico, le politiche riguardanti lo sviluppo delle risorse umane e le politiche nazionali sullo sviluppo della sanità.

·  Posizione rivista ed adottata nel 1999.

Prese di posizione attinenti:

·  Il governo della pratica infermieristica

·  La protezione del titolo di “infermiere”

·  Il personale ausiliario o di supporto

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  Le modalità per trattenere al lavoro gli infermieri ed evitare i trasferimenti internazionali.

 

Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. ritiene che l’equità e l’accesso ai servizi sanitari di base, in particolari quelli infermieristici, siano condizioni indispensabili per migliorare la salute e il benessere delle persone.

Con le Associazioni infermieristiche nazionali, l’I.C.N. si impegna in favore del diritto di disporre di servizi equi ed efficaci e approva la Dichiarazione di Alma Ata1 sull’assistenza sanitaria di base, intesa come modalità per raggiungere un livello di salute che potrà consentire alle persone di condurre una vita socialmente ed economicamente produttiva.

A livello nazionale ed internazionale, l’I.C.N. e le sue Associazioni membri collaborano con i governi e le organizzazioni non governative per assicurare la realizzazione di servizi di sanità primaria più efficaci. Nella pianificazione e realizzazione dei servizi di assistenza sanitari di base, l’I.C.N. sottolinea, in modo rilevante, la necessità di aderire ai seguenti principi:

  • I servizi sanitari devono essere accessibili a tutti, su base egualitaria, consigliando principalmente: la partecipazione delle persone e della comunità alla progettazione e alla realizzazione dei servizi; un forte impegno verso la prevenzione delle malattie e la promozione di salute; l’utilizzo di tecnologie appropriate e non costose; la promozione di un approccio multidisciplinare per la realizzazione del benessere sociale.
  • In materia di assistenza sanitaria, l’accento deve essere posto sull’individuo, la famiglia e il gruppo che hanno la necessità di ricevere servizi per la promozione di salute, la protezione dalla malattia e dall’inabilità, la cura, la riabilitazione, una morte serena e dignitosa.
  • La formazione dei professionisti sanitari deve seguire criteri scientifici ed etici.
  • I professionisti sanitari devono rispettare il diritto della persona, della famiglia e della comunità di prendere decisioni riguardanti le cure e l’assistenza proposti.
  • I risultati della ricerca e dei progressi tecnologici devono dare benefici direttamente i pazienti e gli altri utenti dei servizi sanitari.

Le informazioni di base
La popolazione mondiale affronta un futuro in cui la salute ed il benessere possono essere influenzati negativamente dai rapidi sviluppi della tecnologia, dalla riduzione delle risorse naturali e dalla degradazione ambientale, dalla crescita demografica, dall’effetto derivante da nuovi problemi di salute (per esempio: AIDS) e dalle malattie che si prolungano nel tempo (per esempio: malaria).

Altri fattori, come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento del numero di persone affette da malattie croniche e terminali, determinano una crescente domanda di servizi sociali e sanitari.

Nel 1978, l’I.C.N. ha dichiarato il suo sostegno all’assistenza sanitaria di base e la relativa intenzione di cooperare, ai livelli nazionali ed internazionali, con le organizzazioni governative e non governative per rendere tale assistenza una realtà effettiva con lo scopo di soddisfare i bisogni sanitari della popolazione.

Negli anni seguenti, l’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali hanno operato affinché l’assistenza sanitaria di base fosse inclusa nella formazione dei professionisti sanitari, nella pianificazione e nell’erogazione dei servizi, nell’ambito di un processo di ricerca e valutazione continuo. Numerose Associazioni promuovono iniziative per integrarla nella pratica e nella politica infermieristica.

Gli infermieri sono il gruppo principale, tra i professionisti sanitari, in grado di fornire servizi di base a tutti i livelli mantenendo in relazione gli individui, le famiglie, la comunità ed il resto del sistema sanitario. Operando con altri membri della équipe sanitaria, di altri settori o singolarmente, gli infermieri valutano le nuove modalità per accrescere il benessere e migliorare la salute prevenendo la malattia e la disabilità. Gli infermieri contribuiscono a migliorare l’equità e l’accesso ai servizi sanitari apportando un valore aggiunto qualitativo ai risultati dell’assistenza.

Posizione adottata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  La partecipazione degli infermieri a tutte le fasi dei processi decisionali e all’elaborazione delle politiche sanitarie.

 

La partecipazione degli infermieri a tutte le fasi dei processi decisionali e all’elaborazione delle politiche sanitarie

La presa di posizione dell’I.C.N.
Gli infermieri forniscono un importante contributo nei processi decisionali e nelle progettazioni dei servizi sanitari nonché nell’elaborazione di politiche sanitarie appropriate ed efficaci. Possono e devono partecipare alla politica interessandosi degli aspetti che attengono alla salute.

Inoltre gli infermieri sono coinvolti nella progettazione strategica, nell’assegnazione dei fondi, nella pianificazione, nell’assegnazione efficiente delle risorse, nella gestione e valutazione dei programmi e dei servizi. Devono assumersi le loro responsabilità nei processi decisionali e nell’elaborazione di politiche riguardanti i servizi sanitari unitamente a quanto concerne allo sviluppo professionale conseguente.

Le organizzazioni professionali infermieristiche hanno la responsabilità di promuovere e sostenere la partecipazione degli infermieri negli organismi e comitati locali, nazionali ed internazionali, incaricati di assumere decisioni ed elaborare politiche nel campo sanitario. Le organizzazioni professionali devono, inoltre, garantire che gli infermieri, per poter assumere questi ruoli, siano adeguatamene preparati.

Le informazioni di base
Per la relazione che si viene ad instaurare tra gli infermieri, i pazienti e le loro famiglie, si ritiene che questi professionisti possano contribuire, in modo unico, ad interpretare le esigenze e le aspettative della popolazione in materia di sanità. Sono, inoltre, coinvolti nei processi decisionali come nella pratica e nella gestione. Utilizzano i risultati della ricerca per contribuire alle decisioni riguardanti servizi di qualità. Conducono, in ambito sanitario ed infermieristico, indagini che concorrono ad orientare le politiche. Poiché gli infermieri sono spesso coordinatori di attività fornite da altri operatori, partecipano, attraverso la loro conoscenza ed esperienza, alla progettazione strategica ed all’utilizzazione efficiente delle risorse.

Per partecipare alla pianificazione strategica e ai processi decisionali in campo sanitario, come alla predisposizione di politiche sanitarie, gli infermieri devono potere dimostrare il loro valore e convincere del contributo che possono apportare. Come conseguenza si potrà avere un miglioramento e uno sviluppo della formazione infermieristica nell’ambito della gestione e della direzione, soprattutto per quanto concerne la comprensione dei processi politici e governativi.

Altra conseguenza potrà essere l’aumento degli incarichi di direzione, sia nell’ambito dei servizi infermieristici sia in altri servizi sanitari, e l’incoraggiamento a partecipare alle questioni politiche e sociali anche per migliorare e promuovere l’immagine della professione infermieristica.

L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali promuovono e sostengono tutti gli sforzi volti a migliorare la preparazione degli infermieri per quanto attinente alla gestione, direzione e pianificazione politica. Questa preparazione dove essere la più vasta possibile includendo lo sviluppo della conoscenza e delle abilità per l’influenzare il cambiamento, partecipare ai processi politici e decisionali, formare collaborazioni, utilizzare media e altri mezzi comunicativi.

Le organizzazioni professionali infermieristiche devono impiegare un certo numero di strategie per contribuire allo sviluppo di politiche efficaci. Devono soprattutto sorvegliare sulle assegnazioni degli infermieri nei servizi; integrare nuovi modelli e nuove strategie di gestione; promuovere incessantemente un’immagine positiva dell’assistenza infermieristica e della professione; diffondere le conoscenze e i risultati della ricerca; realizzare e mantenere relazioni adeguate con organizzazioni governative e non governative per sviluppare rapporti collaborativi duraturi.

Da parte sua, l’I.C.N. promuoverà e fornirà tutte le informazioni disponibili riguardanti il contributo della professione infermieristica nei processi decisionali e nell’elaborazione delle politiche in campo sanitario.

Posizione adottata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  La gestione dell’assistenza infermieristica e dei servizi socio-sanitari

·  I servizi sanitari accessibili, finanziati da fondi pubblici.

 

La promozione del valore e della convenienza dei servizi infermieristici

La presa di posizione dell’I.C.N.
E’ evidente che l’assistenza infermieristica costituisca, nell’ambito dei servizi sanitari, una risorsa efficace nonostante sia spesso sotto valutata e sotto utilizzata.

Gli infermieri devono impegnarsi nel dimostrare chiaramente il valore e la convenienza dell’assistenza infermieristica, innanzitutto alle persone assistite, agli altri professionisti e a coloro che assumono decisioni in materia di politica sanitaria, ai diversi livelli. Devono inoltre essere in grado di negoziare e saper sostenere le richieste relative alle risorse necessarie per assistere, con modalità sicure, l’utente.

Gli infermieri hanno la responsabilità di condurre ricerche e di sviluppare i modelli innovatori per l’erogazione dell’assistenza, in grado di rafforzare l’efficacia della professione infermieristica relativamente alla progettazione, all’amministrazione e allo sviluppo di politiche.

La formazione infermieristica, in particolare i programmi che riguardano lo sviluppo della leadership, devono aiutare gli infermieri ad acquisire conoscenze per poter dimostrare il valore e la convenienza dell’assistenza infermieristica per i servizi sanitari. Le istituzioni deputate alla formazione infermieristica e gli organismi che regolamentano la professione dovrebbero rivedere regolarmente i programmi di studi per accertare l’inserimento di un insegnamento riguardante il valore e la convenienza dell’assistenza infermieristica.

Le Associazioni nazionali infermieristiche hanno un ruolo importante nell’influenzare e nel determinare le politiche sanitarie in grado di promuovere il valore e la convenienza dell’assistenza infermieristica.

Le Associazioni nazionali infermieristiche devono elaborare delle strategie volte a sostenere attivamente la partecipazione degli infermieri ai processi decisionali nonché la ricerca in campo sanitario ed infermieristico per dimostrare il valore e la convenienza dell’assistenza infermieristica per i servizi sanitari. Gli infermieri devono esigere la loro partecipazione alla formulazione delle politiche sanitarie, a tutti i livelli.

In un contesto in cui i bisogni di salute sono crescenti ed i costi dei servizi sanitari risultano sempre più elevati, gli infermieri devono assumersi la responsabilità di esaminare e valutare i costi delle loro attività e dei loro risultati per la salute delle persone assistite.

Gli infermieri, in particolare la leadership della professione, devono avere una buona comprensione dello scopo e della natura della riforma sanitaria e del contributo che la professione può apportare a tutti i livelli del sistema sanitario, come nella progettazione, nell’amministrazione e nello sviluppo di politiche rivolte ai servizi. Nei casi in cui la riforma sanitaria sia in fase di progettazione, i dirigenti infermieristici devono svolgere un ruolo di guida per quanto concerne l’elaborazione di una politica che tenga in considerazione la pertinenza, la natura e l’obiettivo della riforma sanitaria stessa.

L’I.C.N. e le Associazioni membri possono aiutare gli infermieri a sviluppare la competenza che consentirà loro di promuovere il contenimento dei costi nella sanità, in particolare:

  • promovendo il ruolo della professione e dell’assistenza infermieristica come risorsa essenziale per garantire la convenienza dell’assistenza sanitaria;
  • offrendo agli infermieri opportunità di formazione per acquisire le conoscenze necessarie in materia di politiche sanitarie, principi economici, budget, stanziamenti e utilizzo di risorse in campo sanitario;
  • sostenendo lo sviluppo della leadership infermieristica che insiste sul ruolo degli infermieri nell’ambito della gestione delle risorse, dei processi decisionali e dell’elaborazione delle politiche;
  • promovendo e sostenendo le attività di ricerca e valutazione in grado di correlare le metodologie di definizione dei costi con i risultati ottenuti in ambito sanitario ed infermieristico;
  • consigliando lo sviluppo dei sistemi informativi che consentono il confronto tra i risultati ottenuti con modelli assistenziali diversi, per individuare, tra questi, i migliori;
  • favorire la diffusione delle informazioni e lo sviluppo dei risultati della ricerca riguardanti la convenienza, le strategie di riduzione dei costi e le norme di buona pratica;
  • creando reti professionali per favorire la collaborazione, lo scambio di idee ed informazioni per promuovere la convenienza e la qualità;
  • favorendo l’equità, nei termini e nelle condizioni, nell’ambito dei servizi infermieristici, per riconoscere e sostenere il loro ruolo nella promozione della convenienza e della qualità dell’assistenza infermieristica in un contesto multidisciplinare.

Posizione rivista ed adottata nel 1999.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il governo della pratica infermieristica

·  Servizi sanitari accessibili, finanziati da fondi pubblici

·  La partecipazione degli infermieri a tutte le fasi dei processi decisionali e all’elaborazione delle politiche sanitarie.

Pubblicazioni dell’I.C.N.:

·  Il costo dei servizi infermieristici, Rapporto del Gruppo di esperti dell’I.C.N. sul calcolo dei costi dei servizi infermieristici, Ginevra, I.C.N., 1992

·  Il rapporto costi/efficacia dei servizi sanitari, Direttive per le Associazioni nazionali infermieristiche e altri gruppi interessati, Ginevra, I.C.N., 1993

·  Qualità, costi e assistenza infermieristica, Documento Giornata Internazionale degli Infermieri , Ginevra, I.C.N., 1993.

·  Direttive concernenti la pianificazione delle risorse professionali, Ginevra, I.C.N., 1994

·  La pianificazione del personale infermieristico: documento di riferimento, Ginevra, I.C.N., 1994

·  La preparazione degli infermieri coordinatori e dirigenti nella gestione dei servizi sanitari, Ginevra, I.C.N., 1990.

 

La sicurezza dei pazienti

La presa di posizione dell’I.C.N.
La sicurezza dei pazienti è un aspetto fondamentale della qualità dell’assistenza sanitaria ed infermieristica. Per l’I.C.N., il miglioramento della loro sicurezza esige l’avvio di una serie di azioni nei seguenti campi: assunzione, formazione e aggiornamento dei professionisti; miglioramento degli interventi riguardanti la sicurezza ambientale e la gestione del rischio, compreso il controllo delle infezioni; utilizzo corretto dei farmaci; abbigliamento e strumentazione sicuri; sicurezza nella pratica assistenziale; sviluppo di un corpo di conoscenze scientifiche centrate sulla sicurezza di pazienti e sulle infrastrutture necessarie al suo miglioramento.

Gli infermieri si devono confrontare con la questione riguardante la sicurezza dei pazienti in tutti i campi in cui operano. Ciò include l’informazione data ai malati e alle persone a loro vicine, i rischi e la loro prevenzione, la promozione della sicurezza dei pazienti e la segnalazione degli eventi negativi.

L’identificazione precoce dei rischi è molto importante per prevenire incidenti in quanto rende evidente l’esistenza di una cultura basata sulla fiducia, sull’onestà, sull’integrità e sulla comunicazione fra i pazienti ed i professionisti che operano nei sistemi sanitari. L’I.C.N. è favorevole ad un approccio aperto e trasparente che evita la colpevolizzazione ed è teso ad attuare le misure necessarie alla correzioni dei fattori, umani o legati al sistema, al loro nascere per evitare eventi indesiderabili.

L’I.C.N. si dichiara preoccupato per la grave minaccia che riguarda la sicurezza dei pazienti e la qualità dei servizi, derivante dalla ridotta presenza di personale qualificato. La mancanza, in particolare di infermieri, costituisce una precisa minaccia particolarmente seria.

L’I.C.N. ritiene che gli infermieri e le Associazioni nazionali infermieristiche abbiano precise responsabilità sui seguenti aspetti:

  • informare i pazienti e le famiglie dei rischi potenziali esistenti,
  • segnalare gli eventi negati alle autorità competenti,
  • essere parte attiva nella valutazione della sicurezza e della qualità dell’assistenza,
  • migliorare la comunicazione con i pazienti ed altri professionisti,
  • collaborare per ottenere l’assunzione di personale sufficiente,
  • sostenere le misure che migliorano la sicurezza del paziente,
  • promuovere programmi rigorosi per il controllo delle infezioni,
  • esigere modalità di trattamento standardizzate e protocolli destinati a minimizzare il rischio di errore,
  • entrare in contatto con le associazioni professionali di farmacisti, medici di base ed altri professionisti per migliorare il confezionamento e le modalità di identificazione dei farmaci,
  • collaborare con i sistemi di sorveglianza nazionali per raccogliere gli eventi negativi, analizzarli e trarre insegnamento da quanto si è verificato,
  • mettere a punto meccanismi, per esempio con l’accreditamento, in grado di identificare gli aspetti di eccellenza in materia di sicurezza del paziente.

Contesto
Gli interventi sanitari sono sicuramente realizzati per la salute delle persone assistite, ma vi è sempre un elemento di rischio poiché errori o eventi indesiderati si possono verificare. Queste situazioni sono dovute ad una combinazione complessa di processi, tecnologie, fattori umani. Un evento indesiderato può essere definito come danno o ferita provocati durante un trattamento al paziente, conseguenza diretta degli atti compiuti dal personale sanitario, piuttosto che un effetto della stessa malattia1. I pericoli per la sicurezza dei pazienti comprendono gli errori durante la somministrazione di farmaci, le infezioni ospedaliere, l’esposizione a forti dosi di radiazioni.

Anche se gli errori umani hanno un certo peso, molti altri potrebbero essere evitati attraverso un trattamento preventivo centrato sugli aspetti organizzativi dei sistemi sanitari.

Vi è un numero sempre più crescente di prove che dimostrano che la ridotta presenza di personale è correlata al verificarsi di eventi negativi, quali le cadute dei pazienti, le lesioni causate da un prolungato allettamento, gli errori nella somministrazione dei farmaci, le infezioni nosocomiali, i ricoveri ripetuti che determinano degenze prolungate, la mortalità in aumento negli ospedali2. Tra i diversi fattori che incidono maggiormente occorre sottolineare il ridotto numero di personale e gli interventi mal condotti, dovuti ad una bassa motivazione o ad una formazione insufficiente.

L’assistenza sanitaria di scarsa qualità, infine, è causa di un numero non trascurabile di eventi indesiderati con conseguenze economiche rilevanti per i sistemi sanitari.

Posizione adottata nel 2002.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il governo della pratica infermieristica

·  La protezione del titolo di “infermiere”

·  Il personale ausiliario e di supporto.

Pubblicazioni dell’I.C.N.:

·  La sicurezza dei pazienti, Documento di informazione dell’AMPS (2001).

 

I servizi sanitari accessibili, finanziati da fondi pubblici

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche membri sostengono la realizzazione di sistemi sanitari nazionali affinché forniscano un insieme di servizi essenziali, stabiliti per ogni paese, comprendendo sia quelli preventivi sia quelli curativi.

Nei casi in cui tali servizi non siano finanziati da fondi pubblici, l’I.C.N. ritiene che i governi debbano realizzare almeno i servizi essenziali per i gruppi più vulnerabili.

I servizi sanitari devono essere determinati in funzione dei bisogni di ogni paese. Dovrebbero inoltre equilibrare l’efficienza e la convenienza1 con la qualità, nel quadro delle risorse disponibili.

L’I.C.N. sostiene gli sforzi delle Associazioni nazionali infermieristiche affinché possano incidere sulla realizzazione di una politica pubblica basata sulle priorità sanitarie, presenti nelle diverse nazioni, nonché sul rispetto dei principi di equità, di accessibilità dei servizi essenziali, di efficienza (compresa la produttività), di convenienza1 e di qualità dell’assistenza.

L’I.C.N. promuove la formazione infermieristica nella direzione e nella gestione dei servizi per preparare i professionisti a ricoprire una vasta gamma di ruoli e responsabilità. L’I.C.N. sostiene l’impegno delle Associazioni nazionali infermieristiche affinché si assicurino che i governi, attraverso le loro politiche, non riducano i fondi pubblici destinati alla formazione della professione infermieristica.

L’I.C.N. e le Associazioni membri sostengono i principi che orientano l’assistenza sanitaria di base per promuovere la realizzazione e l’accessibilità dei servizi sanitari essenziali ad un costo che le comunità nazionali possono sostenere.

Per assicurare servizi accessibili, convenienti1 e di qualità, occorre applicare principi di regolazione, norme e meccanismi appropriati, rivolti sia ai servizi pubblici sia a quelli privati.

I sistemi formativi infermieristici dovrebbero continuamente aggiornarsi affinché i professionisti siano preparati per rispondere ai bisogni sanitari in continua evoluzione. Il servizio sanitario costituisce una risorsa vitale per ogni nazione. L’obiettivo principale di ogni paese deve essere la realizzazione del miglior livello possibile di salute per la sua popolazione, nell’ambito delle risorse disponibili.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche devono realizzare reti di comunicazione efficaci tra le parti interessate per verificare che l’allocazione delle risorse e i servizi disponibili corrispondano ai bisogni e alle priorità delle popolazioni, per contribuire alla promozione dell’assistenza sanitaria di base e per valutare qualità e costi.

La realizzazione di questi obiettivi è resa particolarmente difficile in quanto si rileva:

  • l’aumento della domanda di servizi sanitari dovuto alla tipologia e alla quantità dei problemi sanitari presenti, all’invecchiamento della popolazione e alle sue crescenti aspettative;
  • l’aumento dei costi dei servizi sanitari, spesso associato alla scarsità di risorse e ad un crescente utilizzo di tecnologie avanzate e costose;
  • l’utilizzo inadeguato delle risorse disponibili a causa di pianificazioni e gestioni inefficienti.

La riforma del sistema sanitario, avviata in molti paesi, si pone come obiettivo la risoluzione di questi problemi con implicazioni rilevanti sia per la componente pubblica sia per quella privata.

Posizione adottata nel 1995 e aggiornata nel 2001.

Prese di posizioni attinenti:

·  La promozione del valore e della convenienza dei servizi infermieristici.

Pubblicazioni dell’I.C.N.:

·  La nozione di rapporto costo/efficacia nei servizi sanitari, Ginevra, I.C.N., 1993

·  I costi dell’assistenza infermieristica, Ginevra, I.C.N., 1993.

 

L’assistenza infermieristica e lo sviluppo

La presa di posizione dell’I.C.N.
Essendo promotore dello sviluppo stabile in quanto condizione che favorisce la salute delle comunità, l’I.C.N. collabora, in particolare, con le organizzazioni incaricate dell’assistenza sanitaria ed infermieristica per identificare i bisogni sanitari delle popolazioni. A livello strategico, l’I.C.N. si impegna per consentire agli infermieri di elaborare e realizzare, per il proprio ambito di competenza, gli obiettivi che tengono conto dei bisogni locali, delle condizioni socio-politiche, demografiche ed economiche, unitamente al contesto culturale locale.

L’I.C.N. investe le sue risorse in modo tale da poter produrre il massimo beneficio in ambito sanitario ed infermieristico. Apporta il suo sostegno agli approcci locali convenienti1, orientati allo sviluppo dei sistemi sanitari, attenti all’erogazione di trattamenti equi e alla sicurezza dei professionisti sanitari. Per quanto concerne l’assistenza infermieristica, l’I.C.N. mette l’accento sul potenziamento delle Associazioni nazionali infermieristiche affinché accrescano la loro indipendenza e siano in grado di aiutare le altre.

L’I.C.N. propone, per il raggiungimento di questi obiettivi, il metodo “a cascata”, secondo il quale, in cambio dell’aiuto fornito, le Associazioni ne aiuteranno altre, in modo analogo. Questo comporta l’assumersi responsabilità e il creare condizioni propizie per lo sviluppo, a livello locale, avendo come riferimento i principi di giustizia, equità, non discriminazione, trasparenza e flessibilità.

L’I.C.N. è favorevole a politiche e strategie di sviluppo che permettano:

  • l’aumento di risorse e, nel contempo, il raggiungimento di una prosperità sufficiente per migliorare la salute e il benessere, la riduzione delle disuguaglianze in campo sanitario, la presenza di servizi accessibili,
  • il rafforzamento della capacità dei bambini e delle donne di controllare la loro vita e le condizioni in cui vivono,
  • la collaborazione multidisciplinare ed inter-settoriale,
  • la protezione dell’ambiente naturale,
  • il sostegno allo sviluppo di infrastrutture nell’ambito sanitario,
  • il supporto ai gruppi affinché possano autogestirsi ed aiutare altri a farlo.

Le informazioni di base
La visione dell’I.C.N. è quella di un mondo sano in cui l’accesso ai servizi sanitari sia un diritto fondamentale della persona. L’I.C.N. lavora, con i governi e le organizzazioni nazionali ed internazionali, per aiutare le popolazioni a raggiungere un livello di salute che consentirà loro di condurre la vita socialmente ed economicamente produttiva.

L’I.C.N. vede lo sviluppo come un processo che consente la creazione di condizioni grazie alle quali le popolazioni soddisfacciano le esigenze del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro2. A nostro avviso, lo sviluppo stabile consentirà la creazione di un contesto nel quale gli individui, i gruppi e le comunità hanno accesso alle risorse, alle opportunità ed esercitano i loro diritti, in modo da creare le infrastrutture necessarie.

Il potenziamento della professione infermieristica è essenziale per migliorare la salute a livello mondiale. Sulla base del suo mandato – rappresentare la professione nel mondo, promuovere la professione e influenzare le politiche sanitarie – l’I.C.N. si impegna affinché i sui programmi e le sue iniziative siano rivolti verso la leadership professionale efficace, l’integrazione, la flessibilità, la collaborazione fattiva.

Posizione adottata nel 2000.

 

 

 

 


Il benessere socio-economico degli infermieri

 Le posizioni dell’I.C.N.


Gli abusi e le violenze rivolti agli infermieri

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. condanna con forza tutte le forme di abuso e violenza rivolte agli infermieri, comprese le molestie sessuali. Gli infermieri hanno diritto al rispetto della loro integrità e dignità nonché il diritto a non soffrire.

L’I.C.N. condanna gli atti di abuso e di violenza commessi nei confronti di tutte le persone, compresi il personale sanitario, i pazienti, i bambini, le persone anziane e tutti i privati cittadini. Si ritiene opportuno tuttavia sottolineare che gli infermieri costituiscono una categoria particolarmente esposta e per questo occorre continuare a porre una speciale attenzione alla necessità di eliminare tutte le forme di abuso e violenza di cui sono vittime.

Per l’I.C.N. non vi è alcun dubbio che la violenza nei luoghi di lavoro minaccia la qualità dei servizi erogati ai malati. Se occorre garantire l’efficacia dei servizi è necessario assicurare agli infermieri un ambiente di lavoro sicuro e un trattamento rispettoso. Carichi di lavoro eccessivi, condizioni di lavoro poco sicure e inappropriate possono essere considerati come forme di violenza e pertanto incompatibili con il concetto di “buona pratica”.

L’I.C.N. intende contribuire all’elaborazione e alla promozione di politiche con tolleranza zero per la violenza comprendenti legislazione e regolamentazione corrette, sanzioni giudiziarie, norme sugli ambienti di lavoro ed indicazioni per la cooperazione con altre organizzazioni che condividono obiettivi contro la violenza.

L’I.C.N. esorta le Associazioni infermieristiche nazionali per:

  • sensibilizzare il pubblico e la comunità degli infermieri contro le diverse manifestazioni di violenza perpetrata nei confronti del personale infermieristico;
  • assicurare l’accesso del personale infermieristico (vittima o autore di violenze) ai servizi idonei per un sostegno, dal momento della denuncia fino alla condanna e all’indennizzo;
  • negoziare l’introduzione e il mantenimento di misure di sicurezza appropriate, procedure di denuncia riservate nell’ambiente di lavoro;
  • facilitare all’accesso all’assistenza legale per gli infermieri che ne hanno bisogno;
  • incontrare i responsabili degli enti sanitari nei quali gli infermieri operano per ottenere il loro aiuto nel garantire ambienti di lavoro sicuri e rispettosi;
  • assicurarsi che i datori di lavoro rispettino gli obblighi in materia di sicurezza, garantendo in particolare un livello di coordinamento adeguato ed un impegno nel promuovere modelli di comportamento sicuri e metodi di lavoro rivolti alla qualità dell’assistenza sanitaria nel suo complesso;
  • contribuire a fornire una cultura infermieristica che non perpetui la tendenza degli ultimi anni secondo la quale gli infermieri sono responsabili delle violenze che subiscono;
  • promuovere un’immagine positiva della figura infermieristica e promuovere il rispetto degli infermieri verso la loro dignità e la loro sicurezza insistendo, soprattutto, sull’importanza del ruolo;
  • introdurre nel programma di formazione infermieristica corsi riguardanti l’eliminazione e/o la gestione della violenza;
  • contribuire a costruire una raccolta dati riguardanti le violenze in ambito sanitario.

Le informazioni di base
La malattia e i fattori di rischio potenziale per la vita provocano condizioni di stress ai pazienti, ai loro familiari e al personale sanitario che opera nei servizi. Tali condizioni possono aggravare, a loro volta, i fattori che provocano forme di violenza. Si tratta di aspetti di cui sembra vi sia un livello elevato nella società in generale e nei luoghi di lavoro dei servizi sanitari.

Le condizioni di lavoro in questo settore espongono gli infermieri e gli altri operatori ai rischi di violenza molto critici; le cause sono:

  • impiego del personale (organici e controlli inadeguati; utilizzo di personale a tempo determinato, senza esperienza e con responsabilità rilevanti nelle Unità in cui lavorano);
  • rotazione del personale anche nei turni notturni;
  • mancanza di misure di sicurezza negli stabili in cui si lavora;
  • interventi infermieristici che richiedono un contatto fisico;
  • carichi di lavoro esagerati negli ambiti in cui si vivono spesso stress emotivi;
  • facilità con la quale chiunque può accedere ai luoghi di lavoro;
  • visite a domicilio ed in isolamento.

Le ricerche dimostrano che, nel settore sanitario, gli infermieri sono il personale più esposto alla violenza nei luoghi di lavoro. Ad esempio, le molestie sessuali sono spesso segnalate come il fenomeno più largamente diffuso nel settore sanitario e tra le infermiere in particolare. La prevalenza e l’impatto delle violenze verbali come le ingiurie, non devono essere minimizzati e gli effetti di tali violenze sono simili a quelli delle aggressioni fisiche, soprattutto per quanto riguarda le ripercussioni sull’erogazione dell’assistenza. Se la violenza contro gli infermieri sembra essere meno frequente, non è per questo più tollerabile.

Gli infermieri hanno il dovere di reagire alla violenza, attraverso programmi formativi, per poter identificare le situazioni potenzialmente pericolose e programmi per promuovere meccanismi efficaci di trattamento.

Le pressioni esercitate sulle vittime, per quanto riguarda la richiesta di silenzio, sono grandi. Normalmente molte culture tollerano o nascondono la violenza fisica, le molestie sessuali o le violenze verbali perpetrate contro le donne. Inoltre gli infermieri hanno spesso accettato passivamente gli abusi e le violenze come facenti parte del loro lavoro: un punto di vista a volte condiviso dal pubblico e dalle autorità giudiziarie. Tutto ciò non fa che frenare le segnalazioni, porta a sottostimare gli incidenti da parte dello stesso gruppo professionale, impedisce l’elaborazione di strategie efficaci contro il dolore per la violenza subita.

Tra le conseguenze delle violenze verbali, fisiche e delle molestie sessuali, si possono citare:

  • gli shock, la depressione, i sentimenti di incredulità, rabbia, colpa, paura, impotenza e spogliazione;
  • le ferite psichiche e i disturbi (emicrania, vomito) comprendendo anche i disturbi sessuali;
  • un alto livello di stress e di ansia;
  • una perdita di stima di sé e una perdita di fiducia nelle competenze professionali possedute;
  • un comportamento che porta a ripiegarsi su di sé che, a sua volta, incide negativamente sulla qualità del lavoro e genera assenteismo;
  • effetti negativi sulle relazioni interpersonali;
  • perdita di soddisfazione per il lavoro, morale basso e un tasso di turnover in aumento.

La violenza è distruttiva e ha effetti profondamente negativi sia sulle persone che ne sono testimoni sia sulle persone che ne sono vittime: entrambe sviluppano sintomi da stress post-traumatico. Si può dire che la violenza occupa anche i luoghi di lavoro

Riferimenti
Direttive: come affrontare la violenza nell’ambito lavorativo, Ginevra, I.C.N., 1999.

Posizione rivista ed adottata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il benessere socioeconomico degli infermieri

·  Le modalità per trattenere al lavoro gli infermieri ed evitare i trasferimenti internazionali

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito lavorativo

·  Lo sviluppo delle risorse umane nell’ambito sanitario

·  L’infermiere e i diritti della persona.

 

 

Gli accordi commerciali internazionali

La presa di posizione dell’I.C.N.
Gli accordi commerciali internazionali influenzano i servizi sanitari e il personale che vi opera. L’I.C.N. esorta le Associazioni nazionali infermieristiche, unitamente agli enti governativi e non governativi, a sorvegliare attentamente lo sviluppo e gli effetti di tali accordi sulle politiche sanitarie e sociali.

L’accesso ai servizi sanitari, le possibilità di impiego per il personale sanitario e le norme professionali sono delle questioni che rivestono per gli infermieri una pertinenza e un interesse prioritario. La privatizzazione e lo sviluppo commerciale nel settore sanitario devono essere controllati per mantenere un sistema generale in grado di garantire alla popolazione l’accesso ai servizi. L’I.C.N. poiché è il portavoce degli infermieri, incoraggia la promozione di politiche in grado di migliorare la qualità degli interventi sanitari, compresi quelli rivolti al mondo del lavoro, finanziando strutture e meccanismi corretti. L’I.C.N. denuncia le politiche che hanno un impatto negativo sulla qualità dell’assistenza fornita.

In questa prospettiva l’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche aderiscono al principio di equità per quanto riguarda l’erogazione dei servizi sanitari (la salute per tutti). L’I.C.N. condanna i tentativi di facilitare la mobilità, in paesi diversi da quelli di origine, degli infermieri qualora metta a repentaglio la sicurezza dei pazienti, soprattutto a seguito di pressioni ricevute per abbassare gli standard che governano l’accreditamento o per l’interruzione della loro applicazione.

L’I.C.N. protegge e promuove il diritto della professione infermieristica ad avere una propria autoregolamentazione coerente. Di conseguenza, l’I.C.N. promuove lo sviluppo di normative o politiche per la professione infermieristica in grado di:

  • sostenere la definizione di standard per la pratica e la formazione in grado di consentire confronti internazionali,
  • strutturare gli accordi commerciali internazionali riguardanti i servizi professionali (per es.:accordi di riconoscimento reciproco).

L’erogazione di servizi di qualità dipende da un ambiente di lavoro sano e condizioni operative ottimali. Gli accordi commerciali internazionali devono quindi integrare le norme del lavoro con quelle riguardanti l’ambiente per favorire la qualità dell’assistenza includendo disposizioni per la loro applicazione. Occorre che le Associazioni infermieristiche acquistino una loro forza sociale nelle negoziazioni commerciali internazionali e possano accedere a tutte le informazioni necessarie.

Inoltre, dal punto di vista strategico, l’I.C.N. e le Associazioni membri devono operare di concerto con gli altri attori, presenti nei servizi sanitari, per influenzare gli accordi commerciali internazionali che hanno un impatto sui pazienti, sulla salute pubblica e familiare, sulle risorse umane del settore sanitario e comunque sui sistemi sanitari in generali.

Le informazioni di base
Gli accordi commerciali internazionali hanno tradizionalmente messo l’accento sul commercio di beni e di merci. La portata di tali accordi si è attualmente ampliata per far rientrare la nozione di commercio internazionale nella vasta gamma dei servizi, anche sanitari. E’ opportuno riflettere su una nuova generazione di questioni relative alla regolamentazione, al lavoro, alla competizione e alla sicurezza sulla qualità.

Il settore sanitario è sempre più influenzato dalle politiche e dagli accordi economici nazionali e internazionali (es.:Accordo del libero scambio americano, Cooperazione economica Asia-Pacifico, Accordo generale sulle dogane e sul commercio). Gli strumenti negoziati, a livello internazionale, costituiscono delle risorse, ma anche delle sfide. Ciò che tuttavia rappresenta motivo di preoccupazione è il modo in cui gli accordi di questo tipo indeboliscono e/o limitano il contributo governativo, i meccanismi di regolamentazione professionale e il mantenimento dei servizi sanitari e sociali pubblici non basati sul profitto.

L’evoluzione rapida dell’equilibrio esistente tra il contributo del pubblico e quello del settore sanitario privato incide sull’equità e sulla qualità dell’assistenza, sull’accesso ai servizi sanitari e sulle relazione nell’ambito lavorativo. L’impatto degli interessi economici o commerciali sulle riforme sanitarie deve essere sorvegliato (mancata sostituzione di personale qualificato, forme di de-professionalizzazione, abbandono del mondo del lavoro da parte degli infermieri).

Gli infermieri sono professionisti essenziali nei servizi sanitari. L’assistenza che prestano e le condizioni di lavoro in cui operano sono influenzate dagli accordi commerciali internazionali. Essi devono avere accesso all’informazione e agli organi decisionali a tutti i livelli.

Posizione adottata nel 1999 ed aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

·  La partecipazione degli infermieri a tutti gli stadi delle prese di decisioni e delle elaborazioni delle politiche concernenti i servizi sanitari

·  I servizi sanitari accessibili, finanziati dai fondi pubblici

·  Gli infermieri e l’assistenza sanitaria di base.

 

Il benessere socio-economico degli infermieri

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche sostengono la necessità di disporre di luoghi di lavoro sicuri e in grado di consentire il miglioramento della qualità dell’assistenza infermieristica. Gli infermieri hanno il diritto di esercitare la loro attività in ambienti attenti alla qualità dell’assistenza, alla sicurezza e promozione della salute dei lavoratori, in grado di offrire salari giusti ed equi.

L’I.C.N. difenda la libertà di associarsi degli infermieri, il diritto di costituire sindacati e di riunirsi in organizzazioni, se lo desiderano.

Il lavoro degli infermieri e l’importanza che riveste per la vita, la sicurezza personale e la salute delle persone assistite esigono l’adozione di misure volte ad incoraggiare e a promuovere la piena realizzazione dei meccanismi di negoziazione tra i datori di lavoro, gli infermieri e i loro rappresentanti. Nelle organizzazioni sanitarie dovrebbe essere prevista una modalità ufficiale per raccogliere le lamentele degli infermieri e degli altri operatori.

I principi che assicurano una remunerazione equa ed uguale a fronte di attività di pari valore devono essere rispettati. Questi principi dovrebbero essere sostenuti da una ripartizione dei posti di lavoro, indipendente da considerazioni legate al sesso, agli strumenti di valutazione delle prestazioni e con un accesso libero all’insegnamento ed agli sviluppi di carriera.

E’ pertanto necessario che le Associazioni nazionali infermieristiche:

  • stabiliscano, promuovano e mantengano programmi volti a permettere agli infermieri di aspirare a livelli di remunerazione economica e sociale che siano all’altezza del loro contributo alla società;
  • promuovano opportunità durevoli per lo sviluppo delle carriere infermieristiche e sostengano queste iniziative, considerando anche le attività imprenditoriali;
  • definiscano le attività infermieristiche e partecipino alla messa a punto di strumenti appropriati per la valutazione;
  • si impegnino affinché gli infermieri partecipino alla formazione continua, la formazione complementare e i titoli infermieristici siano riconosciuti e giustamente retribuiti;
  • incoraggino gli infermieri a riconoscere, valorizzare e far capire il loro lavoro;
  • organizzino e mantengano meccanismi destinati a sostenere i diritti di negoziazione degli infermieri, contribuiscano ad assicurare protezione contro tutte le forme di sfruttamento e ad bilanciare le questioni di equità e di occupazione;
  • creino una rete efficace per divulgare le informazioni riguardanti le questioni professionali e quelle lavorative;
  • predispongano programmi di formazione rivolti ai rappresentanti delle Associazioni, ai responsabili della professione e agli infermieri che gestiscono i diversi metodi di negoziazione per essere in grado di rispondere, in modo appropriato, alle preoccupazioni che, in ogni paese, potrebbero insorgere in tema di impiego;
  • promuovano i meccanismi o le procedure che garantiscono una giusta retribuzione agli infermieri, considerando le loro condizioni di lavoro ed, in particolare, gli orari ai quali sono sottoposti;
  • sostengano l’avvio e la conduzione di studi per identificare le eventuali disparità o incongruenze salariali e la promozione di un riesame dei salari;
  • facciano pressione in favore di una legislazione e di una informazione al pubblico orientate all’equità salariale;
  • incoraggino i loro governi affinché ratifichino le convenzioni dell’O.I.T. e sorveglino perché i principi enunciati, in tali convenzioni, siano applicati;
  • apportino il loro sostegno ad altre Associazioni infermieristiche nazionali che, a loro volta, cercano di influenzare i loro governi per ratificare le convenzioni che riguardano l’O.I.T..

Le informazioni di base
La vita di una nazione dipende dalla salute dei suoi cittadini in generale e dei lavoratori in particolare.

Il diritto di accesso all’assistenza sanitaria è un diritto riconosciuto a livello internazionale che dipende in larga misura dalla disponibilità di personale sanitario presente in numero sufficiente, con una adeguata formazione e dalla capacità dei servizi sanitari di mantenere in attività ciascuno degli operatori.

La libertà di associazione, il diritto di negoziazione in materia di impiego e di condizioni di lavoro sono riconosciuti, a livello internazionale, dalla Dichiarazione di Filadelfia dell’Organizzazione internazionale del lavoro (O.I.T.) e dalle sue convenzioni (per esempio, le convenzioni n.100 e n.111) e ancora più precisamente, dalla convenzione n.149 riguardante il personale infermieristico.

Le modalità di remunerazione attuali dipendono spesso dal sesso dell’individuo e non dal valore del suo lavoro per la società. La sottovalutazione dell’importante ruolo che gli infermieri svolgono nell’ambito sanitario, associata ad una generica discriminazione contro le donne, si traduce, per le infermiere, in condizioni economiche e sociali deboli. Un numero crescente di studi hanno documentato questa discriminazione nell’ambito della professione infermieristica. Grazie alle informazioni ora disponibili ed alla sensibilizzazione dell’opinione su questi problemi, nelle realtà più difficili, stanno per essere introdotte politiche e misure pratiche progettate per garantire l’uguaglianza tra i sessi.

Le ricerche indicano che sul 75% dei posti e dei livelli si opera una disparità per il sesso1. L’O.I.T. ha riconosciuto che il valore relativo e il livello di remunerazione associati ad un dato impiego sembrano diversi se riguardano le donne o gli uomini. Infatti gli studi sul valore comparato hanno dimostrato che, in media, gli impieghi nei quali le donne occupano un posto preponderante sono remunerati il 15% in meno rispetto alla remunerazione destinata agli uomini a fronte di livelli di competenza, di impegno e di responsabilità simili2.

Una volta consolidata nel tempo, è raro che la disomogenea articolazione tra stipendi e differenti impieghi muti senza azioni deliberate. L’equità, in tema di salario, deve essere incoraggiata in tutti i paesi del mondo.

Un numero elevato di sistemi di valutazione del lavoro sono influenzati dalle considerazioni legate al sesso dei lavoratori e non sono in grado di comprendere e valorizzare l’attività delle infermiere e di altre lavoratrici perpetuando, in questo modo, le disuguaglianze nei salari. Una recente inchiesta ha confermato che le infermiere erano sotto pagate perché le valutazioni di cui sono state oggetto non hanno considerato le competenze richieste per svolgere la loro attività concependole come qualità intrinseche all’essere donna3, 4. E’ importante che la professione infermieristica definisca la natura della sua attività e partecipi alla realizzazione di strumenti di valutazione pertinenti.

Posizione adottata nel 1999 ed aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

·  Le modalità per trattenere al lavoro gli infermieri ed evitare i trasferimenti internazionali

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

·  Gli abusi e le violenze rivolti agli infermieri

·  Il lavoro a tempo parziale

·  Gli infermieri e il lavoro articolato per turni.

 

Le modalità per trattenere al lavoro gli infermieri ed evitare i trasferimenti internazionali

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le sue Associazioni membri credono fermamente che la qualità dei servizi dipende direttamente dalla presenza di personale infermieristico qualificato.

L’I.C.N. riconosce il diritto individuale degli infermieri di trasferirsi, ma riconosce ugualmente l’effetto negativo che i trasferimenti internazionali possono avere sulla qualità dell’assistenza sanitaria.

L’I.C.N. condanna la pratica che porta ad assumere infermieri nei paesi in cui le autorità non hanno definito il fabbisogno di risorse umane evitando di risolvere i problemi che conducono gli infermieri ad abbandonare la professione senza possibilità di rientro.

Sulla base di quanto sopra esposto, l’I.C.N.:

  • intende diffondere le informazioni riguardanti i bisogni e le disponibilità di personale infermieristico nonché lo sviluppo di piani di carriera soddisfacenti;
  • offre possibilità di formazione sulla negoziazione e sulle questioni riguardanti il benessere economico e sociale;
  • diffonde i dati inerenti al lavoro infermieristico in tutti i paesi del mondo;
  • adotta misure adeguate per contribuire a ridurre gli effetti più negativi derivanti dalla carenza e dalla inefficiente gestione del personale infermieristico;
  • incoraggia l’adesione, a livello nazionale, alla norme del lavoro predisposte in ambito internazionale;
  • condanna l’assunzione di infermieri come mezzo per risolvere le carenze dovute a scioperi;
  • si impegna in favore di sistemi che regolano i trasferimenti, in modo trasparente, riconoscendo che un certo livello di controllo è necessario per assicurare servizi sicuri per gli assistiti;
  • propone un approccio transculturale alla pratica infermieristica;
  • promuove l’introduzione di facilitazioni anche per gli infermieri pensionati che intendono rientrare in attività.

Le Associazioni nazionali infermieristiche possono:

  • incoraggiare le autorità competenti ad adottare una pianificazione corretta per quanto concerne la professione infermieristica;
  • partecipare alla messa a punto di politiche nazionali efficaci in materia di immigrazione ed emigrazione degli infermieri;
  • promuovere la revisione dei programmi formativi infermieristici inerenti agli aspetti amministrativi e gestionali mettendo l’accento sulla leadership infermieristica;
  • diffondere l’informazione sulle condizioni di lavoro infermieristico;
  • dissuadere gli infermieri a cercare lavoro in altri paesi in cui i salari e le condizioni non sono accettati dagli infermieri e dalle Associazioni professionali locali;
  • assicurarsi che gli infermieri stranieri godano di condizioni di lavoro uguali a quelle di cui beneficiano gli infermieri del paese ospitante facendo appello allo stesso livello di competenze che implicano i medesimi doveri e le medesime responsabilità;
  • assicurarsi che non vi siano distinzioni tra infermieri stranieri provenienti da paesi diversi;
  • controllare le attività delle agenzie che gestiscono le assunzioni;
  • offrire servizi di consulenza non solo per aiutare i singoli infermieri ad interpretare i contratti proposti, ma anche a supportare gli infermi stranieri nel far fronte a problemi di tipo personale e professionale impegnandosi, per esempio, contro il razzismo istituzionale, contro le violenze e la discriminazione sessuale;
  • guidare gli infermieri stranieri per tutte le questioni inerenti ai valori culturali, sociali e politici, il sistema sanitario e la lingua nazionale del paese ospitante;
  • far comprendere agli infermieri che i diplomi, acquisiti in un dato paese, potrebbero non essere riconosciuti in un altro;
  • aiutare gli infermieri a superare i problemi che possono incontrare in un quadro di migrazione internazionale o di rimpatrio.

Le informazioni generali
La maggior parte degli stati membri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità segnala la carenza e l’inefficiente gestione degli infermieri.

I vincoli economici hanno obbligato alcuni governi a chiudere dei centri sanitari nonostante il crescente bisogno di servizi e creando disoccupazione tra gli infermieri.

Le modalità utilizzate in materia di gestione e di remunerazione influenzano grandemente la carenza di personale, in particolare nelle istituzioni sanitarie.

In numerosi paesi, i piani di carriera per gli infermieri sono inadeguati. Alcuni governi non hanno provveduto ad affrontare i problemi, nonostante siano stati chiaramente identificati, come gli orari di lavoro, la formazione continua, i programmi di reintegrazione.

Vaste campagne di assunzioni di infermieri stranieri sono state lanciate da alcuni governi e da alcune agenzie private. Queste campagne hanno l’effetto di ritardare, a livello locale, l’adozione di misure efficaci che permettano di migliorare l’assunzione e il mantenimento in servizio degli infermieri unitamente alla pianificazione, a lungo termine, delle risorse umane.

Alcune agenzie che si occupano di assunzioni usano metodi poco etici impedendo agli infermieri di prendere decisioni in piena consapevolezza.

Si può osservare che trattamenti discriminatori per quanto concerne il salario o le condizioni di lavoro, per esempio, esistono tra infermieri del paese, infermieri stranieri e tra gli stessi stranieri provenienti da paesi diversi. Il riconoscimento internazionale dei diplomi infermieristici e dei programmi di studi non è ancora totalmente assicurato. Tutto questo può costituire una fonte di frustrazione per gli infermieri che scelgono di emigrare per lavoro o per studio.

L’immigrazione o il rimpatrio possono tradursi con la perdita di alcuni benefici o prestazioni (per esempio, il trattamento pensionistico o l’anzianità) e gli infermieri assunti possono ignorare queste conseguenze.

Posizione adottata nel 1999.

Prese di posizioni attinenti:

·  Gli abusi e le violenze rivolti agli infermieri

·  Il benessere socioeconomico degli infermieri

·  L’utilizzo dello sciopero.

 

Il lavoro a tempo parziale

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le sue Associazioni membri denunciano fermamente la proliferazione di impieghi a tempo parziale per infermieri che sono unicamente motivati da misure tese al contenimento dei costi, senza tenere conto degli effetti indotti sulla qualità dei servizi forniti e sullo sviluppo professionale del singolo infermiere. L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali si oppongono a queste soluzioni volte a ridurre i costi delle prestazioni, dovuti ai salari, sostituendo gli infermieri che lavorano a tempo pieno con altri che lavorano a tempo parziale o con contratti a tempo determinato.

L’I.C.N. è estremamente favorevole all’applicazione del principio di uguaglianza dei salari (benefici inclusi) a fronte del medesimo lavoro sia per chi è impiegato a tempo pieno sia per coloro che sono impiegati a tempo parziale2 3 . L’I.C.N. difende il diritto degli infermieri a lavorare a tempo pieno o a parziale in condizioni di equità.
L’I.C.N. continuerà a :

  • promuovere la qualità della vita professionale degli infermieri,
  • difendere il diritto dei lavoratori a tempo parziale di avere condizioni di lavoro e opportunità di sviluppo professionale eque,
  • identificare le tendenze aventi un impatto negativo sulla continuità e qualità dell’assistenza infermieristica,
  • esortare le Associazioni nazionali infermieristiche affinché sorveglino l’impatto del lavoro, svolto da infermieri aventi il contratto a tempo parziale, sulla continuità e qualità dell’assistenza infermieristica, unitamente ai risultati dal punto di vista dei malati,
  • sottolineare la necessità, per le Associazioni nazionali infermieristiche, di valutare i vantaggi del lavoro svolto con contratto a tempo pieno rispetto a quello a tempo parziale, per i servizi sanitari e per i professionisti stessi.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche devono fornire informazioni e negoziare le modalità che permettono di ottimizzare il tempo parziale nei differenti ambiti di lavoro nei servizi sanitari.

Le Associazioni nazionali infermieristiche devono attivamente negoziare, sostenere e difendere le condizioni di lavoro qui indicate:

  • il carattere volontario dell’eventuale decisione di optare per il lavoro a tempo parziale,
  • le procedure concertate rivolte a riprendere il tempo pieno, se questo è desiderato,
  • il salario, le condizioni di lavoro ed i benefici equivalenti a quelli offerti per il lavoro a tempo pieno,
  • le medesime opportunità in materia di sviluppo di carriera e sviluppo professionale per gli infermieri a tempo parziale,
  • la necessità di assicurare un equilibrio tra gli infermieri a tempo parziale e quelli a tempo pieno per garantire la continuità e la qualità dell’assistenza infermieristica,
  • la sicurezza dell’impiego.



Le informazioni di base
I datori di lavoro, come gli infermieri, considerano favorevolmente l’impiego a tempo parziale. E’ spesso accolto con soddisfazione dagli infermieri e lo si considera indice di soddisfazione professionale e personale. Il lavoro a tempo parziale è inoltre considerato un mezzo per avviare e mantenere la flessibilità.

L’introduzione del lavoro a tempo parziale non dovrebbe determinare conseguenze negative. Può in effetti compromettere le condizioni di lavoro per gli infermieri che hanno scelto il tempo pieno se le due condizioni non sono adeguatamente gestite. Il potere di negoziazione del personale a tempo pieno diminuisce nella misura in cui si riduce il loro numero.

I lavoratori a tempo parziale sono spesso meno protetti dalla legislazione e dalle diverse regolamentazioni in termini di salario, copertura sociale, sicurezza dell’impiego, accessi ai fondi pensioni, educazione continua e promozione.

L’I.C.N. è cosciente del fatto che l’impiego degli infermieri a tempo parziale può influenzare in modo negativo la continuità e la qualità dell’assistenza infermieristica e ritiene importante mantenere un equilibrio tra il personale a tempo pieno e quello a tempo parziale. Questa questione deve essere tenuta in considerazione quando si assegnano gli infermieri ai diversi servizi.

L’I.C.N. ha, come obiettivo, l’aiuto alle Associazioni nazionali infermieristiche per migliorare le norme dell’assistenza infermieristica, la competenza degli infermieri e la situazione professionale, sociale ed economica degli infermieri.

Posizione adottata nel 1995 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  Le modalità per trattenere al lavoro ed evitare i trasferimenti degli infermieri

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

 

L’impatto dell’AIDS sull’attività degli infermieri e delle ostetriche

La presa di posizione dell’I.C.N.
Occorre ridurre al più basso livello possibile il rischio degli infermieri di contrarre l’AIDS assistendo i malati affetti da questa patologia. Devono essere adottate misure per prevenire, nei luoghi di lavoro, la propagazione dell’AIDS e di altre patologie attraverso la via ematica, soprattutto riducendo le ferite provocate da aghi di siringa e da altri strumenti taglienti.

I datori di lavoro, le Associazioni nazionali infermieristiche e delle ostetriche hanno una precisa responsabilità nell’assicurare, agli infermieri e alle ostetriche, di poter lavorare in modo sicuro. In particolare risultano utili le seguenti iniziative:

  • l’accesso all’informazione sulla prevenzione dell’AIDS e delle infezioni trasmesse per via ematica, come le epatiti B e C;
  • l’accesso alle direttive, ai protocolli concernenti l’esposizione professionale all’AIDS e alle epatiti B e C, come ad altre patologie che possono essere contratte nei luoghi di lavoro;
  • un ambiente di lavoro sicuro con mezzi di protezione sufficienti ed idonei;
  • assistenza e controlli appropriati nel caso di esposizione, soprattutto un primo aiuto e una documentazione immediata;
  • coloro che sono sieropositivi, indipendentemente dal modo in cui si sono infettati, devono aver accesso ad un supporto psicologico e devono essere autorizzati a lavorare svolgendo attività, nel caso in cui si rendesse necessario, meno impegnative, per ridurre i rischio per i pazienti o per gli infermieri;
  • coloro che sono sieropositivi non devono subire discriminazioni nell’ottenere un lavoro e un alloggio.

Le informazioni di base
L’AIDS è una questione di sanità pubblica che riguarda un’ampia gamma di aspetti individuali e sociali in rapporto alla protezione, prevenzione della trasmissione e assistenza, in particolare per gli infermieri e le ostetriche che assistono persone affette da AIDS.

La messa all’indice (stigmatizzazione) a causa dell’AIDS, il lungo periodo di incubazione della malattia, sapere se l’infezione è dovuta a comportamenti a rischio (per es.: trasmissione sessuale) o ad esposizione professionale, non fa comprendere la complessità del problema AIDS nei luoghi di lavoro.

L’emergenza largamente diffusa per altre malattie infettive, come la tubercolosi, le epatiti B e C, ha fatto crescere il rischio di esposizione professione per gli infermieri e le ostetriche. Questo rende necessaria la disponibilità di mezzi appropriati per la protezione, così come il ricorso costante alle precauzioni universali.

Tra le misure preventive che devono essere prese, si cita:

  • il rispetto delle precauzioni universali,
  • la disponibilità e l’utilizzo razionale dei mezzi di protezione personale,
  • evitare iniezioni, attività di laboratorio ed episiotomie quando non sono necessarie,
  • il trasporto adeguato di siringhe, campioni di sangue, rifiuti e biancheria sporca,
  • la creazione di ambienti di lavoro meno stressanti per gli infermieri e le ostetriche.

L’intensa assistenza che le persone affette da AIDS richiedono, costituisce un rischio reale e percepito come aspetto stressante nell’ambiente lavorativo. Può inoltre avere un impatto negativo sulla professione provocando condizioni di burnout e l’abbandono dell’attività. Anche questo aspetto ha influito sulla carenza di infermieri e di ostetriche incidendo negativamente sulla qualità dell’assistenza. I provvedimenti destinati ad affrontare lo stress ed altre questioni (esaurimento, stanchezza) dovrebbero essere considerati nell’ambito della gestione dei sistemi sanitari.

L’incidenza sul lavoro non è ancora stabilita in modo molto chiaro mancando dati basati sulla ricerca, come studi longitudinali sull’esposizione all’AIDS nei luoghi di lavoro, sulle ferite e imbrattamenti dovuti all’uso di siringhe o altri taglienti non segnalati.

Posizione adottata nel 1995 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  La sindrome da immunodeficienza acquisita

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  La riduzione dei rischi per la salute derivanti dall’ambiente e dagli stili di vita

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

 

L’assistenza infermieristica e lo sviluppo

La presa di posizione dell’I.C.N.
Impegnato sostenitore di uno sviluppo durevole in favore di comunità sane, l’I.C.N. collabora, in modo particolare, con le organizzazioni incaricate dell’assistenza sanitaria ed infermieristica per identificare i bisogni sanitari delle popolazioni esposte. A livello strategico, l’I.C.N. promuove l’azione degli infermieri per definire e perseguire obiettivi che tengano conto dei bisogni locali, delle condizioni socio-politiche, demografiche ed economiche unitamente ai diversi contesti culturali.

L’I.C.N. investe le sue risorse per produrre i maggiori benefici possibili per l’ambito sanitario e per lo sviluppo dell’assistenza sanitaria ed infermieristica. Apporta il suo sostegno ad iniziative locali rivolte al miglioramento dei sistemi sanitari con particolare attenzione ai trattamenti equi e sicuri. Per quanto concerne l’assistenza infermieristica, l’I.C.N. mette l’accento sul sostegno da dare alle Associazioni nazionali infermieristiche per aumentare la loro indipendenza e migliorare la loro capacità di aiuto.

L’I.C.N. propone, per lo sviluppo, un approccio “a cascata”, in base al quale l’aiuto fornito costituirà il riferimento per un’ulteriore azione rivolta ad altri. Tutto questo implica ugualmente l’assunzione di responsabilità e la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo locale in un quadro che insiste sui principi di giustizia, equità, non discriminazione, trasparenza e flessibilità.

L’I.C.N. è favorevole a politiche e strategie di sviluppo che:

  • consentano la crescita di risorse e, nel contempo, assicurino una prosperità adeguata in grado di migliorare la salute e il benessere, di risolvere le iniquità in materia sanitaria e di fornire un accesso alle cure e all’assistenza a tutte le persone che ne hanno bisogno;
  • rinforzino la capacità delle donne e dei bambini nel controllare le loro condizioni di vita;
  • incoraggino la collaborazione interdisciplinare e intersettoriale;
  • proteggano l’ambiente naturale;
  • appoggino lo sviluppo di infrastrutture nell’ambito sanitario;
  • portino i gruppi ad aiutarsi al loro interno, attraverso le risorse disponibili, e ad aiutare altri gruppi.

Le informazioni di base
La visione dell’I.C.N. è di un mondo sano dove l’accesso all’assistenza sanitaria è un diritto fondamentale della persona. L’I.C.N. lavora con i governi e le organizzazioni nazionali ed internazionali per aiutare le popolazioni a raggiungere un livello che permetta loro di condurre una vita produttiva dal punto di vista sociale ed economico.

L’I.C.N. vede lo sviluppo come un progresso volto a creare le condizioni che consentano alle popolazioni di rispondere ai bisogni del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro necessità1 . Secondo l’I.C.N. lo sviluppo durevole consiste nel creare un contesto nel quale i gruppi sociali e gli individui hanno accesso alle risorse e alle opportunità, esercitano i loro diritti realizzando infrastrutture rivolte alla promozione di comunità sane.

Il sostegno alla professione infermieristica è essenziale per migliorare la salute in tutti i paesi. Adempiendo il suo mandato che consiste nel rappresentare gli infermieri nel mondo, nel promuovere la professione ed influenzare positivamente le politiche sanitarie, l’I.C.N. si impegna a fare in modo che, per una buona riuscita, i suoi programmi e le sue iniziative si fondino su una leadership rivolta all’integrazione, alla collaborazione e alla flessibilità.

Posizione adottata nel 2000.

 

Gli infermieri e il lavoro articolato per turni

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. riconosce che un numero elevato di servizi infermieristici deve essere accessibile 24 ore su 24. Questo rende necessaria l’articolazione della presenza infermieristica su diversi turni di lavoro. Parallelamente l’I.C.N. è particolarmente preoccupato poiché questo tipo di lavoro può avere un impatto negativo sulla salute del singolo infermiere, del suo gruppo di riferimento e sulla continuità dell’assistenza. Si tratta di altrettanti parametri che interessano i servizi forniti.

L’I.C.N. ritiene che l’articolazione delle presenze, secondo una turnistica prefissata, deve assolutamente prendere in considerazione le implicazioni riguardanti la vita professionale, unitamente a quanto di seguito specificato:

  • i bisogni dei pazienti,
  • il numero di infermieri necessari per rispondere ai bisogni dei pazienti o della comunità,
  • i bisogni personali degli infermieri,
  • le disposizioni della legge e/o gli accordi o contratti collettivi.

L’I.C.N. promuove la realizzazione di nuovi modelli di lavoro, considerando un periodo di prova di almeno sei mesi, per potere intraprendere una valutazione approfondita del processo considerato. E’ necessario aiutare gli infermieri a prendere coscienza delle implicazioni riguardanti la salute e la professione, stante i diversi sistemi di turistica, per poter contribuire ad un miglioramento delle politiche riguardanti la gestione del personale.

L’I.C.N. è fermamente impegnato a:

  • identificare le tendenze riguardanti la gestione dei turni di lavoro;
  • diffondere presso le Associazioni nazionali infermieristiche, membri dell’I.C.N., le informazioni riguardanti gli effetti dei turni di lavoro e le strategie possibili, integrandole nei programmi di formazione e di orientamento;
  • ottenere il riconoscimento dei rischi professionali derivanti dai turni;
  • aiutare le Associazioni nazionali infermieristiche a prepararsi per le negoziazioni riguardanti questa organizzazione del lavoro.

Le Associazioni nazionali infermieristiche devono negoziare e sostenere delle condizioni di lavoro adeguate per gli infermieri turnisti. Ad esempio:

  • programmazione dei turni prevedendo periodi di riposo alternati alle presenze,
  • effettivo adeguamento del numero degli infermieri,
  • accesso ai servizi che si occupano della salute dei lavoratori,
  • programmi per la riduzione dello stress,
  • accesso alla formazione continua,
  • accesso ai servizi per l’infanzia,
  • mezzi di trasporto sicuri,
  • accesso alla mensa,
  • uso di divise,
  • protezione contro tutte le pratiche discriminanti.

Le informazioni di base
La natura stessa del lavoro infermieristico implica la presenza 24 ore su 24, attraverso turni di lavoro. Questo tipo di organizzazione esige che gli infermieri trovino modalità di adattamento fisico, psicologico e sociale.

L’effettuazione dei turni di lavoro possono, a volte, essere richiesti dagli infermieri per poter aumentare il loro stipendio. Tuttavia, in genere, si possono rilevare particolari sofferenze in infermieri che lavorano, con questa organizzazione, in ambienti complessi e in situazioni nelle quali l’aspetto relazionale è particolarmente importante. I turni effettuati nel periodo serale e notturno generalmente vedono la presenza di un numero inferiore di personale e gli infermieri hanno difficoltà, in queste fasce orarie, nell’utilizzo di mezzi di trasporto sicuri e di altri comfort elementari come può essere alimentarsi con cibi caldi. Lo stress dovuto ai turni accresce l’assenteismo e la rotazione del personale influenzando la qualità dell’assistenza infermieristica.

Dal lavoro organizzato per turni derivano disturbi del sonno, disturbi digestivi, affaticamento, a volte anche problemi di alcolismo, compresa l’insoddisfazione per la propria salute psicologica e per il proprio lavoro. Gli infermieri che effettuano i turni dovrebbero avere maggiori agevolazioni nell’usufruire di permessi e di periodi di malattia in quanto, normalmente, accusano disturbi più seri rispetto al personale che lavora unicamente durante il giorno.

La remunerazione per questi lavoratori turnisti non tiene conto a sufficienza dei rischi per la salute. Tra i diversi approcci attuati per ridurre gli effetti negativi, si possono citare:

  • l’utilizzo di turni individualizzati,
  • la riduzione del numero di ore effettuate settimanalmente nelle fasce orarie serali e notturne,
  • la realizzazione di programmi formativi centrati su queste problematiche.

L’assegnazione degli infermieri nei diversi turni di lavoro definisce l’effettiva dotazione organica del servizio. Il gruppo infermieristico così composto determina un insieme articolato di operatori con livelli e competenze professionali diversi. Questa combinazione influenza necessariamente la qualità dell’assistenza infermieristica fornita, come l’organizzazione per turni influenzerà la fatica fisica e mentale che gli infermieri dovranno affrontare.

Posizione adottata nel 1995 e aggiornata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Gli abusi e le violenze contro il personale infermieristico

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito del lavoro.

Pubblicazioni dell’I.C.N.:

·  Direttive sulla sicurezza del lavoro infermieristico, Ginevra, I.C.N., 1989

·  Gli infermieri: salute e sicurezza, Ginevra, I.C.N., 1989

·  Direttive sulle leggi applicabili nei luoghi di lavoro, Ginevra, I.C.N., 1991.

 

L’utilizzo dello sciopero

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. ritiene indispensabile che gli infermieri abbiano diritto ad una remunerazione giusta e a condizioni di lavoro accettabili e sicure. Essendo lavoratori, gli infermieri hanno il diritto di costituire sindacati, negoziare collettivamente con i datori di lavoro e fare sciopero1. Scioperare costituisce l’ultima misura alla quale ricorrere e deve essere adottata solo quando tutte le altre modalità possibili per pervenire ad un accordo sono state esplorate, ma senza successo. L’I.C.N. definisce lo sciopero come la sospensione delle attività o il rifiuto a continuare a lavorare, con lo scopo di ottenere condizioni di lavoro che non possono essere conseguite mediante la negoziazione.

Un’azione rivendicativa concreta2 è compatibile con la continuità dei servizi in quanto quelli essenziali sono sempre assicurati. L’abbandono dei malati è incompatibile con l’obiettivo e la filosofia dell’assistenza infermieristica e delle organizzazioni professionali che si riferiscono al Codice deontologico dell’I.C.N.

Durante uno sciopero, viene garantire un servizio pubblico ridotto.

Si rispetteranno ugualmente i seguenti principi:

  • continuare a fornire i servizi infermieristici essenziali ad un numero ridotto di pazienti;
  • assicurare gli interventi infermieristici nel caso in cui si verifichino delle emergenze;
  • assicurare un servizio infermieristico continuo nei casi in cui le persone assistite non siano in grado di provvedere a se stesse;
  • assicurare l’erogazione dei servizi infermieristici indispensabili per sostenere le procedure terapeutiche che, qualora interrotte, potrebbero mettere a repentaglio la vita dei malati;
  • mantenere un numero di presenze per assicurare le procedure diagnostiche urgenti necessarie a valutare le situazioni in cui la vita potrebbe essere messa a repentaglio;
  • rispettare la legislazione nazionale e regionale che riguarda l’effettuazione dello sciopero.

Il diritto degli infermieri di fare sciopero, nei casi di rottura delle trattative, può essere limitato unicamente se è un meccanismo non collegato ai metodi della negoziazione3.

Le Associazioni nazionali infermieristiche sono organizzazioni sociali responsabili e devono elaborare dei programmi di formazione che preparino adeguatamente i rappresentanti, i responsabili infermieristici e il personale infermieristico nel suo complesso per utilizzare, in modo adeguato, i diversi metodi della negoziazione (conciliazione, confronto, negoziazione collettiva) per affrontare i problemi relativi al rapporto di lavoro4.

Gli infermieri, a livello individuale, dovrebbero mantenere contatti con le loro Associazioni nazionali infermieristiche affinché le politiche e le decisioni adottate siano reali e coerenti con la pratica quotidiana.

L’I.C.N. apporta un sostegno tecnico alle Associazioni nazionali infermieristiche che trattano di questioni sindacali. Incoraggia l’Organizzazione Internazionale del Lavoro ad influenzare positivamente le politiche nazionali. Le Associazioni infermieristiche, come altre associazioni professionali e/o sindacali, sono interessate all’utilizzo dello sciopero nel settore sanitario. Esse devono realizzare politiche dinamiche e preventive affinché le strutture che orientano le attitudini e i comportamenti dei loro membri siano in grado di affrontare tali situazioni. Nello stesso tempo, devono proiettarsi nel futuro e agire in modo determinato per migliorare le condizioni di impiego e di lavoro degli infermieri, prima quindi che lo sciopero diventi necessario. E’ opportuno procedere con la valutazioni degli scioperi avvenuti (soprattutto dal punto di vista della responsabilità delle parti interessate) per trarne insegnamenti e migliorare le future negoziazioni.

L’I.C.N. condanna tutte le forme di discriminazione contro gli organizzatori dei movimenti per lo sciopero, nel momento in cui tutte gli aspetti legali previsti sono stati rispettati.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche riconoscono la forza potenziale che possono rappresentare, durante le negoziazioni dei lavoratori con i datori di lavori pubblici e privati, le collaborazioni interdisciplinari nell’ambito dei settori sociali e sanitari.

L’I.C.N. e le Associazioni nazionali infermieristiche si oppongono all’utilizzo di lavoratori che non si astengono dal lavoro, in sostituzione di coloro che hanno scelto di scioperare in quanto viene così indebolita la pressione esercitata per stabilire un dialogo sociale credibile.

Le informazioni di base
Le responsabilità fondamentali dell’infermiere sono promuovere la salute, prevenire la malattia, ristabilire la salute e alleviare la sofferenza5. In certi casi, gli infermieri possono trovarsi nelle condizioni di dover scioperare poiché non viene garantita l’erogazione di servizi di qualità attraverso personale qualificato.

Il dialogo sociale è sicuramente considerato il mezzo principale per risolvere i problemi professionali che insorgono nei luoghi di lavoro. I lavoratori possono utilizzare lo sciopero quando la negoziazione con il datore di lavoro risulta insoddisfacente, interrotta o rifiutata. Nel caso in cui i problemi riguardanti la qualità del lavoro e le competenze economiche risultino particolarmente gravi tanto da prospettare, sul lungo periodo, il mancato rispetto di livelli qualitativamente validi nell’assistenza infermieristica, gli infermieri possono scegliere di scioperare per provocare i cambiamenti necessari. In situazioni estreme, gli scioperi hanno prodotto un dibattito nell’opinione pubblica e nella professione stessa.

Nel passato, per iniziare un dialogo sociale, per migliorare la qualità dell’assistenza e la qualità delle condizioni di lavoro degli infermieri e degli operatori della sanità in generale, i sindacati delle professioni sanitarie sono ricorsi, con successo, allo sciopero mantenendo i servizi essenziali.

E’ possibile ricorre a diverse modalità per attuare uno sciopero. “Scioperi limitati”6 hanno avuto impatti decisivi nel fare avanzare negoziazioni che da mesi turbavano il regolare svolgimento dell’attività infermieristica. In alcuni casi, anche scioperi simbolici della durata, per esempio, di un’ora, sono stati sufficienti per riavviare le trattative e il dialogo sociale. Come misura iniziale o complementare, lo sciopero può limitarsi all’annullamento di tutti gli interventi elettivi o al rifiuto di svolgere attività non infermieristiche, come attività domestiche, amministrative e di trasporto.

Il processo di negoziazione e lo sciopero devono essere valutati dai diversi punti di vista e sulla base dei risultati raggiunti, con particolare riguardo alle ricadute su tutte le parti coinvolte e alle conseguenze sociali, prevedendo supporti finanziari e psicologici destinati alle parti implicate, in ogni stadio dell’azione intrapresa.

Nel caso in cui venga decisa l’effettuazione di uno sciopero, la legislazione nazionale o regionale deve determinare le condizioni lavorative da garantire. I servizi essenziali sono spesso assicurati dalla turnazione delle équipes, dall’utilizzo di personale che lavora prevalentemente nei fine settimana con protocolli che sono comunemente accettati.

Posizione adottata nel 1999 e aggiornata nel 2004.

Presa di posizione attinente:

·  Il benessere socio-economico degli infermieri.

 

La corretta assunzione degli infermieri

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali membri sono pienamente convinti che la qualità dell’assistenza infermieristica sia direttamente collegata al numero di infermieri effettivamente presenti, nonché alla loro formazione qualificata. L’I.C.N. sottoscrive l’evidenza del legame esistente tra le buone condizioni di lavoro e i servizi di qualità.

L’I.C.N. riconosce il diritto di ogni infermiere a trasferirsi da un paese all’altro e conferma che le conseguenze potenzialmente positive dei servizi multiculturali e le opportunità di apprendimento sono favorite da questi trasferimenti. L’I.C.N. riconosce anche le conseguenze negative che possono verificarsi sulla qualità dei servizi in quei paesi che registrano una grave carenza di personale infermieristico.

L’I.C.N. condanna la pratica dell’assunzione di infermieri da paesi in cui le autorità non hanno pianificato le risorse umane, necessarie al settore sanitario, in modo razionale e non hanno seriamente tentato di risolvere i problemi che spingono gli infermieri a lasciare la loro professione ostacolandone il rientro.

L’I.C.N. denuncia le pratiche di assunzione eticamente non corrette che portano gli infermieri ad accettare responsabilità professionali e condizioni di lavoro incompatibili con le loro qualifiche, competenze ed esperienze.

L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali membri chiedono l’introduzione di un processo di assunzione regolare, fondato su principi etici, per orientare i processi decisionali e rinforzare le politiche di impiego dei governi, dei datori di lavoro e degli infermieri favorendo giuste e convenienti pratiche di assunzione e di mantenimento al lavoro.

Questi principi chiari comprendono i seguenti elementi:

  • L’efficacia della pianificazione e dello sviluppo delle risorse umane: le strategie di pianificazione e di sviluppo efficaci devono essere introdotte, esaminate regolarmente e mantenute per equilibrare la domanda e l’offerta di personale infermieristico. Queste strategie devono essere intraprese a livello locale e nazionale. Tuttavia la globalizzazione metterà in evidenza l’importanza anche di un livello internazionale per procedere alla pianificazione e sviluppo delle risorse umane. Una dimensione essenziale di tale sviluppo è la formazione continua. E’ necessario garantire che gli infermieri abbiano accesso ai programmi di aggiornamento e formazione continua.
  • Una regolamentazione infermieristica credibile: la legislazione in materia di assistenza infermieristica deve autorizzare l’organismo, deputato alla regolamentazione, a fissare standard formativi, di competenze e di esercizio riguardanti gli infermieri. Tali organismi devono garantire che le persone che rispondono a questi requisiti sono autorizzare ad esercitare come infermieri.
  • Il diritto al lavoro: l’assistenza infermieristica di qualità è direttamente collegata al numero di infermieri presenti. Gli infermieri che ricercano un lavoro in una data regione o in un dato paese dovrebbero essere informati delle offerte esistenti. Qualora fosse necessario, gli attori più significativi del settore sanitario (governi e professionisti) dovrebbero esaminare politiche che facilitino la partecipazione attiva degli infermieri.
  • Libertà di movimento: gli infermieri hanno il diritto di emigrare a condizione di rispettare i regolamenti riguardanti l’immigrazione e il lavoro (per esempio, i permessi di soggiorno) nei paesi ospitanti e quanto previsto dai paesi di origine (per esempio, pagamenti di imposta). Stante la presenza di popolazioni di pazienti sempre più multiculturali, un mezzo per sostenere servizi sanitari sensibili alle differenze culturali è proprio la creazione di équipe multiculturali.
  • Diritto alla uguaglianza: gli infermieri hanno diritto a trattamenti giusti riguardanti, ad esempio, le condizioni di lavoro, le promozioni e l’accesso alla formazione continua.
  • Assunzione in buona fede: gli infermieri hanno il diritto ad essere tutelati dal ricevere informazioni sbagliate o dal non riceverle affatto, da dichiarazioni ingannevoli e da tutte le forme di sfruttamento. Per esempio, le responsabilità descritte devono essere corrette, le agevolazioni, le assegnazioni e i premi devono essere specificati per iscritto; i diplomi devono essere autentici. L’accesso alle agevolazioni deve essere garantito con particolare riguardo agli alloggi, ai congedi e ai periodi di malattia.
  • Per un lavoro uguale, stipendio uguale: non dovrebbero esservi discriminazioni tra occupazioni diverse che richiedono però lo stesso livello di responsabilità, qualificazione, esperienza professionale, competenza. Allo stesso modo non dovrebbero esservi discriminazioni tra professionisti appartenenti allo stesso gruppo professionale con i medesimi livelli di responsabilità, qualificazione, esperienza professionale, competenza.
  • Accesso alle procedure di rimostranza: nel caso in cui i diritti, le agevolazioni contrattuali o acquisite, da parte degli infermieri, sono minacciati o non sono rispettati, deve essere predisposta una struttura adeguata per esaminare le rimostranze nei tempi previsti e a costi ragionevoli.
  • Sicurezza nei luoghi di lavoro: gli infermieri hanno diritto ad essere protetti contro gli incidenti sul lavoro e i rischi per la loro salute, soprattutto la violenza (es.: molestie sessuali). Devono essere informati dei rischi esistenti nei luoghi di lavoro. Devono essere predisposti meccanismi efficaci di prevenzione, di sorveglianza e di allerta. Devono inoltre essere stabilite procedure per interrompere le attività lavorative qualora si verificassero condizioni pericolose per la vita.
  • Qualità dell’orientamento e della supervisione: la qualità dell’assistenza, stante la complessità dell’attuale contesto, dipende dal sostegno ufficiale e informale delle infrastrutture che si occupano della supervisione. Gli infermieri hanno il diritto a ricevere un orientamento e una supervisione continui e costruttivi nel quadro delle loro funzioni.
  • Periodo di prova: i contratti di assunzione devono specificare l’esistenza del periodo di prova durante il quale i firmatari hanno il diritto di recedere il contratto senza penalità. Nei casi immigrazione internazionale, la responsabilità sui costi del rimpatrio deve essere stabilita chiaramente.
  • Libertà di associarsi: gli infermieri hanno il diritto di associarsi e di farsi rappresentare da associazioni professionali o da sindacati per difendere i loro diritti e la loro professionalità. Collaborazioni tra associazioni e sindacati nei paesi che assumono infermieri stranieri e i loro paesi di provenienza possono facilitare lo scambio di informazioni corrette e il sostegno di ambienti di lavoro professionalmente favorevoli.
  • Regolamentazione delle assunzioni: le agenzie (pubbliche o private) che provvedono alle assunzioni devono essere regolamentate così come devono essere stabiliti meccanismi per la sorveglianza (rendimento, quantità, tasso di successo, tasso di mantenimento in servizio, criteri di equità, soddisfazione degli utenti). Opportune misure disciplinari devono sanzionare le agenzie che non rispettano le procedure stabilite.

Questi principi costituiscono, a livello internazionale, la base per procedere ad assunzioni eticamente corrette. L’assunzione e il mantenimento degli infermieri in servizio sono diventati una priorità urgente e causa di crescenti spese. Gli attori principali del settore sanitario – pazienti, governi, datori di lavoro, gli infermieri, altri professionisti sanitari – beneficeranno dell’applicazione sistematica di questo quadro.

Contesto
La mobilità dei professionisti è importante sia per gli infermieri e le loro prospettive di carriera sia per la società perché consente alla professione di adattarsi ed affrontare i cambiamenti riguardanti i bisogni sanitari. In particolare consente agli infermieri di raggiungere obiettivi professionali personali e di contribuire allo sviluppo delle competenze della professione. Permette, inoltre, di affrontare i cambiamenti scientifici, tecnologici, sociali, politici ed economici modificando e sviluppando i ruoli, la composizione e la disponibilità di personale infermieristico per soddisfare i bisogni di salute identificati.

Attualmente un insieme di fattori causa la carenza di personale infermieristico (vedere schema). La situazione è pertanto caratterizzata da una domanda crescente e un’offerta ridotta: il risultato è l’esistenza di una concorrenza accresciuta per assumere gli infermieri disponibili sia all’interno del singolo paese sia tra paesi diversi. I trasferimenti da una nazione all’altra sono considerati dalle nazioni stesse o dalle strutture sanitarie come una strategia per risolvere la carenza, ma sul breve termine. Vi sono molte esperienze nei paesi industrializzati che assumono infermieri provenienti dai paesi in via di sviluppo, in genere presenti nella stessa area geografica. Questa tendenza, inoltre, non riguarda solo gli infermieri neoformati, ma anche gli studenti infermieri a tutti i livelli.

Un numero importante di infermieri che lavorano nei paesi in cui sono emigrati, avrebbero preferito rimanere nei loro paesi di origine, con le loro famiglie e i loro amici, in un contesto e una cultura a loro familiari. La qualità della vita professionale in alcuni paesi deve essere migliorata prima che i trasferimenti riducano drasticamente gli infermieri di questi stessi paesi. I governi e i lavoratori che si confrontano sulle cause di questa carenza devono tener conto dei fattori che determinano tale condizioni prima di avviare campagne di assunzioni “aggressive”.

In alcuni casi, gli agenti che provvedono alle assunzioni, senza alcun scrupolo, abusano della buona fede degli infermieri male informati. In risposta a carenze croniche (e spesso cicliche) alcuni servizi sanitari nazionali o organizzazioni sanitarie indipendenti hanno ottenuto la possibilità di assumere sia all’interno del proprio paese sia in paesi stranieri. Le agenzie private che operano a scopo di lucro sono le più implicate nell’assunzione di personale infermieristico. Recentemente i metodi di assunzione “aggressiva” a livello internazionale sono diventati i più frequenti. Queste modalità hanno l’obiettivo di effettuare un numero elevato di contratti, a volte riducendo le presenze in alcuni servizi sanitari particolari o assumendo un gran numero di infermieri neoformati in istituti che qualificano le persone individualmente. Al momento nessun organismo è stato designato per regolamentare o sorvegliare il contenuto dei contratti offerti. Gli infermieri possono essere assunti con condizioni fraudolenti o ingannati sulle condizioni di lavoro, sulla remunerazione e sulle agevolazioni possibili. Gli infermieri assunti in paesi diversi sono particolarmente vulnerabili e quindi possono subire sfruttamenti ed abusi; la difficoltà di verificare le condizioni di assunzione sono dovute a varie cause (distanza, lingue diverse, costi). La richiesta di disporre di un quadro di riferimento, eticamente corretto, per le procedure di assunzione è diventata sempre più pressante. I principi sottesi a questo quadro sono in linea con quelli ritenuti validi a livello nazionale e internazionale. La loro efficacia, validità e universalità nell’applicazione dipenderanno dalla volontà politica degli attori del settore sanitario e dai meccanismi di regolamentazione che saranno stabili per la loro applicazione e il conseguente controllo.

Schema : Fattori che determinano la crisi nell’assunzione e nel mantenimento in servizio del personale infermieristico.

Crescita della domanda

  • tempi di degenza ridotti, a seguito dell’uso delle moderne tecnologie e dei nuovi sistemi di finanziamento, che accentuano le necessità di personale poiché sono intensificate le cure e l’assistenza;
  • sostituzione delle cure e dell’assistenza ospedaliere con quelle ambulatoriali, domiciliari e nelle comunità producendo un mercato del lavoro che si sviluppa rapidamente per gli infermi fuori dai servizi ospedalieri;
  • invecchiamento della popolazione anziana con necessità di servizi di assistenza a lungo termine, di approcci multidisciplinari e di assistenza più intensiva;
  • aumento recente di centri e di programmi di formazione in assistenza infermieristica con conseguente domanda di aumento del personale insegnante;
  • numero crescente di specializzazioni;
  • espansione del settore privato;
  • numero crescente di opportunità per la creazione di imprese condotte da infermieri;
  • globalizzazione;
  • gli infermieri sono considerati con rispetto e godono di una stima maggiore e quindi sono scelti, dagli utenti, come prima “tappa” per l’ingresso nel sistema sanitario;
  • aumento delle opportunità per gli infermieri in ambiti diversi, come quello dell’amministrazione.

Offerta ridotta

  • numero ridotto di studenti;
  • prospettiva di carriera più varie per le donne;
  • “invecchiamento” degli infermieri in servizio;
  • “invecchiamento” del corpo insegnante;
  • elevato numero di studenti adulti con conseguente riduzioni degli anni che resteranno in servizio;
  • riduzione dei finanziamenti per le scuole infermieristiche e carico economico accresciuto per gli studenti;
  • decisioni, assunte anni prima, riguardanti la riduzione del numero di posti disponibili nelle scuole infermieristiche;
  • numero ridotto di infermieri interessati alla carriera o all’insegnamento;
  • obblighi familiari accresciuti (es.: assistenza ad un familiare anziano);
  • condizioni di lavoro mediocri, soprattutto per quanto riguarda la remunerazione;
  • migliori prospettive di carriera in settori diversi da quello sanitario, soprattutto migliori condizioni di lavoro ed economiche;
  • carenza di alloggi e di trasporti;
  • rischi per la salute;
  • esaurimento fisico e mentale degli infermieri;
  • sostegno inadeguato;
  • immagine mediocre delle prospettive professionali.

Posizione adottata nel 2001.

Prese di posizioni attinenti:

·  Le modalità per mantenere in servizio ed evitare il trasferimento degli infermieri

·  Il benessere socio-economico degli infermieri

·  Gli accordi commerciali internazionali.

 

La salute e la sicurezza degli infermieri nell’ambito lavorativo

La presa di posizione dell’I.C.N.
L’I.C.N. deplora la mancanza di legislazioni appropriate, a livello nazionale, riguardanti la salute e la sicurezza degli infermieri nei luoghi di lavoro. L’I.C.N. condanna l’inadeguatezza dei meccanismi che dovrebbero consentire ai lavoratori di partecipare alla sorveglianza e all’eliminazione dei rischi professionali. Deplora inoltre l’insufficienza delle risorse impegnate per assicurare i servizi rivolti alla protezione della sicurezza e della salute.

L’I.C.N. promuove l’elaborazione e la messa in atto di politiche e di strategie internazionali in grado di salvaguardare il diritto degli infermieri ad avere un ambiente di lavoro privo di rischi comprendendovi la formazione continua, le vaccinazioni, gli abbigliamenti adatti per la protezione. L’I.C.N. riafferma che il suo mandato consiste soprattutto nell’incoraggiare la ricerca in questo campo e a diffondere le informazioni pertinenti in modo regolare attraverso le Associazioni membri.

L’I.C.N. sostiene fermamente le diverse convenzioni dell’O.I.T. che trattano la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e ritiene che le Associazioni nazionali infermieristiche devono:

  • esortare i loro rispettivi governi a fare in modo che tutte le istituzioni sanitarie rispettino le disposizioni legislative riguardanti questi argomenti. A tale scopo le Associazioni potrebbero unirsi insieme e condurre decise azioni politiche.
  • lanciare o sostenere ricerche, nei loro paesi, sulla sicurezza e la pertinenza degli ambienti di lavoro degli infermieri considerando i comportamenti, le attitudini, le procedure e le attività a rischio;
  • sensibilizzare il personale infermieristico, i datori di lavoro, il pubblico sui rischi professionali esistenti in ambito sanitario comprendendo anche gli abusi e le violenze;
  • accrescere la presa di coscienza degli infermieri sui loro diritti (in quanto lavoratori) ad un ambiente di lavoro sano e privo di rischi e sui loro doveri per quanto attiene alla protezione della loro stessa sicurezza personale nonché quella degli altri;
  • convincere i governi e i datori di lavoro per adottare e mettere in atto tutte le misure necessarie per proteggere la salute e il benessere degli infermieri esposti nel loro ambiente di lavoro;
  • esortare i governi e i datori di lavoro per assicurare l’accesso del personale infermieristico, senza costi supplementari per il personale stesso, a misure di protezione (es.: abbigliamento, strumentazione);
  • incoraggiare gli infermieri a sottoporsi alle vaccinazioni;
  • cooperare con le autorità competenti per assicurare l’aggiornamento della lista delle malattie professionali e valutare periodicamente la pertinenza di questa lista per il personale infermieristico;
  • sostenere le domande di indennizzo, fatte dagli infermieri, in rapporto a malattie legate al lavoro;
  • raccogliere e diffondere l’informazione sull’incidenza di infortuni, ferite e malattie legate al lavoro e che affliggono gli infermieri;
  • collaborare con altre organizzazioni che sostengono il diritto del lavoratore ad un ambiente sano e privo di rischi;
  • riconoscere il collegamento importante che esiste tra lavoratori e le loro famiglie per l’elaborazione di politiche e di programmi, rispettosi delle diverse culture, in tema di salute e sicurezza sul lavoro;
  • apportare il loro sostegno al diritto degli infermieri di non essere intimiditi nell’esercizio delle loro funzioni di consiglieri nei confronti dei malati;
  • impegnarsi in favore della realizzazione di meccanismi di controllo adeguati, a tutti i livelli, per assicurare la attuazione appropriate delle politiche;
  • diffondere le informazioni riguardanti la rilevazione di nuovi rischi sui luoghi di lavoro:
  • diffondere le informazioni sul mancato rispetto, da parte dei datori di lavoro, della legislazione vigente su tale materia.

Le informazioni di base
L’I.C.N. riconosce il ruolo essenziale che hanno la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro sulla promozione della salute in generale. Riconosce inoltre la crescente esperienza che gli infermieri hanno accumulato in questo ambito unitamente a quella nei servizi sanitari che si rivolgono alla protezione della salute dei lavoratori.

L’I.C.N. sostiene il ruolo fondamentale, svolto dagli infermieri in questo ambito, nel rispondere ai bisogni di salute dei lavoratori. Richiede una remunerazione equa e possibilità di carriera adeguate per garantire il loro sviluppo professionale.

L’ambiente di lavoro dell’infermiere è spesso pericoloso per:

  • la contaminazione dovuta a rifiuti derivanti dalle attività umane ed industriali,
  • i rischi chimici, biologici, fisici, legati al rumore, alle radiazioni, al carattere ripetitivo del lavoro,
  • la tecnologia medica, soprattutto per l’insufficiente manutenzione o formazione sull’uso della tecnologia stessa,
  • la mancanza di abbigliamento e strumentazione adeguata per la protezione,
  • le aumentate sollecitazioni che creano, per l’infermiere, tensioni a livello emotivo, sociale, psicologico e spirituale,
  • gli incidenti per violenza, comprese le molestie sessuali,
  • i problemi derivanti dall’assunzione di posture ergonomicamente scorrette,
  • le allocazioni inadeguate di risorse umane e finanziarie,
  • l’isolamento.

L’assistenza infermieristica ai malati è influenzata dall’ambiente di lavoro sano e privo di rischi per il personale sanitario. L’I.C.N. rileva che la maggior parte dei governi non dispone di informazioni precise ed aggiornate sull’incidenza degli infortuni, lesioni e malattie riguardanti il personale infermieristico nonostante che, tali dati, dovrebbero essere alla base della formulazione delle politiche inerenti questo ambito. La mancanza di dati pertinenti è argomento di grande preoccupazione.

In alcuni paesi non esiste la legislazione sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. In altri esistono mezzi per la sorveglianza e meccanismi disciplinari appropriati, ma si rileva l’inosservanza dei datori di lavoro. In altri paesi ancora la legislazione esclude gli ospedali e altre istituzioni sanitarie da tali tutele

La Convenzione n.149 dell’O.I.T. sul personale infermieristico demanda agli Stati membri il miglioramento delle leggi e delle regolamentazioni esistenti su tale materia adattandole alla specificità del lavoro infermieristico e dell’ambiente in cui si esercita. Il capitolo IX della Raccomandazione n.157 sviluppa le misure considerate necessarie per garantire la salute e la sicurezza degli infermieri nei loro luoghi di lavoro.

Posizione adottata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Ridurre i danni per la salute legati all’ambiente e agli stili di vita

·  Il tabagismo e la salute.


 

 

 


La professione infermieristica

 

Le posizioni dell’I.C.N. 

 


 

Il governo della pratica infermieristica

La presa di posizione dell’I.C.N.
La professione infermieristica deve definire e pubblicare delle definizioni chiare relative al governo della sua pratica e ai ruoli che gli infermieri assumono. Le organizzazioni professionali nazionali devono definire, per l’assistenza infermieristica e per gli infermieri, ruoli compatibili con le definizioni accettate a livello internazionali, proposte dal Consiglio Internazionale delle Infermiere, stante i bisogni infermieristici e di salute dei loro paesi. Benché gli infermieri, attraverso i loro organismi professionali, sindacali e di regolamentazione, siano i primi responsabili di queste definizioni, del controllo e dell’evoluzione del loro ruolo e del governo della loro pratica, non devono trascurare i pareri delle altre componenti della società, nel momento in cui intendono contribuire alla formulazione di tali concezioni.

Il governo della pratica non si limita solo a compiti, a funzioni né a responsabilità specifiche. Include l’erogazione dell’assistenza diretta e lo sviluppo dei suoi risultati, la difesa degli interessi dei malati e della sanità in generale, la supervisione e la delega di alcuni atti, la direzione e la gestione, l’insegnamento, la ricerca, l’elaborazione di politiche sanitarie. Inoltre, essendo dinamico e sensibile all’evoluzione dei bisogni sanitari, ai progressi della conoscenza e della tecnologia, deve essere periodicamente aggiornato per rispondere ai bisogni esistenti e permettere il miglioramento dei risultati.

Le Associazioni infermieristiche nazionali devono appoggiare le leggi che riconoscono la natura specifica e autonoma della pratica infermieristica.

Contesto
Il governo della pratica è definito attraverso un quadro derivante dalla regolamentazione che consente di
conoscere i ruoli, le competenze (conoscenze, attitudini, comportamenti) e la responsabilità professionale dell’infermiere. La competenza infermieristica si fonda sulle conoscenze, a loro volta basate sulle prove di efficacia. Tuttavia la professione infermieristica collabora con altre professioni sanitarie con le quali coordina le proprie attività. In questo modo ha potuto sviluppare il suo corpo di conoscenze e di pratica distinto da altre professioni e, nel contempo, è con esse solidale. La pratica e la competenza dell’infermiere sono influenzate da diversi fattori come la formazione, l’esperienza, gli interessi personali e del contesto nel quale il professionista opera. Occorre pertanto che le definizioni di ruolo e del dominio della pratica riflettano la peculiarità dell’assistenza infermieristica tenendo conto della sua natura multidisciplinare ed interdisciplinare.

Gli infermieri devono disporre di una formazione di base e continua appropriata, di opportunità di miglioramento professionale durante l’intera carriera per esercitare, in modo competente, nell’ambito della loro pratica. La professione infermieristica deve assicurarsi che gli insegnamenti infermieristici e i dirigenti dei servizi infermieristici siano infermieri esperti che dispongono di tutte le qualifiche necessarie e che comprendono appieno le competenze e le condizioni richieste per erogare un’assistenza infermieristica qualificata nell’attuale contesto sanitario. Affinché la professione sia diretta efficacemente, le Associazioni nazionali infermieristiche devono vigilare in modo tale che gli infermieri acquisiscano le competenze necessarie per ricoprire ruoli dirigenziali a tutti i livelli del sistema sanitario. Le Associazioni devono inoltre fare in modo che gli infermieri partecipino attivamente alla pianificazione e alla gestione della formazione, dei servizi infermieristici, degli organismi di regolamentazione e di altre attività collegate alla salute.

Riferimenti

·  L’I.C.N. e la regolamentazione: verso i modelli del 21° secolo, Madden-Styles, M.e Affara, F.A., I.C.N., 1996.

Posizione adottata nel 1998 e aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

·  La protezione del titolo di “infermiere”

·  La gestione dell’assistenza infermieristica e dei servizi socio-sanitari.

Il personale ausiliario o di supporto

La presa di posizione dell’I.C.N.
Il ruolo, la preparazione, le norme e la pratica del personale ausiliario devono essere definiti, controllati e gestiti dagli infermieri. Considerando la natura del supporto fornito agli infermieri da questo personale, l’I.C.N. ritiene che:

  • le decisioni concernenti l’impiego del personale ausiliario devono tener conto dei fattori di qualità ed efficacia unitamente alle loro attribuzioni;
  • una regolamentazione appropriata deve essere adottata per assicurare alle persone assistite attività sicure e di qualità;
  • affinché il personale ausiliario operi in modo sicuro ed efficace, nell’ambito delle sue attribuzioni e con i limiti stabiliti dalla politica locale o nazionale, i compiti svolti da questo personale devono essere conformi alle norme fissate dalla professione infermieristica e posti sotto il controllo diretto o indiretto degli infermieri;
  • agli infermieri spetta l’incarico di assegnare a questo personale alcuni compiti e supervisionarne l’effettuazione;
  • devono esistere programmi destinati alla preparazione del personale di supporto per lo sviluppo delle competenze assegnate. Questi programmi non possono essere versioni edulcorate o semplificate del programma per la formazione infermieristica. Dovranno basarsi sui bisogni di apprendimento specifici di questo personale.

L’I.C.N. e le Associazioni infermieristiche nazionali hanno la responsabilità di promuovere modelli di pratica professionale che preparano, in modo appropriato, alla delega di compiti al personale di supporto. Inoltre i programmi formativi dovranno far apprendere agli infermieri le modalità più adeguate per assumersi responsabilità in materia di supervisione e di delega.

L’I.C.N. ritiene necessario che le Associazioni infermieristiche nazionali e le organizzazioni infermieristiche:

  • si assicurino che la professione infermieristica partecipi attivamente all’esame e alle prese di decisione concernenti i ruoli e le competenze richieste agli infermieri;
  • si interroghino sul modo in cui la professione infermieristica può agire;
  • giochino un ruolo decisivo nell’identificazione di compiti che possono essere assegnati al personale di supporto;
  • sorveglino sui cambiamenti che intervengono sulle politiche riguardante le risorse umane nel settore sanitario valutando l’impatto dei cambiamenti sulla pratica e l’erogazione dei servizi.

Le informazioni di base
I cambiamenti negli ambiti lavorativi e le responsabilità che gravano sugli infermieri sono aumentati in modo considerevole in tutto il mondo. Ciò è imputabile ai progressi nel campo delle scienze e delle tecnologie sanitarie, alle trasformazioni avvenute nei modelli di erogazione dei servizi ospedalieri e territoriali e nei cambiamenti intervenuti nel quadro generale demografico e delle malattie. Per rispettare pienamente l’impegno professionale nell’assistenza sanitaria, gli infermieri devono adattare ed applicare le loro competenze specifiche ai contesti socio-sanitari in costante evoluzione, senza perdere di vista il loro obiettivo finale che resta l’erogazione dell’assistenza infermieristica di qualità.

I cambiamenti intervenuti nel contesto socio-sanitario sono caratterizzati da una proliferazione di nuove categorie di operatori, a tutti i livelli, comprendendo il personale ausiliario destinato specificatamente a supportare l’attività infermieristica. Questa tendenza si traduce, per gli infermieri, in accresciute responsabilità, mantenendo fermo l’obiettivo di evitare la frammentazione dell’assistenza prestata alla persona.

Posizione adottata nel 2000.

Prese di posizioni attinenti:

·  Il governo della pratica infermieristica

·  La protezione del titolo di “infermiere”

·  La gestione dell’assistenza infermieristica e dei servizi socio-sanitari

·  Lo sviluppo delle risorse umane nell’ambito dell’assistenza sanitaria.

 

La protezione del titolo di “infermiere”

 

La presa di posizione dell’I.C.N.
Il titolo di “infermiere” deve essere protetto dalla legge. Deve essere applicato e utilizzato da personale legalmente autorizzato ad intervenire nella totalità del settore dell’assistenza infermieristica.

Contesto
Le persone che ricevono cure ed assistenza, come quelle che ricevono assistenza infermieristica, hanno il diritto di conoscere la qualifica degli operatori quindi, per quanto riguarda la professione infermieristica, se l’operatore è un infermiere qualificato. Riservare il titolo di “infermiere” alle persone che rispettano le normative esistenti consente al pubblico di distinguere tra gli infermieri qualificati e persone che, pur fornendo assistenza, non lo sono.

Le persone che usano, in modo legittimo, il titolo di “infermiere” sono individualmente responsabili dei loro atti. Devono rispettare le norme professionali e i codici deontologici. Gli infermieri devono essere informati dei diritti giuridici derivanti dall’utilizzo esclusivo del titolo e delle responsabilità derivanti dalla pratica.

L’uso illegale del titolo di “infermiere” deve essere sanzionato da azioni civili, penali e amministrative nei confronti delle persone che si rendono responsabili di questo reato e di coloro che possono averle favorite.

Riferimenti
La regolamentazione dell’assistenza infermieristica:un rapporto sul presente, una posizione sul futuro, Madden-Styles, M.e Affara, F.A., I.C.N., 1986, p.46.

Posizione adottata nel 1998 e aggiornata nel 2004.

Prese di posizioni attinenti:

·  La gestione dell’assistenza infermieristica e dei servizi socio-sanitari

·  Il governo della pratica infermieristica.

 

 

La ricerca infermieristica

La presa di posizione dell’I.C.N.
Una delle caratteristiche essenziali dell’assistenza infermieristica consiste nell’essere basata sui risultati della ricerca. La ricerca infermieristica, nei suoi aspetti qualitativi e quantitativi, è essenziale per la qualità e l’economicità1 dell’assistenza sanitaria in generale.

Per favorire la ricerca infermieristica e quindi una pratica basata sui suoi risultati, l’I.C.N.:

  • facilita e incoraggia la conduzione, la diffusione e l’utilizzo della ricerca nell’assistenza infermieristica, nell’assistenza sanitaria e nell’insieme dei sistemi sanitari;
  • collabora con le organizzazioni nazionali ed internazionali in modo da favorire il contributo degli infermieri alla ricerca collegata all’assistenza infermieristica e all’assistenza sanitaria in generale;
  • promuove le possibilità degli infermieri per diffondere i risultati della ricerca e pubblicare articoli sulle riviste internazionali;
  • apporta il suo sostegno per assegnare risorse ai ricercatori infermieri;
  • incoraggia le Associazioni membri a valorizzare le capacità legate alla ricerca;
  • promuove la ricerca nei settori che sono significativi per la pratica e sono suscettibili di produrre miglioramenti per l’assistenza alle persone malate.

L’I.C.N. apporta un sostegno alle Associazioni nazionali infermieristiche affiliate per l’impegno che dimostrano nel favorire la ricerca infermieristica, in particolare, per:

  • migliorare l’accesso alla formazione che prepara gli infermieri ad intraprendere ricerche, a valutare in modo critico i risultati della ricerca, a promuovere un’applicazione appropriata dei risultati;
  • impegnarsi per ottenere finanziamenti per la ricerca infermieristica utilizzando risorse sia pubbliche sia private.

L’I.C.N. ritiene che le Associazioni infermieristiche nazionali abbiano un ruolo chiave nel promuovere e facilitare il processo di ricerca presso gli enti in cui gli infermieri lavorano, le istituzioni che si occupano della formazione e le agenzie che si occupano di finanziamenti sanitari. Nel momento in cui le Associazioni e questi enti collaborano tra loro possono creare un clima propizio alla ricerca, sviluppare la formazione sui metodi della ricerca nonché l’applicazione dei suoi risultati all’assistenza infermieristica.

Le informazioni generali
La ricerca infermieristica è indispensabile per generale nuove conoscenze, valutare le pratiche e i servizi esistenti e apportare informazioni indispensabile alla formazione infermieristica, alla pratica professionale, alla gestione e alla ricerca stessa.

La ricerca mira a comprendere i meccanismi fondamentali che influenzano le capacità individuali, delle famiglie e delle comunità a conservare o migliorare le loro funzioni e a minimizzare gli effetti negativi della malattia. La ricerca infermieristica dovrebbe rivolgersi ai risultati degli interventi infermieristici per assicurare la qualità e l’economicità1 dell’assistenza infermieristica.

La ricerca infermieristica facilita inoltre una miglior conoscenza delle politiche e dei sistemi che forniscono assistenza infermieristica in modo efficace ed efficiente; una miglior presa di coscienza di ciò che consiste la professione infermieristica e la sua evoluzione storica; una miglior comprensione dei principi deontologici che orientano l’erogazione dei servizi infermieristici insieme alla conoscenza dei sistemi che formano gli infermieri ad adempiere il mandato sociale, attuale e futuro della professione.

Per l’assistenza infermieristica, l’I.C.N. ha identificato i domini della ricerca, ritenuti prioritari per quanto concerne la salute, la malattia e i servizi infermieristici2 mettendo l’accento sulla qualità e l’economicità1 dell’assistenza, sulle necessità della comunità, sul lavoro infermieristico e sulla riforma dell’assistenza sanitaria.

Posizione adottata nel 1999.